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Sanzioni ai russi dannose per gli italiani, Becchi: atlantismo non significa servilismo

Presidente Usa Joe Biden e presidente Federazione Russa Vladimir Putin (foto di repertorio fb)

Come tutti sanno il risultato delle elezioni si delinea nell’ultima settimana. Quindi la partita è ancora aperta. Ma in che senso è aperta? Non certo sotto il profilo delle due coalizioni. Il distacco è abissale. Gli errori compiuti da Letta sono madornali. Sotto questo profilo non c’è partita. Anche il notevole recupero al Sud del nuovo partito di Conte non riuscirà a squilibrare l’esito.

La vera partita di queste elezioni è all’ interno del centrodestra. Silvio Berlusconi ormai è l’ombra di se stesso. Ha sbagliato completamente campagna elettorale e non è da escludere che prenda meno voti di Carlo Calenda.

Anzi, ci sarà un travaso di voti che ridurrà Berlusconi ad un ruolo residuale. E dire che aveva tutte le possibilità per riemergere. E invece di è spostato su Tik Tok … fa quasi tenerezza. Quel capitolo è chiuso. E questa volta per sempre. Ripeto a tutto vantaggio di Calenda e di Matteo Renzi.

Ma c’è un capitolo aperto, quello tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Ok, Meloni è partita in netto vantaggio, ma diamo tempo al tempo e vedremo. Salvini ha cominciato a lanciare le sue frecce e una ha colpito nel segno. Parlo delle sanzioni: più di un elettore su due non le vuole e tra questi elettori che non le vogliono ci sono molto simpatizzanti di Meloni. Se Salvini insiste sul punto è evidente che potrà recuperare molti consensi.

Quello che sta dicendo Salvini è solo frutto del buon senso. Non possiamo distruggere la vita di molte famiglie e di molte imprese per andare avanti con una politica delle sanzioni sino ad oggi per noi fallimentare.

Meloni insiste per dimostrare il suo atlantismo e americanismo. Ma atlantismo non significa servilismo e americanismo. Men che meno significa stare dalla parte del Partito democratico Usa e del loro presidente Joe Biden a discapito di imprese e famiglie italiane, vittime della crisi energetica.

Salvini non sta dicendo di uscire dalla NATO o di difendere il presidente russo Vladimir Putin. Sta solo richiamandosi all’ interesse nazionale e sta difendendo questo. Come da ministro dell’Interno difendeva i confini.

Tutti i giornali lo danno ormai per cotto e puntano su Meloni, ma la politica è una cosa strana e Salvini ora ha capito un punto su cui può lavorare in questa campagna elettorale.

E sono certo che lo farà perché è un punto che interessa milioni di italiani. Paolo Becchi