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Ventennale G8: no foibe no party. Esuli: offensivo, denuncia in procura

Ventennale G8, corteo a Genova Brignole

“Sdegno e profondo dolore per il gesto di quattro cretini che confermano ancora una volta di non conoscere la storia e che sembrano prenderci gusto a denigrare le sofferenze patite dai loro connazionali del Confine Orientale”.

Lo ha riferito ieri il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin, in merito allo striscione con la scritta ‘No Foibe No Party’ che è stato esposto domenica scorsa a Genova durante il corteo di commemorazione per il ventennale del G8 del 2001.

G8 vent’anni dopo, son sempre gli stessi: no foibe no party. Corteo a Genova

“Invece di commemorare la morte di Carlo Giuliani e i fatti della scuola Diaz – ha aggiunto Codarina – i presenti hanno preferito prendersela, ancora una volta, con le vittime delle foibe, inneggiando ai carnefici e torturatori titini.

Uno slogan che non è passato inosservato e che ha, fortunatamente, provocato un’ondata di indignazioni”.

“Quello striscione esposto domenica a Genova oltraggia i martiri del Confine Orientale d’Italia – ha sottolineato il presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio Emanuele Merlino e la presidente dell’Associazione nazionale dalmata, Carla Isabella Elena Cace – abbiamo incaricato i nostri legali di denunciare ai sensi della Legge Mancino gli autori di questo ignobile gesto.

Il corteo lungo le vie di Genova è stato aperto da uno striscione con lo slogan ‘No Foibe No Party’ che è gravemente offensivo e derisorio nei confronti dei Martiri delle foibe, migliaia di italiani massacrati dai partigiani comunisti slavi al confine orientale d’Italia.

Sono sempre gli stessi. Nemici dell’Italia ed eredi di quella ideologia comunista, che, lontano da ogni ideale di giustizia sociale, fu motivazione insanguinata per l’uccisione di milioni di innocenti in tutto il mondo.

Non possiamo accettare che passino sotto silenzio queste dimostrazioni di intolleranza nei confronti degli italiani vittime del regime dittatoriale di Tito.

Gli autori di questo gesto criminale devono essere identificati e processati in base alla legge Mancino che, ai sensi dell’art 604 bis del codice penale, punisce l’apologia di crimini di guerra e contro l’umanità fra i quali è, ovviamente, ricompresa la pulizia etnica.

Per questo motivo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di denunciarli”.

Inoltre, il responsabile provinciale di CulturaIdentità Genova Andrea Lombardi, ha riferito di avere “dato mandato ai miei legali di unirsi alla denuncia del Comitato 10 Febbraio contro gli autori e autrici dell’infame striscione apologetico della tragedia delle foibe”.