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Sampdoria, tutti colpevoli nella peggiore stagione della storia

Sampdoria, tutti colpevoli nella peggiore stagione della storia

Martedì 13 maggio 2025 resterà negli annali come il giorno peggiore della storia della Sampdoria. Per la prima volta in 79 anni di cammino, i blucerchiati retrocedono in Serie C chiudendo nel peggiore dei modi un’agonia durata nove mesi.

Partita per tornare in Serie A, società e squadra si sono avvitati in una crisi senza precedenti e non sono riusciti a rialzare la testa. Nell’ora più buia tutti sono colpevoli e i tifosi chiedono la testa di ogni componente della società. Giustamente perché la Samp non è in Serie C per caso, retrocede con pieno merito, incapace persino nella partita della vita e contro un avversario dall’atteggiamento almeno “morbido” di segnare anche solo una rete.

I maggiori responsabili della retrocessione in Serie C della Samp

La Sampdoria retrocede giustamente dopo appena 8 vittorie in 38 gare, solo il Crotone ultimissimo della classe con 7 ha fatto peggio, un dato che fotografa perfettamente il disastro blucerchiato. Inutile dare la caccia ad un solo colpevole, tutti hanno la propria parte di responsabilità per aver sfregiato la storia del club genovese.

Il presidente Manfredi in primis, incapace di gestire le difficoltà, in ritardo in ogni momento della stagione: la cacciata di Accardi per esempio arriva quando la confusione regna ormai sovrana da mesi, e soprattutto non pervenuto da ieri sera fino a questo momento, il silenzio a molte ore di distanza dal tracollo è assordante. 

Sul banco degli imputati finisce ovviamente Pietro Accardi, direttore sportivo rampante che costruisce una squadra di figurine e la spaccia come una potenza del campionato mettendogli alla testa un allenatore, Pirlo, con cui il feeling non scatta.

L’esonero dopo tre giornate è il primo errore, la scelta del “sergente di ferro” Sottil si rivela ancora più errata, anche se il capolavoro al contrario è quello di Semplici, allenatore che riesce nella mirabolante impresa di vincere due partite su 17 e perderne ben 10 affondando la nave. La cacciata del terzo tecnico stagionale arriva insieme a quella di Accardi, scelta ovvia e giusta, ma tardiva. 

Si salvano in pochi e il futuro è tutto da scrivere

La testa sbaglia, ma anche il braccio non è da meno. I giocatori sono in cima alla piramide dei responsabili perché per un anno intero non reagiscono a nessuno stimolo scivolando in Serie C quasi senza lottare. Eppure il monte ingaggi da 20 milioni è uno dei più alti della Serie B, e forse anche per quello tutti gli operatori con licenza AAMS avevano messo la Samp nel gruppo delle favorite per il volo in Serie A. 

Nella stagione peggiore della sua storia la Sampdoria non è stata salvata nemmeno dai suoi eroi: Evani, Lombardo e Invernizzi rispondono alla chiamata, mettono insieme più punti di tutti i predecessori, ma non basta perché i blucerchiati sono già nel baratro e per i miracoli anche quella che è stata la Samp d’oro non è ancora attrezzata. Ora si riparte dalla Serie C, un campionato in cui si parte in sessanta e si sale in 4, un torneo lunghissimo in cui progettazione e competenza devono essere massimi, e questo forse è il problema principale della Sampdoria.

“Dopo pioggia esce sempre sole” diceva Boskov, la speranza è che le nuvole che da anni gravitano su Bogliasco possano finalmente spostarsi, ma per farlo serve una rifondazione. C’è chi chiederà di soffiarle via ai tifosi, ma loro per la Samp hanno già fatto fin troppo anche in questa nefasta stagione. Ora, proprio per rispetto di chi mai ha abbandonato questi colori, servono spiegazioni, nuove idee e soprattutto vittorie.