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Roma, premiazione 21° Asian Film Festival

Premiazione del 21° Asian Film Festival, l'abito disegnato è opera dell'artista Fabio Truffa

La 21^ edizione dell’Asian Film Festival di Roma, il cui direttore artistico è Antonio Termenini, con il quale ci complimentiamo per il lavoro d’alta qualità svolto, si è rivelata più interessante del solito con una serie di film che, pur essendo nati in Estremo Oriente, affrontano tematiche con le quali ci confrontiamo quotidianamente anche in Occidente, come la violenza di genere o il ruolo della donna.

Ma veniamo alla premiazione che riportiamo di seguito, affinchè, ai cinefili incalliti seguaci dell’Estremo Oriente, restino i riferimenti delle interessanti pellicole proiettate, alcune delle quali confidiamo trovino Distribuzione nelle sale cinematografiche italiane.

Film più originale: Women form the rote island (Jeremias Nyangoen, Indonesia, 2023).

Motivazione: Potente e inatteso nel raccontare una storia vera tanto violenta quanto comune ad ogni latitudine, quella della violenza di genere. Si esprime attraverso uno sguardo originale capace di restituirci la dimensione locale della fiducia tradita, dello spazio violato, dell’orrore svelato. Un manifesto per il movimento femminista indonesiano.

Ex aequo: Maryam (Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023).

Motivazione: Maryam è un originale e coraggioso ritratto del complesso di regole dettate dalla sharia, capaci di condizionare la libera scelta delle donne. Una giornata fatta di tappe irrinunciabili che conduce gli spettatori e la protagonista verso una forzata presa di coscienza e inaspettata scelta di autodeterminazione, attraverso dialoghi originali, intrepidi, violenti come armi da taglio.

Miglior attore: Frederick Ming Zhong Lee per Fish Memories (Hung-I Chen, Taiwan, 2023).

Motivazione: Frederick Ming Zhong Lee stupisce per la versatilità e la capacità di donare al protagonista di FISH MEMORIES un fascino insolito. Elegante ed empatico, presenta la sua chiave interpretativa nel ruolo di amico, amante, fratello, nemico. Una performance senza enfasi eppure capace di esprimersi con la più ampia gamma di emozioni sul filo dell’ambiguità tra bene e male, attività e passività, bellezza e orrore.

Miglior attrice: Sogia Jane per Maryam (Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023).

Motivazione: Sofia Jane è Maryam. Prova estenuante per un personaggio che alterna insofferenza a sopportazione, frustrazione a coraggio, sfida ad autodeterminazione. Sofia Jane non ha altra sponda che il confronto dialettico con l’altro da sé: sorridere è impossibile, rilassarsi è vietato; una interpretazione intensa capace di esprimere insieme l’ineluttabilità del presente e la sfida del futuro.

Miglior Regia: Naoko Ogigami per Ripples (Giappone, 2023).

Motivazione: Con la sua sensibilità Naoko Ogigami è riuscita ad orchestrare con Ripples un racconto equilibrato, credibile ed efficace, Iyashi-kei eiga: “capace di guarigione emotiva”. Il film restituisce al pubblico, attraverso un personaggio ossessivo compulsivo, il fantasma delle nostre paure. Grandi temi come l’abbandono, il rancore, la malattia, la morte si trasformano con sguardo impietoso, surreale, e con tagliente ironia. La volontà di vendetta lascia il posto ad una liberatoria danza sotto la pioggia, apoteosi di un’opera dalla mirabile regia.

Miglior Film: Inside the yellow cocoon sheel (Pham Thien An, Vietnam, 2023).

Motivazione: Un film audace che pone al centro il tema della spiritualità quale rapporto tra fede ed esperienza terrena. Il piano sequenza perde i connotati puramente narrativi per farsi espressione metafisica del presente. Il fuori campo esprime in sé il delicato confine tra immanente e trascendente, accompagnando il pubblico verso un necessario ritorno alla specificità documentaria del linguaggio filmico. Eccezionale sintesi di profondità e controllo registico per un’opera prima.

Gli studenti del Master in Traduzione Audiovisiva della UnInt coordinata dal prof. Antonio Falduto, in qualità di membri della giuria per la sezione Newcomers, dedicata alle opere prime, hanno deciso di premiare il film The cord of life, diretto da Sixue Qiao, con la seguente motivazione: “attraverso l’uso della musica e della fotografia, la regista riesce a trasmettere al pubblico emozioni profonde. Man mano che la storia procede, la musica ”pop” di Alus lascia il posto a melodie ”folk”.

Ricordiamo che i premi sono stati generosamente realizzati ed offerti dall’artista Fabio Truffa.

In qualità di Ligurianotizie la pellicola che abbiamo amato di più è “Last Shadow at first Light” di Nicole Midori Woodford, Singapore 2023, girato in buona parte anche in Giappone; pellicola dalla trama spirituale di rara bellezza poetica che rievoca il fantasma dello tsunami che colpì Fukushima nel marzo del 2011.

Ringraziamo il direttore artistico Antonio Termenini ed il suo stretto collaboratore Tonino Mannella per l’ottima edizione dell’Asian Film Festival organizzata, che non mancheremo di seguire anche il prossimo anno. Romina De Simone