Una giornata cruciale per il trasporto pubblico genovese
Si apre a Palazzo Tursi una delle giornate più delicate per il futuro di AMT Genova, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico cittadino.
Dalle 9.30 è riunita una commissione congiunta che mette insieme Bilancio, Territorio e Sviluppo economico per affrontare una situazione complessa, che tocca non solo i conti, ma anche il destino stesso della società partecipata. Al tavolo siedono i sindacati, i nuovi vertici aziendali con il presidente Federico Berruti, l’assessore al Bilancio e vicesindaco Alessandro Terrile, oltre a consulenti esterni come Deloitte, rappresentata da Antonio Caldarola e Lorenzo Scagliola, e SASF con Stefano Franciolini. Convocata anche l’ex direttrice generale Ilaria Gavuglio, chiamata a chiarire alcuni passaggi della gestione passata.
Un buco di bilancio da decine di milioni e conti sotto accusa
La riunione arriva dopo settimane di allarmi sulla situazione economica dell’azienda. La sindaca Silvia Salis ha segnalato alla Corte dei Conti un disavanzo stimato in quasi cento milioni di euro, frutto di anni di bilanci in sofferenza. Le criticità emergono da una combinazione di fattori: l’aumento dei costi energetici e del personale, la contrazione dei ricavi dai biglietti e una politica di agevolazioni che, seppur popolare, ha inciso pesantemente sui conti.
Secondo le analisi rese note negli ultimi mesi, AMT avrebbe chiuso il 2024 con introiti inferiori alle aspettative – circa 56 milioni di euro contro i 70 previsti – e un’ulteriore voce di rischio rappresentata dai crediti per multe non riscosse, che ammontano a oltre 22 milioni. Per gli esperti, la società si trova oggi in una situazione di squilibrio strutturale che richiede interventi immediati.
Servizi ridotti e personale in calo: la città teme nuovi tagli
La crisi finanziaria si riflette anche sull’offerta di servizio. Durante l’estate le corse sono diminuite e, a differenza degli anni scorsi, non sono state pienamente ripristinate con l’arrivo dell’autunno. I genovesi hanno già notato riduzioni in diverse linee collinari, dove a novembre potrebbe arrivare un ulteriore taglio. La causa principale è l’ondata di pensionamenti prevista nei prossimi mesi, che rischia di lasciare l’azienda con un organico ridotto e una capacità di servizio inferiore.
La preoccupazione dei sindacati è che la riduzione dei turni e l’assenza di nuove assunzioni possano portare a un lento svuotamento del servizio pubblico, proprio mentre la mobilità cittadina dovrebbe puntare su un rafforzamento del trasporto collettivo per ridurre traffico e inquinamento.
Piano industriale e composizione negoziata: le mosse per il rilancio
I vertici AMT, con il sostegno del Comune, hanno annunciato l’avvio della composizione negoziata della crisi, un percorso giuridico che permette di congelare le richieste dei creditori e guadagnare tempo per predisporre un piano di rilancio. Entro metà ottobre è attesa la presentazione delle linee guida del piano industriale, documento cruciale per delineare il futuro della società.
La sindaca Salis ha ribadito la volontà di mantenere AMT pubblica, ma non ha escluso l’ipotesi di un ingresso parziale di capitali privati. La legge Madia, infatti, stabilisce che un ente pubblico non possa continuare a gestire direttamente una partecipata se questa registra perdite per tre esercizi consecutivi. Una condizione che AMT, allo stato attuale, non riesce a evitare.
Verso una nuova politica tariffaria basata sull’ISEE
Tra le questioni più sensibili in discussione c’è anche la revisione delle tariffe. Il Comune ha già annunciato che la nuova struttura tariffaria sarà basata sull’ISEE, in modo da rendere più equa la distribuzione delle agevolazioni. Ciò significa che le gratuità oggi garantite agli over 70, agli under 14 e per l’utilizzo di metro e impianti verticali potrebbero essere riviste. Anche gli abbonamenti annuali, che attualmente costano 295 euro per gli over 26, potrebbero subire modifiche.
L’obiettivo, secondo la giunta, è creare un sistema più sostenibile e calibrato sulle reali capacità economiche dei cittadini, ma il rischio di un aumento generalizzato delle tariffe resta alto, alimentando il malcontento degli utenti.
Prospettive e incertezze per il trasporto pubblico genovese
Dalla commissione odierna ci si attende un primo segnale politico sul destino dell’azienda. L’ipotesi di un piano di risanamento triennale, con il contributo della Regione Liguria e del Comune, sembra la più concreta al momento. In estate, la Regione aveva già anticipato ad AMT circa 35 milioni di euro per tamponare la crisi di liquidità, ma secondo ulteriori stime serviranno almeno altri 30 milioni per stabilizzare la situazione entro l’autunno.
La sfida, adesso, è duplice: salvare i conti e garantire ai genovesi un trasporto pubblico efficiente, moderno e accessibile. Palazzo Tursi si trova di fronte a una scelta complessa, in equilibrio tra la tutela di un servizio essenziale e la necessità di un profondo risanamento economico. Il futuro di AMT, e con esso quello della mobilità genovese, si gioca proprio oggi nelle sale del Comune.
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