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Reggiana-Genoa 1-2, Pinamonti regalata l’ennesima vittoria d’estate

Che bella Storia! Che bella serata di sport! Una medaglia d’oro al valore calcistico. Al patrimonio di valori che la ‘Regia’ rappresenta per la città e una tifoseria, capace di attraversare a testa alta la buona come la cattiva sorte. Chissà lassù l’orgoglio dell’“Umberloun”, tra i soci fondatori, per questa celebrazione del centenario. C’è un pubblico in amorevoli sensi per l’antica amicizia. C’è uno stadio, il Mirabello, teatro della prima stretta di mano tra Genoa e Reggiana. Era il 1924. Nella città del tricolore, il Genoa lo sfoggiava sul petto. Ieri, oggi, domani. Passato, presente, futuro. La settima uscita porta un’altra riga di indicazioni. Il tempo di tirare le somme si avvicina. La condizione cresce. E l’inserimento dei nuovi, come il debuttante Saponara, rientra tra i tagliandi. Mister Andreazzoli ne approfitta per aumentare il minutaggio. Piacere. Dopo i convenevoli il Grifo si presenta con un tiro di Lerager. Fuori di un pelo. I nostri macinano gioco sfondando a destra con azioni incisive. Pinamonti, Ghiglione e Kouamè sviluppano armando il tiro di Saponara. Voltolini si supera. Poi di testa Pinamonti per poco la sbatte dentro. La differenza si vede. Il ‘Vecchio Balordo’ spinge, lasciando qualcosa per strada nell’ultimo passaggio o nella finalizzazione. I granata tengono botta e, con Rodriguez, impegnano Radu. Il vantaggio è firmato da Ghiglione dopo un cadeaux di Saponara. La conclusione dal limite non lascia scampo. Si suda in campo e fuori. La qualità in mezzo trova sponda in fraseggi che accendono la luce. Clic. Pinamonti con una girata alta e poi con un rasoterra deviato, Biraschi con una fiondata sfiorano il bis. La prima frazione si chiude avanti di uno.

“Una grande amicizia da sempre ci lega, oggi più che mai”. “La gradinata nord saluta gli amici di Reggio Emilia”. Durante il riposo sul prato del Mirabello, quante ne ha viste, fioriscono gli striscioni e sventolano le bandiere tra cori in levare. C’è sostanza come in una forma del famoso formaggio reggiano. Nessuno che si pesti i piedi. I cuori battono all’unisono. I padroni di casa afferrano l’avvio per mostrare i denti. Il Genoa controlla alzando il baricentro per pungere, come le zanzare che aprono la caccia in tribuna. Il tecnico assiste dalla panchina immagazzinando ogni minuto, ogni tentativo di gol, ogni respiro come dal claim della campagna abbonamenti. Quota 14mila è vicina. La febbre di Genoa è esplosa con i botti della settimana. Resta solo l’ultima giornata per esercitare le prelazioni. Saponara detta, Kouamè misura l’assist, Pinamonti insacca. Il raddoppio è cosa fatta. La difesa dietro monta una guardia stretta, concedendo solo spifferi. Nel mezzo le geometrie si cibano di piedi educati a lanciare in profondità. Le gambe girano e le distanze tra i reparti rimangono corte per tutto l’andamento del match. Un bel colpo d’occhio dall’alto. Il dinamismo è un ingrediente che sembra non mancare, come le istruzioni d’uso. La ‘Regia” ci prova con un paio di bordate, Radu ha il radar inserito e fa da scudo. Nella città dove la Bandiera è nata, il popolo granata spinge per il gol della Bandiera. Arriva sulla incornata di Haruna da calcio d’angolo, dopo che Pandev fa tremare il palo. Game over su una partita (vittoria per 2-1) che entra negli annali. Che bella Storia! Che bella serata di sport!

GENOA: Radu, Zapata (30’st Rizzo), Barreca (30’st Jagiello), Criscito (c) (30’st Agudelo), Lerager (30’st Gumus), Kouamè (30’st Sanabria), Biraschi (30’st El Yamiq), Ghiglione (30’st Romulo), Radovanovic, Saponara (30’st Pandev), Pinamonti (30’st Romero). A disposizione: Jandrei, Marchetti, Sandro. All. Andreazzoli.

RETI: pt 35’ Ghiglione; st 8’ Pinamonti; 38’ Haruna.