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Antagonista Genova Antifascista: erano tutti giovanissimi. Ragazzi del Blocco nel mirino

Genova Antifascista su Fb ha sostenuto che loro sono stati aggrediti dai militanti di CasaPound e che uno dei “fasci” ha accoltellato un compagno antagonsta. Quelli di CasaPound, sempre su Fb, hanno respinto le accuse e sostengono di avere difeso la loro sede e che anche alcune militanti sono state minacciate dai “compagni”.

La procura di Genova oggi ha aperto un fascicolo contro ignoti. La Digos ha identificato quasi tutti i protagonisti della vicenda. Dai filmati delle telecamere della zona si vedrebbe il contatto tra le fazioni contrapposte, ma al momento non si capisce se l’accoltellamento nelle immagini c’è o non c’è.

In ogni caso, uno degli estremisti di Genova Antifascista stasera ha rilasciato alcune dichiarazioni alla redazione genovese dell’agenzia Ansa, raccontando di avere partecipato al volantinaggio di venerdì scorso insieme a una decina di antifascisti e rilasciando la sua versione dei fatti sul presunto accoltellamento. L’antagonista ha voluto rimanere anonimo “per paura di ritorsioni”.

Secondo quanto riferito, ora potrebbero finire nei guai alcuni ragazzi del Blocco Studentesco (emanazione giovanile di CasaPound che in genere si occupa della raccolta di generi alimentari, sensibilizzazione degli studenti e volantinaggio davanti alle scuole).

“Quelli che ci sono venuti addosso – ha spiegato il giovane attivista all’agenzia Ansa – erano tutti giovanissimi e tutti uomini. Al contrario di quello che hanno scritto nel comunicato di Casapound di donne quella sera non ne abbiamo viste. Brandivano cinghie e bottiglie che hanno continuato a lanciarci.

Il volantinaggio è cominciato intorno alle 23 di venerdì scorso in piazza Alimonda. A un certo punto abbiamo sentito urlare ‘Daje, prendilo’ e abbiamo visto venir giù di corsa dalla sede un primo gruppo.

Siamo scappati verso corso Buenos Aires, ma un gruppetto di 3-4 di noi è rimasto indietro ed è stato raggiunto. Non avevamo alcuna intenzione bellicosa, per questo ci siamo tenuti lontani dalla sede, volevamo solo fare contro-informazione come già avevamo fatto in quella zona. L’azione è stata veloce, poi ho visto che il mio amico perdeva sangue dalla schiena”.