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Piazza del Brandale a Savona: martedì 2 giugno manifestazione del Partito Comunista

Partito Comunista in piazza (foto di repertorio fb)

Alle 11 di martedì 2 giugno è in programma una manifestazione del Patito Comunista in piazza del Brandale a Savona.

“ll 2 giugno – hanno spiegato i responsabili del Partito Comunista ligure – è la Festa della Repubblica, nata dal sacrificio dei partigiani che hanno combattuto contro il nazifascismo, ma anche per la costruzione di una società nuova e giusta, che purtroppo non è mai stata realizzata.

La recente crisi sanitaria ha messo a nudo l’inefficienza e la brutalità del sistema capitalista, che prima ha distrutto la sanità pubblica e poi ha dimostrato che il profitto e gli interessi delle classi dominanti sono sempre più importanti della sicurezza delle masse popolari, che sono state abbandonate a loro stesse.

Operai e lavoratori costretti a rischiare la salute per non fermare la produzione, licenziamenti, cassa integrazione non pagata, chiusure di decine di migliaia di piccoli esercizi commerciali e artigianali: una massa enorme di situazioni di povertà assoluta o comunque di grande difficoltà.

E la politica del Governo, supino ai monopoli capitalistici italiani e stranieri, è quella di far pagare i costi della crisi del sistema capitalistico globalizzato ai lavoratori e ai ceti popolari”.

“La Repubblica italiana – ha sottolineato il segretario nazionale Marco Rizzo che sarà in piazza a Roma – è fondata sul lavoro, vogliamo combattere questa ulteriore aggressione contro i diritti dei lavoratori, salariati o autonomi, che vogliamo rendere protagonisti.

Chi produce la ricchezza del Paese deve essere al centro delle decisioni.

Serve il cambio del modello di società e occorre rompere al più presto la gabbia europea.

Il Partito Comunista rilancia l’unità di tutti i lavoratori e ribadisce l’alleanza strategica sociale, l’unica necessaria, chiamando nelle piazze di ogni regione i militanti, i simpatizzanti e tutti coloro che, nel giorno della nascita della Repubblica, hanno bisogno di gridare che questo modello di società ha fallito”.