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Pro Recco, Zeno Bertoli aspetta l’ultimo via libera

Pro Recco, Zeno Bertoli aspetta l’ultimo via libera
Pro Recco, Zeno Bertoli aspetta l’ultimo via libera

Pro Recco, Zeno Bertoli aspetta l’ultimo via libera, la grande paura è passata, dieci giorni e si torna in vasca

Pro Recco, Zeno Bertoli aspetta l’ultimo via libera, il difensore della Pro Recco, argento agli europei di Zagabria con il Settebello, è stato ricoverato dieci giorni all’Ospedale San Martino di Genova e operato per uno pneumotorace spontaneo. Adesso, però, tutto è finalmente alle spalle.

“Era il giorno dell’Epifania – racconta – ci eravamo allenati al mattino, la sera avevamo organizzato una cena fuori con i miei compagni; quando ero ormai pronto per uscire ho avvertito un dolore fortissimo al petto. Fortuna ha voluto che in quel momento mi chiamasse al telefono Nicholas Presciutti: gli ho detto di venire da me, a Sori, perché non stavo bene, non riuscivo più a muovermi. Pensavo mi stesse venendo un infarto, ho avuto paura di morire”.

Bertoli, solo in casa perché moglie e figlio sono rimasti ancora qualche giorno a Napoli per le festività natalizie, fa in tempo ad uscire sulle scale per aspettare il compagno di squadra. Che quando arriva chiama subito l’ambulanza, di corsa in codice rosso verso il pronto soccorso dell’ospedale genovese.

Da qui, dopo gli esami, il ricovero nel reparto di chirurgia toracica e la successiva operazione per ridare piena funzionalità al polmone: “Tre ore in tutto tra preparazione e intervento in anestesia generale, ma per fortuna è andata bene.

Desidero ringraziare di cuore il primario Gian Luca Pariscenti, il dottor Giacomo Leoncini e tutta l’equipe medica, gli infermieri e il personale del reparto: sono stati straordinari a livello professionale ed anche umano nel non farmi sentire la mancanza di familiari e amici, impossibilitati a visitarmi a causa delle restrizioni anti Covid.

Al San Martino – prosegue il difensore – ho trovato un’eccellenza sanitaria, dei grandi specialisti che mi hanno seguito con scrupolosità e competenza: lo confesso, avevo paura di non poter più tornare a giocare a pallanuoto, ma il primario mi ha subito rassicurato che sarei tornato alla vita di tutti i giorni, che non sarei stato limitato nella mia attività agonistica.

Adesso non vedo l’ora di tornare in acqua; qualche giorno fa ho tolto i punti, il 10 febbraio avrò una seconda visita di controllo e poi, finalmente, potrò tuffarmi a Punta Sant’Anna: il mio obiettivo è ritornare in gruppo dopo un mese. Mi farebbe piacere invitare in piscina i medici che mi hanno curato. A Presciutti, invece, offrirò una cena”.