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Save the Children, un’anno a Beirut

Save the Children, un'anno a Beirut
Save the Children, un'anno a Beirut Save the Children, un'anno a Beirut

Save the Children a Beirut, la crisi economica spinge ulteriormente le famiglie alla fame. Bambini costretti a lavorare 

Save the Children a Beirut, circa 9 famiglie su 10 vivono in condizioni di estrema povertà.

L’Organizzazione lancia l’appello alla comunità internazionale per sostenere i minori in Libano, in modo da garantire loro accesso a cibo, elettricità, assistenza sanitaria, acqua pulita e possibilità di continuare a frequentare la scuola.

Centinaia di migliaia di bambini in Libano sono costretti ad andare a letto affamati, poiché i loro genitori non riescono a far quadrare i conti alla fine di ogni mese e non sono in grado di pagare beni di prima necessità come cibo, elettricità e medicine.

Lo denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Secondo una nuova analisi della situazione finanziaria delle famiglie a Beirut pubblicata un anno dopo che l’esplosione al porto ha dilaniato la città, l’ammontare mancante per acquistare beni di prima necessità è salito alle stelle, con un aumento del 550% nell’ultimo anno.

L’analisi di Save the Children ha rilevato che le famiglie della capitale che appartengono virtualmente a quasi tutte le fasce di reddito sono sprofondate nella povertà e i bambini sempre più frequentemente mandati a lavorare.

Le famiglie molto povere sono le più colpite, con un gap in media di 5,5 milioni di sterline libanesi rispetto ai 6,1 milioni necessari mensilmente solo per i generi di prima necessità.

Questo deficit è equivalente a 3.600 dollari americani al tasso bancario ufficiale o 456 al tasso ufficiale informale. Anche le famiglie povere e a reddito medio sono a corto di diverse centinaia di dollari ogni mese.

“I nostri figli bramano cibo, è così semplice e tragico. I miei di 16 e 13 anni hanno perso peso in modo significativo e l’intera situazione ha influito non solo sulla loro salute fisica ma anche mentale.

Entrambi i miei genitori sono anziani con malattie croniche. Mio padre ha il cancro e, a causa delle circostanze, abbiamo perso un paio di mesi di cure.

I farmaci non erano disponibili o erano troppo costosi. Non so per quanto tempo riusciremo a sopravvivere in questo modo.

Per mesi abbiamo continuato ad aspettare sperando che le cose migliorassero, ma tutto ciò a cui stiamo assistendo è una caduta libera nell’abisso” ha detto Najwa, una madre single libanese di due figli, che riceve aiuti economici da Save the Children.

Il 4 agosto dello scorso anno un’esplosione ha ucciso oltre 200 persone e ne ha ferite più di 7.000, distruggendo il porto e migliaia di case e negozi a Beirut.

L’impatto dell’esplosione, insieme alla crisi economica in corso, al COVID-19 e al più alto picco dei prezzi alimentari nel mondo, ha portato più famiglie in Libano a ricorrere a misure disperate che colpiscono i più giovani e i più vulnerabili.

Queste includono mangiare di meno, utilizzare cibo di qualità scadente, comprare cibo a credito e vendere mobili.

Molti stanno tagliando le spese per la salute e l’istruzione e sopravvivono con risparmi o denaro preso in prestito, o mandando i propri figli a fare lavori pericolosi solo per tirare avanti mese dopo mese.

“Mio figlio e mio marito sono rimasti feriti nell’esplosione, quindi hanno avuto bisogno di farmaci e controlli. Tutto è costoso, non possiamo nemmeno permetterci yogurt o formaggio.

Dobbiamo dividere il sacco del pane per due giorni e la carne è un lusso che non possiamo permetterci. I nostri figli sanno che non possono chiedere nulla ora, perché le nostre uniche risposte sarebbero no o non ora” ha affermato Salma, una siriana residente a Beirut, madre di tre figli.

La crisi economica ha colpito famiglie di tutti i gruppi socio-economici e nazionalità, ma i rifugiati siriani nel Paese sono tra i più colpiti.

Circa nove famiglie siriane su dieci in Libano vivono in condizioni di estrema povertà. Se beni essenziali come lenticchie, olio da cucina, pannolini, assorbenti e carburante non possono essere acquistati per circa il 47% dei libanesi[1],  sono inavvicinabili per quasi il 90% dei rifugiati siriani[2].

“Sopravvivono, ma a malapena. Centinaia di migliaia di bambini vanno a letto affamati, spesso senza aver mangiato un solo pasto quel giorno. Le famiglie non possono permettersi l’elettricità per far funzionare un frigorifero o l’acqua calda, o le medicine di cui hanno bisogno per curare le malattie.

Più a lungo questa situazione continua, più è probabile che i bambini scivolino nella malnutrizione, che alla fine potrebbe portare alla morte” ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttore di Save the Children in Libano.

Nel 2020 Save the Children aveva avvertito che entro la fine dell’anno, oltre mezzo milione di bambini a Beirut avrebbero faticato a sopravvivere. Quel numero sarà molto probabilmente aumentato notevolmente quest’anno.

Per sostenere i bambini che soffrono la fame in Libano e in tutto il mondo, Save the Children ha lanciato il più grande appello della sua storia, con l’obiettivo di raccogliere 130 milioni di dollari.

L’Organizzazione sottolinea che il crollo economico del Libano non ha solo un impatto sulla situazione finanziaria dei minori e delle loro famiglie. La povertà ha un profondo impatto sull’educazione dei bambini, sulla loro assistenza sanitaria e sulla loro crescita, sviluppo mentale e benessere.

I neonati e i bambini piccoli che non sono in grado di seguire una dieta sana sono a rischio di malnutrizione e malattie.

I bambini affamati hanno difficoltà a imparare o abbandonano del tutto la scuola perché devono lavorare per aiutare a sostenere il reddito familiare.

“Il governo del Libano e la comunità internazionale devono iniziare a trattare la situazione nel Paese per quello che è: una crisi umanitaria a tutti gli effetti guidata da un’economia al collasso totale.

Questa crisi è interamente causata dall’uomo, quindi può anche essere risolta dall’uomo. Se ciò non accadrà, i bambini continueranno a rischiare di morire di fame ogni giorno” ha aggiunto Jennifer Moorehead.

Save the Children chiede ai donatori di dare la priorità ai finanziamenti per un sostegno in denaro distribuito in modo trasparente alle famiglie più vulnerabili di tutte le nazionalità in Libano.

Il governo libanese dovrebbe anche istituire urgentemente un programma di rete di sicurezza sociale basato sul denaro, per coprire i bisogni basilari mensili delle famiglie, in modo che possano garantire ai bambini accesso a cibo, elettricità, assistenza sanitaria, acqua pulita e possano continuare a frequentare la scuola.