Home Politica Politica Genova

Ugo Venturini, operaio assassinato dai comunisti. Plinio a procura: riaprite il caso

Genova, presentazione libro: Ugo Venturini l'operaio dimenticato

Oggi all’hotel Bristol di via XX Settembre a Genova, alla presenza dell’ex vicepresidente di Regione Liguria Gianni Plinio (CasaPound), del capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri e dell’ex senatore genovese Giorgio Bornacin, è stato presentato il nuovo libro di Massimo Lionti intitolato: “Ugo Venturini l’operaio dimenticato”.

I promotori dell’iniziativa hanno annunciato che invieranno “il libro alla procura di Genova e alla Corte di Giustizia europea per fare riaprire il caso”.

L’operaio genovese il 18 aprile 1970 a soli 32 anni fu colpito a morte con una bottiglia, appositamente riempita con sabbia e terriccio, lanciata da attivisti comunisti (spirerà il primo maggio) mentre stava partecipando al comizio elettorale del segretario del MSI Giorgio Almirante a Brignole.

Successivamente, il suo assassino non è mai stato trovato e ha continuato a vivere libero in città. La procura genovese ha poi archiviato l’indagine.

Ugo Venturini fu la prima vittima degli Anni di piombo.

“Ugo Venturini – ha ribadito il senatore Gasparri – fu la prima vittima innocente di un’ultrasinistra criminale che ha successivamente sparso tantissimo sangue di agenti, magistrati e cittadini italiani”.

“Ero presente – ha dichiarato Bornacin – a quel comizio di Almirante. Questo libro deve servire a far conoscere soprattutto ai giovani il sacrificio di chi, per difendere le proprie idee, ha perso la vita”.

Lo scrittore e intellettuale genovese Mario Bozzi Sentieri ha sottolineato come l’assassinio di Ugo Venturini sia avvenuto in quegli Anni Settanta “formidabili per Mario Capanna e in cui secondo Lotta Continua ‘uccidere un fascista non era reato’ per cui ne caddero una ventina”.

“Ho conosciuto Ugo venturini – ha sottolineato Gianni Plinio – nella comune militanza missina. Era un italiano esemplare. Invieremo il libro sia alla procura di Genova sia alla Corte europea di Giustizia nel tentativo di far riaprire il caso, come peraltro già accaduto per fatti analoghi. Non già per vendetta, ma per giustizia e verità”.