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Al Gaslini inizia la nuova vita delle gemelle siamesi del Burkina Faso

Al Gaslini inizia la nuova vita delle gemelle siamesi del Burkina Faso
Andrea Moscatelli ed equipe

Completata la ricostruzione addominale e respirano senza supporto meccanico

A poco più di un mese dal delicato intervento di separazione eseguito all’IRCCS Gaslini di Genova, le gemelle siamesi originarie del Burkina Faso respirano autonomamente e il processo di ricostruzione addominale è stato completato con successo. Le condizioni generali sono in miglioramento, grazie a un monitoraggio costante e a un lavoro multidisciplinare di alto livello.

Un intervento ad altissima complessità condotto da oltre 50 specialisti

Le gemelle, nate a dicembre 2024 e unite nella regione toraco-addominale, condividevano fegato e parte del pericardio. La separazione chirurgica, avvenuta il 6 giugno, è stata resa possibile dalla collaborazione di oltre 50 tra medici, infermieri e tecnici dell’Istituto Gaslini, coinvolti nella pianificazione e nell’esecuzione dell’intervento. La loro accoglienza a Genova è stata possibile grazie al supporto delle associazioni Una Voce per Padre Pio e Patrons of the World’s Children Hospital.

La mamma: Mai avrei immaginato tanto amore per due vite venute da lontano

Profondamente emozionata, la mamma Ouedraogo Gueiminatou ha espresso la sua gratitudine: «Ringrazio con tutto il cuore il Gaslini, i medici, gli infermieri e tutte le persone che hanno aiutato le mie bambine. Ci avete donato speranza e fiducia».

Il valore del lavoro quotidiano e corale dell’équipe del Gaslini

«Dietro l’esito positivo di questo intervento c’è un lavoro meticoloso, quotidiano, fatto con competenza e grande umanità», ha sottolineato il direttore generale Renato Botti, evidenziando il ruolo fondamentale della gestione clinica multidisciplinare nella riuscita del percorso terapeutico. Anche l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Massimo Nicolò, ha ringraziato i professionisti coinvolti, ricordando come il Gaslini sia un riferimento nazionale e internazionale per la salute dei più piccoli.

La fase postoperatoria: ricostruzione, monitoraggio e assistenza dedicata

Dopo la separazione, le gemelle sono state trasferite in Terapia Intensiva, dove hanno ricevuto supporto respiratorio e cure specialistiche. Il decorso postoperatorio ha incluso medicazioni chirurgiche regolari e l’impianto di matrici biologiche biocompatibili per la ricostruzione della parete toracica e addominale. Oggi le bambine sono estubate, in respiro spontaneo stabile, con un buon controllo del dolore e parametri vitali nella norma.

Ricostruzione e guarigione: ogni fase pianificata nei minimi dettagli

Il direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Girolamo Mattioli, ha spiegato che il percorso clinico ha richiesto uno sforzo collettivo continuo, con un ultimo intervento effettuato recentemente per sostituire una delle matrici impiantate e favorire la rigenerazione tissutale. La pianificazione minuziosa ha previsto risposte tempestive a ogni possibile criticità.

Terapia intensiva: monitoraggio avanzato e strategie chirurgiche innovative

Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento di Emergenza e Terapia Intensiva, ha descritto le fasi successive all’intervento: intubazione iniziale, sofisticato monitoraggio cardio-respiratorio, controllo del dolore e prevenzione delle infezioni. In Terapia Intensiva è stato avviato anche il processo ricostruttivo, con tecniche di rilascio addominale e terapie a pressione negativa per favorire la guarigione.

L’assistenza infermieristica: una presenza costante, competente e umana

Silvia Scelsi, direttrice della Direzione delle Professioni Sanitarie, ha ricordato l’impegno continuo di infermieri, operatori e tecnici: «Un’organizzazione straordinaria, con doppia sala operatoria e una preparazione accurata nelle settimane precedenti l’intervento. Anche nel post-operatorio, ogni gesto viene guidato da attenzione e umanità».

Diagnostica per immagini e collaborazione interaziendale: la forza della rete

Fondamentale anche il contributo della UOC Radiologia, diretta da Beatrice Damasio, che ha fornito supporto alla pianificazione chirurgica e al monitoraggio post-operatorio. Alla separazione del fegato hanno collaborato anche Enzo Andorno dell’Ospedale San Martino e Daniele Alberti degli Spedali Civili di Brescia, mentre la ricostruzione addominale ha visto il contributo di Giuseppe Perniciaro dell’Ospedale Villa Scassi.

Un esempio di cooperazione medica internazionale tra Italia e Burkina Faso

L’intervento ha coinvolto anche il Centro Ospedaliero Universitario Tengandogo di Ouagadougou, che ha inviato tre medici per osservare le procedure. Rafforzando i legami medici tra i due Paesi. La giovane mamma è accolta con le sue figlie grazie all’ospitalità della Band degli Orsi, da sempre vicina al Gaslini.

Una missione di cura sostenuta da solidarietà e visione globale

«Il nostro obiettivo è curare 500.000 bambini in tre anni attraverso una rete di solidarietà globale», ha dichiarato Fabrizio Arengi Bentivoglio, presidente dei Patrons. «Questa vicenda riflette il nostro impegno per i più fragili». Enzo Palumbo, presidente di Una Voce per Padre Pio, ha ribadito: «Uniti non saremo mai soli. Il nostro grazie va a tutti coloro che hanno reso possibile questo miracolo».

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