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Becchi: Meloni doveva difendere il pacifista Berlusconi da bugìe e offese di Zelensky

Kiev, Zelensky e Meloni (foto di repertorio fb)

“Ai vaccini contro il coronavirus che salvano la vita ci hanno creduto molti, alle armi contro la guerra che salvano la vita molti meno”.

E poi: “Le parole di Zelensky sono offensive nei confronti di Berlusconi, che resta il capo di un partito della coalizione di governo, ma sono offensive anche per gli italiani che negli anni hanno espresso consenso verso Berlusconi.

Il Governo Meloni dovrebbe prendere le distanze da quelle parole o in caso di silenzio Berlusconi dovrebbe reagire.

Zelensky con questa uscita ha dimostrato che il giudizio negativo di Berlusconi era meritatissimo”.

Lo ha dichiarato oggi il prof. genovese Paolo Becchi, intervenendo sul sostegno militare dell’Italia al regime di Kiev e dell’iniziativa della premier Giorgia Meloni, che ieri ha incontrato il presidente-comico Volodymyr Zelensky, ma non ha difeso l’alleato pacifista Silvio Berlusconi e gli italiani, i quali sono costretti a subìre le gravi, tangibili conseguenze della folle politica di espansionismo della Nato e degli Usa di Biden, che se non fermata porterà a un’escalation del conflitto.

L’Ucraina, è bene ricordarlo, non è un alleato storico dell’Italia perché non appartiene all’Unione Europea, né alla Nato.

Geopoliticamente è considerato uno “Stato cuscinetto” in cui, ovviamente, non si possono installare basi militari con missili puntati contro la Federazione Russa, peraltro a soli 500 chilometri da Mosca.

Il Governo ucraino ha attaccato il Donbass autonomo violando palesemente gli accordi di pace contenuti nel Protocollo di Minsk, che volevano porre fine a massacri e torture compiute dagli ucronazisti, anche per ragioni etniche, ai danni dell’inerme popolazione russofona.

Inoltre, secondo diversi analisti, è uno Stato dove la corruzione è dilagante e in cui l’apparato dei servizi segreti è in mano alla fazione neonazista del regime. La democrazia viene definita a dir poco “ambigua”.

La premier Giorgia Meloni, quindi, aveva un’occasione d’oro per distinguersi, come in parte ha già fatto l’omologo ungherese e alleato europeo Viktor Orbàn, difendendo la saggia posizione per la pace esternata dall’alleato Berlusconi e sbugiardando le cattiverie raccontate dal presidente-comico ucraino sull’ex premier-imprenditore italiano.

Berlusconi, in sintesi, l’altro giorno ha infatti saggiamente proposto: “Occorre avviare un maxi Piano Marshall fino a 9mila miliardi di dollari per l’Ucraina a condizione che Zelensky deponga le armi, ponga fine alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei civili e si arrivi finalmente alla pace”.

D’altronde, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, nel suo discorso di ieri all’Assemblea Federale, trasmesso in mondovisione, ha confermato, in sintesi, con estrema chiarezza: “Noi non vogliamo affatto attaccare l’Europa, ma difendere la minaccia delle basi militari missilistiche contro la Russia e la popolazione delle 4 regioni russofone dando loro benessere e pace”.

Anziché aprire alla saggia proposta di Berlusconi per la pace, il presidente-comico lo ha attaccato e si è permesso di dire, davanti alle telecamere e ai giornalisti di mezzo mondo, un’altra delle sue fandonie propagandistiche: “Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno abbia ammazzato i suoi parenti, non abbia mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia”.

Nonostante Giorgia Meloni sapesse perfettamente che Silvio Berlusconi le sofferenze della guerra le ha vissute davvero perché è nato nel 1936 e da Milano è stato sfollato con mamma Rosa nel paesino di Oltrona San Mamette in provincia di Como (come peraltro riportato immediatamente dalle agenzie di stampa), la premier italiana non ha avuto la forza di difendere il suo alleato e gli italiani sbugiardando in diretta, o almeno poco dopo, il presidente-comico sostenuto dagli Usa di Biden che continuano a inviare armi per fare la loro guerra.

“Ricordo – ha aggiunto il prof. Becchi – che ufficialmente Forza Italia ha votato tutti i provvedimenti presi dal Governo Meloni sulla guerra in Ucraina e quindi ha dimostrato di essere un alleato affidabile. Quello che sta facendo Meloni è molto pericoloso. Berlusconi ha ragione: il rischio è di portarci dentro la guerra, anche con l’invio di nostri uomini. Possibile che non si riesca a bloccare questa follia?”.

Al momento, Berlusconi ha scelto la via del silenzio stampa, ma in privato ha ribadito di essere preoccupato da un’escalation del conflitto che rischia di deflagrare in un incubo nucleare e, contrapponendosi alla stolta fermezza di Zelensky, ha ribadito: “È un errore sottrarsi al tavolo di pace. Senza il ritorno della diplomazia non c’è soluzione alla guerra”.