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Reati in Liguria, Ardenti a Pastorino: ipocrisia sinistra, stranieri delinquono di più

Carcere di Genova Marassi (foto di repertorio)

“Oggi il consigliere regionale di Linea Condivisa Gianni Pastorino, riprendendo una valutazione personale del segretario di uno dei sindacati di Polizia (vicino alla sinistra) sul rapporto dei reati denunciati nel 2018 nelle varie Province italiane pubblicato lo scorso ottobre sul quotidiano Il Sole 24 Ore, ha sostenuto che per la Regione Liguria ‘il quadro emerso è allarmante’ e che ‘la propaganda leghista e la gestione del territorio sono due cose diverse’. Nulla di più inesatto e fuorviante”.

Lo ha dichiarato il vice capogruppo regionale Paolo Ardenti (Lega).

“Infatti – ha spiegato Ardenti – come raccontano le cronache sulla criminalità in Liguria, ma non solo, la maggior parte dei reati viene commessa da stranieri.

In tal senso, non è senz’altro un caso che, secondo quanto riferito lo scorso febbraio dai responsabili del sindacato Sappe, oltre il 50% dei detenuti nelle carceri liguri è straniero a fronte di una popolazione straniera che in Liguria risulta del 9,4%.

Inoltre, spesso i malviventi vengono arrestati dalle Forze dell’ordine, che ringrazio per il loro prezioso e proficuo lavoro, ma vengono lasciati liberi e non rimpatriati.

Abbassare la guardia, ricominciare con il buonismo, riaprire i porti e la cosiddetta ‘mangiatoia’ come vuole fare la sinistra, che poi ha pure il coraggio di parlare di criminalità sul territorio, fa rabbrividire.

La Lega, con Matteo Salvini ministro dell’Interno, ha portato avanti con successo l’inizio di una battaglia di buonsenso per chiudere i porti, rimpatriare stranieri irregolari e malviventi, inasprire le pene e molto altro.

Le norme contenute sui Decreti Sicurezza di fine 2018 e giugno 2019, che tra l’altro danno anche più poteri ai sindaci sul territorio, in realtà sono state osteggiate in tutti i modi in Parlamento proprio dai compagni di Pastorino, che ora attacca la Lega. L’ipocrisia di una certa politica non ha limiti”.

“E’ stato da poco pubblicato il rapporto redatto dal Sole 24 Ore – aveva riferito oggi pomeriggio il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) – in merito ai reati denunciati nel corso del 2018. Il quadro che ne emerge è allarmante: la Liguria, sommando i risultati delle quattro province, è la prima Regione per tale fenomeno.

Il che delinea in modo chiaro come la propaganda leghista, al governo ormai da anni, e la gestione del territorio siano due cose diverse.

La condizione della Liguria è resa ancora più preoccupante se si prendono in considerazione le dichiarazioni del SIAP, che denuncia una mancanza di organico, specie nel settore investigativo, a discapito invece di operazioni ritenute inutili, e che distraggono un sacco di risorse.

E’ evidente, quindi, che i cosiddetti pattuglioni, tanto osannati dalle Giunte comunali di destra, non portano ad una migliore qualità della vita della comunità, ma, al massimo, hanno come unico risultato un po’ di impatto mediatico.

Il dilagare della criminalità è dovuta non tanto alla assenza di pattuglioni, quanto piuttosto all’abbandono sociale delle periferie, altro esempio del fallimento a Genova del modo di concepire il decentramento targato Bucci: forze dell’ordine impegnate a farsi vedere in centro, mentre in periferia dilaga il disagio sociale.

Un altro dato che senz’altro deve porre qualche riflessione è quello che vede Genova come seconda provincia per spaccio, e con la tematica delle infiltrazioni mafiose in porto che difficilmente viene considerata con la dovuta serietà e durezza dalle Istituzioni locali.

Andando al di là del Capoluogo il Sole 24 Ore descrive la provincia di Imperia come disastrata per gli organici delle forze dell’ordine presenti, e la timidezza delle Istituzioni in un corretto monitoraggio del Porto di Savona, al fine di salvaguardarlo da eventuali infiltrazioni mafiose: il tema della mafia necessita di una seria riflessione e viene quindi spontaneo chiedersi perché, dopo 10 anni, non sia ancora istituita la Commissione Antimafia.

Se si vuole dare un riscontro con dei numeri, a furia di fare pattuglioni inutili, il settore investigativo lamenta mancanza di organico, al punto che in Liguria chi è adibito a mansioni di intelligence ricopre solo il 10-15% del personale disponibile.

Il quadro è tragico e i liguri lo percepiscono molto bene, purtroppo. Come si potrà contrastare la criminalità sul nostro territorio, quella che spaccia, organizza la prostituzione, gestisce attività malavitose, senza una vera attività di intelligence? Tra poco la Lega tirerà fuori un po’ di felpe con le più disparate scritte a favore delle Forze dell’ordine, ma sono proprio i leghisti i veri nemici della sicurezza sociale e i dati che emergono lo confermano”.