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Tassa sui contanti, carte e bancomat commissioni fino al 9%

Mezz’ora di blackout per i pos, genera tensione nei supermercati
Mezz’ora di blackout per i pos, genera tensione nei supermercati

«Quanto mi costa accettare un pagamento con la carta di credito!! » Questa è la lamentela che si sente tra i banchi di un mercato, alla cassa di negozi e molte volte nello studio di avvocati, odontoiatri e altre professioni. La risposta a queste lamentele è nei resoconti contabili delle banche italiane.

Il costo può arrivare fino al 9% dell’importo a cui,  bisogna aggiungere l’affitto del Pos, le spese una tantum ed eventuali manutenzioni. Da cinque anni è entrato in vigore l’obbligo di accettare carte e bancomat, ma nonostante tutto le transazioni sono ferme al palo: in Italia, l’80% delle spese viene ancora regolato in contanti, una dato che non ha eguali in tutta Europa.

«La Ue – spiega un piccolo imprenditore della Riviera Ligure di levante che vuole restare anonimo – ha imposto un tetto alle commissione interbancarie, ma gli istituti italiani aggiungono costi su costi rendendo carissimo il rispetto della legge».

Il governo vuole fare cassa per la legge di Bilancio, così stanno pensando a una sorta di tassa sul contante con l’obiettivo – non secondario – di stanare eventuali evasori. Un progetto valido, ma che rischia di trasformarsi nell’ennesimo regalo al sistema bancario. Il regolamento Ue ha tagliato le commissioni interbancarie allo 0,2% per transazione su utilizzo del bancomat allo 0,3% nel caso delle carte di credito; nessun negoziante italiano paga così poco.

Secondo uno studio recente la commissione media pagata dagli esercenti italiani è dello 0,9%: lo 0,54% finisce delle tasche dei circuiti internazionali come Visa, Mastercard, Amex, etc etc, il resto in quello delle banche italiane. «Per i piccoli esercenti  ̶̶  conclude l’imprenditore rivierasco  ̶  il conto è certamente più salato: 1,32% con lo 0,78% direttamente nelle casse degli istituti di credito italiani.

Non si riesce a fare i conti precisi dei costi perché non vengono considerati i costi fissi degli accessori come l’affitto del Pos , il terminale di pagamento, perché i contratti vengono negoziati individualmente con ampi margini discrezionali da parte della banca.

Una delle maggiori banche italiane fornisce il proprio Pos con il pagamento una tantum di 100 euro a cui aggiungere un canone mensile che oscilla tra i 30 e gli 80 euro. Ancora più ampio è, invece, lo spettro delle commissioni per ogni singola transazione. Quando si usa il Pagobancomat, per ogni pagamento, la banca in questione trattiene fino al 2,25%, quando l’esercente accetta una carta emessa dalla stessa banca, in tutti gli altri casa la commissione sale al 2,3%.

Sono più onerose la transazioni con carta di credito: partono dal 3,55% per le carte per arrivare al 5% addirittura il 6% nei casi di vendite telefoniche e per corrispondenza. ABov

Mettere i soldi sotto il materasso conviene… Ma?