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Sinistra UniGe: compagni di OSA e Cambiare Rotta violenti squadristi

No Meloni Day a Genova, manifesto IV Reich e studente di SinistraUnige aggredito

“Condividiamo un triste e grave episodio accaduto a Genova durante lo sciopero studentesco nazionale. Come mostrano i video, alcuni membri di OSA e Cambiare Rotta hanno strappato le nostre bandiere, rotto le nostre aste e usato la violenza per provare ad escluderci dalla piazza, utilizzando atteggiamenti squadristi”.

Lo hanno dichiarato l’altro giorno su Instagram gli studenti di Sinistra UniGe che aderiscono all’UDU-Unione degli Universitari, a margine del No Meloni Day e della manifestazione di protesta a Genova, dove sono stati mostrati manifesti del “Quarto Reich” raffiguranti la premier Giorgia Meloni, il vicepremier Matteo Salvini, il presidente Usa Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

A lato del commento è stato pubblicato il video dei tafferugli fra gli studenti di sinistra e quelli di estrema sinistra (OSA e Cambiare Rotta) con l’aggressione a un giovane di Sinistra UniGe finito a terra, diventato virale sul social network.

“Una giornata di lotta per tutto il Paese – hanno aggiunto gli studenti di Sinistra UniGe – viene trasformata nell’ennesima occasione di imposizione machista che siamo abituati a vedere da questi soggetti. Oscurando così totalmente le motivazioni condivise della piazza per un becero tentativo di rivendicazione.

Le piazze non appartengono a nessuno. E nessun ha il diritto di cacciare altri studenti.

Nonostante i tentativi di allontanarci, siamo rimasti in corteo fino alla fine, senza mai indietreggiare.

È inaccettabile che chi contribuisce a lottare per il diritto allo studio debba subìre intimidazioni e aggressioni da parte di altri studenti.

Non è la prima volta che queste realtà usano la violenza come mezzo per zittirci.

Lo hanno dimostrato cordonando la manifestazione per non farci entrare, ancora in piazza Matteotti, dove hanno rivendicato questi metodi violenti.

Lo hanno dimostrato sputandoci addosso ore dopo la conclusione della piazza.

Non è violenza contro la tirannia, ma contro studenti e studentesse che parlavano di diritto allo studio, di disarmo, di accessibilità e di inclusione.

Questi soggetti in tante alte occasioni e in tante altre città hanno dimostrato di potersi confrontare solo con questi metodi, violenti, muscolari e machisti.

Viene da chiedersi se è questo un atteggiamento da ‘compagni’ e se questo vale tutte le lotte e le idee che dicono di portare avanti.

La nostra risposta è che questi metodi oscurano solamente le reali necessità degli studenti, ben lontane da quelle di piazzare la propria bandierina.

E che i soggetti che non praticano metodi di cura e transfemminismo non dovrebbero essere accettati in qualsiasi movimento di sinistra.

Noi facciamo politica in altro modo, al fianco degli studenti nelle scuole e nelle università, ma soprattutto non lasciando alcuno spazio allo squadrismo”.

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