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XX^ Gran Fondo città della Spezia: rinnovato impegno Green

XX^ Gran Fondo città della Spezia: rinnovato impegno Green
XX^ Gran Fondo città della Spezia: rinnovato impegno Green

LA SPEZIA – Presentata ieri mattina, presso la Sala Giunta del Palazzo Civico di Città della Spezia, la XX^ edizione della Granfondo organizzata dal Gruppo Sportivo Tarros.

A illustrare le novità della gara, che si svolgerà il prossimo 29 marzo con il coinvolgimento di 1.800 ciclisti provenienti da tutta Italia, erano presenti Marco Canaletti del Gruppo Sportivo Tarros, Filippo Mutti di IMQ, Marco Fanton di Acam Ambiente, Patrizia Saccone assessore allo sport, Alessio Baudone vicepresidente della Federazione ciclistica ligure, il commissario dei vigili Urbani Fabio Ratto e l’ispettore della Polizia stradale Stefano Rossi.

Accanto alle novità dei percorsi e dell’inserimento di una cronoscalata a premi sulla tratta Levanto-Passo Guaitarola, sono state illustrate le numerose iniziative messe in atto in ottica “green” e sociale.

“Lo scorso anno – ha ricordato l’assessore allo sport Patrizia Saccone – l’impegno nel ridurre l’impatto ambientale della Gran Fondo e nel promuovere la sostenibilità sociale valsero alla competizione spezzina l’ottenimento, quale primo evento ciclistico al mondo, della Council for Responsible Sport Certification, certificazione made in Usa rilasciata solo agli eventi con alto profilo sociale e ambientale con la Gran Fondo città della Spezia che è riuscita a recuperare quasi il 95 per cento dei rifiuti”.

“Nell’ambito della beneficenza e del coinvolgimento sociale – ha proseguito la Saccone – sono stati 239 i chili di commestibili non utilizzati e donati, 3mila gli euro raccolti in beneficenza e 400 i bambini coinvolti nel programma di sicurezza stradale”.

Un impegno che gli organizzatori hanno voluto confermare anche per quest’anno, con l’obiettivo di limitare ulteriormente l’impatto sul territorio, in particolare riducendo i rifiuti, gli sprechi e le emissioni, ma anche con la volontà di coinvolgere la collettività e valorizzare il territorio.

Al loro fianco in questo percorso, di nuovo IMQ, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità, partner esclusivo per l’Italia del Council for Responsible Sport, che come per l’edizione precedente sta supportando il Gruppo Sportivo Tarros nell’individuazione delle iniziative sostenibili da avviare.

“Iniziative” ha spiegato Filippo Mutti di IMQ “che oltre agli organizzatori vedranno coinvolti in prima persona anche i fornitori, gli sponsor, le istituzioni territoriali – Comune, Polizia stradale e Polizia municipalizzata – le Associazioni come Anffas, le realtà come Acam Ambiente e Croce Rossa, ma anche gli atleti, i collaboratori, gli spettatori. Il tutto in un’ottica di sensibilizzazione collettiva alla sostenibilità che è il vero scopo alla base della Council for Responsible Sport Certification”.

Tra queste sono state ricordate: l’eliminazione dei volantini cartacei promozionali; l’attenzione alla raccolta dei rifiuti e l’ulteriore incremento della raccolta differenziata e del compostaggio sempre grazie alla collaborazione con Acam Ambiente; il calcolo della water e della carbon footprint dell’evento, ai fini di monitorare gli ambiti di miglioramento; l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto da distribuire in bicchieri biodegradabili per evitare le bottigliette in plastica e favorire l’utilizzo di risorse del territorio; l’adozione di una politica di green procurement negli acquisti, attenta all’ambiente ma anche alle forniture locali; la messa in opera di un piano per la sicurezza generale dell’evento; le iniziative sociali come la raccolta di abiti per i più bisognosi, la distribuzione degli alimenti non utilizzati in gara, la raccolta di fondi in beneficienza.

Confermato anche “Il giardino dei giovanissimi” che avrà luogo sabato 28 marzo in viale Mazzini e nel Parco Giochi Centro Allende. Un evento organizzato con la collaborazione della Polizia Municipale, di quella Stradale e dell’Associazione Anffas, con l’obiettivo di formare e sensibilizzare alla sicurezza stradale e ambientale i più giovani, grazie a momenti didattici, aree gioco, laboratori sul tema dello sport e la sostenibilità, durante i quali verranno realizzati anche “premi sostenibili” da consegnare agli atleti il giorno della gara.

Infine, tra le attività previste per la XXa edizione della Granfondo, ce n’è anche una dedicata alle neomamme: si tratta del punto Nursery, simpatica e inedita iniziativa pensata da Acam Ambiente, una sorta di “baby-paddock” dove le mamme potranno cambiare i loro bambini e “differenziare” consapevolmente anche i pannolini grazie a un cassonetto rosso appositamente predisposto”.

internet: http://www.grupposportivotarros.it

Il sole invia particelle: segnali radio disturbati

Il sole invia particelle: segnali radio disturbati
Il sole invia particelle: segnali radio disturbati

WASHINGTON – Dopo un periodo di relativa calma il sole torna ad essere irrequieto e lo fa con una macchia solare che invia verso la Terra uno sciame di particelle che disturberanno i segnali radio.

La macchia, fotografata dal telescopio spaziale della Nasa Sdo, il Solar Dynamics Observatory, è stata indicata con la sigla AR2297, che ha provocato sul Sole un’eruzione notevole, classificata nella classe X.

Quest’ultima è la più alta nella scala di tre livelli va dalle eruzioni di tipo C, le più deboli, alle intermedie (di tipo M) fino alle più violente, di tipo C.

Le informazioni inviate sulla Terra dal Solar Dynamics Observatory indicano che negli ultimi giorni la macchia solare ha più che raddoppiato le sue dimensioni.

Internet: ternhttp://sdo.gsfc.nasa.gov/

Sequestro da 9 milioni ai nomadi, intercettazione: Rubiamo ogni giorno

Sequestro da 9 milioni ai nomadi, intercettazione: Rubiamo ogni giorno
Guardia di Finanza (foto di repertorio)

GENOVA. 6 MAR. Maxi sequestro ai nomadi da 9 milioni di euro. Ventinove immobili fra cui ville in Sardegna e Svizzera, 52 terreni, 53 veicoli ed auto di lusso, 113 conti correnti e le quote di otto società.

Secondo gli investigatori, il profilo criminale della presunta banda di nomadi, di origine sinti, residenti nei campi di Bolzaneto e dell’astigiano, può essere sintetizzato in una frase intercettata dai carabinieri durante una conversazione fra due di loro: “Si va a rubare tutti i giorni”.

Le conversazioni dei fratelli Alfredo e Mario Botto erano controllate dalle forze dell’ordine, che stavano indagando su 7 furti in casa, per cui i sinti poi sono stati condannati in secondo grado a quattro anni e otto mesi.

Oltre ad alcuni beni dei fratelli Botto, i sigilli sono scattati anche per i patrimoni di Giacomo Lafleur, Antonino Greco, Romolo Laforè, Pietro Lafleur, Gaetano Dellagaren, Gianni Bresciani, Pietro Bianchi, Domenico Bianchi, Valerio Bodino e Luciano Bodino.

I nomadi hanno precedenti per furti in casa, ma alcuni anche per rapine e sequestro di persona. Uno di loro era stato indagato perché trovato in possesso di una ricetrasmittente collegata alle frequenze della polizia.

Secondo la procura genovese, le persone sottoposte alla misura economica avevano un tenore di vita del tutto discordante rispetto alle dichiarazioni dei redditi presentate e le entrate economiche sarebbero da ricondurre alle presunte attività illecite messe in atto dai nuclei familiari finiti nel mirino di Carabinieri e Guardia di Finanza di Genova.

Genova violenta: nordafricano aggredisce donna incinta di 7 mesi

Genova violenta: nordafricano aggredisce donna incinta di 7 mesi
Piazza delle Lavandaie a Genova

GENOVA – Senza pietà e rispetto. Neppure per una donna al settimo mese di gravidanza. “A quel nordafricano non importava nulla che fossi incinta di sette mesi. Se non ci fosse stato mio marito, mi avrebbe picchiata e rapinata lo stesso”.

Comincia così il drammatico racconto di Franca M., residente nel centro storico genovese, ancora sotto choc per l’aggressione che è stata costretta a subire stanotte in piazza delle Lavandaie, a pochi passi da piazza Sarzano, da parte di un pericoloso immigrato di origine maghrebina. Il nordafricano era stato lasciato libero, senza essere rimpatriato. Probabilmente, è pronto a colpire di nuovo.

Il grave episodio è successo intorno alle 4 di un fine settimana come tanti. Secondo la testimonianza della donna, il marito, dopo aver trascorso il sabato sera in casa con la moglie e gli amici, ha accompagnato un’amica della moglie a casa sua, rientrando poco prima delle 3,20.

Appena ha parcheggiato in piazza delle Lavandaie, però, il nordafricano gli è balzato dentro l’auto e lo ha sequestrato per circa 40 minuti. Prima lo ha aggredito, prendendogli le chiavi e lo smartphone. Poi gli ha puntato le chiavi al collo, lo ha minacciato e ha preteso dei soldi, dicendogli che era appena uscito da Marassi.

“Il nordafricano era alto 1.80, indossava un piumino nero, pantaloni grigi, aveva circa 35 anni – ha aggiunto la donna in gravidanza – l’ho visto in faccia e se me lo trovassi davanti, lo riconoscerei subito. Mio marito aveva parcheggiato l’auto con il lato guida adiacente al muro e quindi non poteva scendere, se non dal lato passeggero.

Lui è una persona molto calma, ha provato in tutti i modi a farlo ragionare, ma il nordafricano era minaccioso e ubriaco. Non ne voleva proprio sapere di scendere. Lo ha quindi sequestrato in auto per una quarantina di minuti.

Alla fine, vedendo quello che stava succedendo, sono scesa in piazza delle Lavandaie da sola per andare ad aiutare mio marito. Nessuno dei vicini si è affacciato, né ci ha aiutati. Quando ho aperto la portiera del passeggero, il delinquente è uscito e si è avventato contro di me. Mi sono fatta male a una spalla. A quel punto, mio marito ha reagito e mi ha difesa, riuscendo a bloccarlo. Poi, ho telefonato al 113 chiedendo l’intervento di una pattuglia.

Il maghrebino ha capito che gli era andata male. E’ riuscito a divincolarsi e a scappare gettando le chiavi per terra. Noi abbiamo recuperato le chiavi dell’auto e gli siamo corsi dietro fino a piazza Matteotti. Volevamo farlo arrestare, ma purtroppo è riuscito a dileguarsi nei vicoli. Sono intervenute due Volanti, che hanno provato a rintracciarlo, ma senza successo. Speriamo che la polizia riesca ad individuarlo”.

Oggi pomeriggio, Franca M. è stata costretta a rivolgersi al pronto soccorso del Galliera per una visita di controllo. Per la gravidanza, fortunatamente non sono stati riscontrati problemi. Tuttavia, i sanitari hanno compilato un referto con sette giorni di prognosi e raccomandato assoluto riposo. Ora nei caruggi è caccia al rapinatore di Sarzano.

Sesso sfrenato sulla A26 (fuori dall’auto): multa da 20.000 euro

Controlli anti alcol nello spezzino: patenti sospese e una revocata
Polizia stradale (immagine di repertorio)

GENOVA. 30 GEN. Se siano stati colti da un raptus erotico strada facendo o se abbiano pianificato la performance hard non è ancora chiaro.

Fatto sta che molti automobilisti, che ieri si sono trovati a percorrere l’autostrada A26 da Genova verso il Basso Piemonte, giunti in località Boschina, guardando verso la piazzola di Sillavengo, sono stati costretti, volenti o nolenti, ad assistere all’incontro sessuale di due uomini mentre in pieno giorno e all’aria aperta si accoppiavano incuranti del freddo.

Dalle testimonianze raccolte, infatti, nell’area di sosta, già nota per incontri sia fra gay sia fra scambisti, erano presenti altre persone che hanno urlato all’indirizzo dei due per invitarli a smettere, ma i protagonisti della sessione erotica sarebbero stati così impegnati e concentrati da continuare imperterriti a consumare il loro rapporto sessuale ‘en plein air’.

Parecchi automobilisti che transitavano sulla A26, scorgendo lo spettacolo, ben visibile dalla carreggiata, avrebbero però avvisato, con i lampeggianti, una pattuglia della Polizia Stradale che, recatasi sul posto e pizzicati ancora in flagrante i due amanti focosi, ha posto fine allo show, comminando una multa salatissima: addirittura 10.000 euro a testa. Per un totale complessivo di 20.000 euro. Una cifra record che probabilmente non ha precedenti in casi analoghi.

I protagonisti della vicenda risultano un 70enne di Borgomanero e un 56enne del Canavese. Dopo una sanzione del genere è molto probabile che, la prossima volta, decidano di sfogare altrove i loro bollenti spiriti.

M.F.

Genova Albaro, cinghiali fuori dal bar ‘dei vip’ a mezzogiorno

Genova Albaro, cinghiali fuori dal bar 'dei vip' a mezzogiorno
Una famigliola di cinghiali che scorrazza a Genova Albaro (foto di repertorio)

GENOVA. 21 GEN. Quattro cinghiali adulti in Piazza Leonardo da Vinci, nel pieno centro del quartiere di Albaro, a pochi metri dal noto bar ‘La Piazza’, passata proprietà della figlia dell’ex Presidente della Regione Liguria Sandro Biasotti e notoriamente frequentato da molti vip e personaggi della cosiddetta ‘Genova bene’.

E’ questo il ‘quadretto familiare’ catturato dal genovese che intorno all’ora di pranzo di oggi, trovandosi a transitare lungo via Ricci, in direzione di via Boselli, all’altezza di piazza Leonardo Da Vinci, proprio all’incrocio con via Monte Zovetto, ha notato la famigliola di ungulati che si guardavano tranquillamente intorno, fermi a metà dell’attraversamento stradale, all’inizio dell’aiuola spartitraffico.

Già diverse volte, negli ultimi mesi, sono stati documentati (anche da LN) diversi avvistamenti di gruppi di cinghiali in giro per il capoluogo ligure.

Le foto di ungulati a spasso, anche per il quartiere di Albaro, non sono quindi una novità. Ma che adesso addirittura gli animali selvatici si spingano fino a pochi metri da negozi, supermercati e locali in pieno giorno e in una zona molto frequentata dalle persone, appare perlomeno singolare. Sperando non diventi un’abitudine.

M.F.

Cadavere donna ritrovato in un traghetto partito da Genova

Cadavere donna ritrovato in un traghetto partito da Genova
Tirrenia (foto di repertorio)

GENOVA. 16 NOV. Il corpo di una donna senza vita è stato trovato a Porto Torres nella stiva del traghetto Tirrenia “Sharden” proveniente da Genova.

Dalle prime informazioni, sembra, che sul cadavere non siano presenti segni di violenza.

Molto probabilmente si tratta di Imelda Bechstein, 74 anni di Monaco, scomparsa lo scorso 30 ottobre mentre dalla Sardegna rientrava verso Genova a bordo dello stesso traghetto, lo “Sharden”, assieme al marito.

Era stato proprio il coniuge a lanciare l’allarme, ma della donna non si era saputa più alcuna notizia e si era pensato ad una caduta in mare.

I resti della donna sono stati trovati nella sala macchine del traghetto in una condotta per l’ispezione alle assi dell’elica, il che rende ancora più misteriosa tale morte.

Ora toccherà al medico legale fare luce sulle cause della morte.

Bomba disinnescata alle Poste di Castelletto, pista antagonisti

Bomba disinnescata alle Poste di Castelletto, pista antagonisti
Polizia, agenti della Digos (foto di repertorio)

GENOVA. 8 GIU. La Digos genovese ha prelevato e sta analizzando le immagini della telecamera puntata sulle Poste in Spianata Castelletto.

Sono considerate preziose per risalire agli autori dell’allarme per la tanica con 5 litri di liquido infiammabile, pila e fili elettrici ritrovati stamane alle 7,30 da un passante, che ha avvisato il 113.

La sezione Scientifica, invece, sta effettuando i rilievi su congegno elettrico e tanica di benzina.

A Genova alcuni antagonisti, dopo aver deturpato i palazzi storici ed aver tenuto in ostaggio il centro città per un sabato sera, nei giorni scorsi avevano manifestato davanti alle Poste di via Dante e nella notte avevano imbrattato le vetrine di alcuni uffici postali, incluso quello di piazza Cavour.

Ora, per la rudimentale bomba davanti al bancomat delle Poste a Castelletto, la Digos genovese sta indagando a 360 gradi. Tuttavia, gli investigatori non escludono la pista della violenta protesta degli antagonisti di area anarchica.

A Torino nei giorni scorsi era saltato un altro bancomat delle Poste e l’attentato era stato rivendicato dagli antagonisti di area anarchica, che protestano contro la compagnia aerea Mistral Air, del gruppo Poste Italiane, secondo loro “colpevole di deportazione” ossia di trasferire gli immigrati clandestini nei centri di accoglienza e di identificazione.

 

Omicidio Pontedecimo, il vigile presente si difende davanti al pm

Omicidio Pontedecimo, il vigile presente si difende davanti al pm
Tribunale di Genova (foto d'archivio)

GENOVA. 28 LUG. L’agente di Polizia Municipale accusato di concorso per omissione in omicidio oggi si è difeso davanti al pm.

In sostanza, ha spiegato di non avere fermato la lite che ha portato all’omicidio del 65enne Francesco Larosa, ucciso a Pontedecimo dal nipote per una questione di vicinato, perché in quegli attimi non avrebbe compreso che cosa stesse realmente accadendo e la gravità della situazione.

Inoltre, avrebbe spiegato che sarebbe rimasto impietrito davanti alla scena di rabbia e violenza, forse per la paura.

L’agente della polizia municipale, ha poi precisato di non essere amico di nessuno delle due famiglie in lite, ma ha ammesso di essere stato contattato dai Bruzzese, che si erano presentati al comando di zona per chiedergli di intervenire sulla questione dei confini tra le proprietà delle famiglie imparentate fra loro.

Falsi Modigliani, Sgarbi a giunta Bucci: riaprite mostra. Ma Serafini non sa che fare

Falsi Modigliani, Sgarbi a giunta Bucci: riaprite mostra. Ma Serafini non sa che fare

GENOVA – “Riaprite, riaprite, riaprite”. Oggi il critico d’arte ed opinionista Vittorio Sgarbi ha lanciato uno dei suoi anatemi sulla nuova giunta di Genova, invitando il sindaco Marco Bucci a riaprire la mostra di Modigliani a Palazzo Ducale, chiusa dopo il sequestro di 21 opere (su 60 esposte) da parte della procura.

“Averla chiusa – ha dichiarato Sgarbi – non è soltanto un’ingiustizia nei confronti del pubblico, ma anche un atto di sottomissione al potere giudiziario. Un’indagine non è una sentenza, la mostra va riaperta. Anzi, alla luce di questi accadimenti, andava prorogata. La chiusura è un atto inaccettabile contro i cittadini che hanno il diritto, comunque, di vedere quelle opere, perché è una mostra finanziata con soldi pubblici. Mi auguro che il sindaco contraddica chi ha deciso questa inaccettabile resa”.

Molti dei dipinti sono stati ritenuti falsi dagli esperti di Modì (Pepi e Restellini). Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni, circolate a Palazzo di Giustizia, anche i periti incaricati da carabinieri e pm avrebbero già avanzato forti dubbi sulla loro autenticità.

Ciò nonostante, secondo Sgarbi, la cultura non può essere “ostaggio” di un’inchiesta della magistratura: “Non è stato ancora dimostrato che a Genova siano stati effettivamente esposti dei falsi Modigliani. L’indagine, di per sé, non vuol dire che le opere sono false”.

Se la Fondazione Palazzo Ducale (nominata custode giudiziale delle opere sequestrate) e il curatore della mostra Rudy Chiappini (uno dei tre indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle opere false) continuano a dichiararsi parte lesa, la giovane assessora comunale alla Cultura e Marketing territoriale, Elisa Serafini, pare che non sappia cosa fare, né quale consiglio dare al sindaco Bucci. Finora, sulla grana scoppiata al Ducale non ha neanche aperto bocca. Almeno ufficialmente.

Resa al potere giudiziario, anatemi su Bucci e slogan caprini a parte, l’idea di Vittorio Sgarbi di riaprire l’esposizione di Modigliani al Ducale è anche il risultato di un ulteriore ragionamento che lui stesso ha spiegato: “Il clamore mediatico e la storia delle presunte opere false susciterà grande interesse e curiosità fra i potenziali visitatori. Pertanto, se la mostra sarà prorogata di qualche settimana o mese, a Genova si registreranno molti più arrivi e presenze”.

L’opinionista, però, sembra non aver tenuto conto che occorrerà fare i conti con la procura e con il gip. Perché, prima di tutto, serve l’autorizzazione dei magistrati per il dissequestro delle 21 opere – appena sequestrate – ed il relativo provvedimento appare assai difficile da ottenere, soprattutto in tempi brevi.

Comunque, nella remota eventualità di una riapertura della mostra con le 21 opere incluse, il pubblico non sarebbe beffato o vittima del reato di truffa (ipotizzato dal pm) perché a seguito degli interventi di Pepi, Restellini e del nucleo specializzato dei Carabinieri, è stato portato a conoscenza della possibilità di dover pagare per ammirare alcune presunte opere false, che lo stesso Carlo Pepi ha definito “croste manifeste”.

Seguendo il ragionamento del critico d’arte-opinionista, il sindaco Bucci e l’assessora Serafini potrebbero anche decidere di far riaprire la mostra solo con la quarantina di opere superstiti, ossia non sequestrate dal pm, sull’autenticità delle quali nessuno ha mai avanzato dubbi (né Pepi e Restellini, né carabinieri e procura).

In questo secondo caso, però, l’esposizione genovese forse perderebbe quell’appeal mediatico, citato da Sgarbi, tale da far suscitare ulteriore curiosità di “ammirare” proprio quelle 21 opere – vere o false che siano – al centro dell’attenzione di tutti. Non si riuscirebbe quindi ad ottenere il risultato, auspicato dallo stesso Sgarbi, di registrare grandi numeri di pubblico e potrebbe essere un altro flop o l’ennesima figuraccia.

La frittata – non è l’unica sul nostro territorio – è stata fatta prima dell’avvento dell’era Bucci ed a rimetterci ancora per un po’ sarà sempre la povera Genova. Città in declino da anni perché chi l’ha amministrata finora non era senz’altro all’altezza del suo compito e di ciò che la Superba si sarebbe meritata. <strong>FGraf</strong>

AGGIORNAMENTO.

In merito alla situazione di Palazzo Ducale e della mostra di Modigliani, ecco una precisazione dell’assessora comunale Elisa Serafini, che ringraziamo per la nuova informazione non divulgata ai media dagli uffici preposti.

Prendiamo atto che la mostra di Modigliani non riaprirà, come richiesto da Sgarbi alla giunta Bucci.

“Come precisato da comunicazione pubblicata sul sito di Palazzo Ducale, ho chiesto e concordato con la direzione la possibilità di promuovere delle gratuite e libere al palazzo (piano nobile) per tutta la durata del weekend, in modo da compensare i turisti e i visitatori della mostra di Modigliani. Questa iniziativa è quindi condivisa dal mio assessorato e dalla direzione di Palazzo Ducale (visite ieri e oggi dalle 9.30 alle 19.30).
L’iniziativa è stata condivisa con il sindaco.
Ricordo che la chiusura di Palazzo Ducale è stata autorizzata, decisa e gestita in autonomia dal direttore di Palazzo Ducale.
Rimaniamo garantisti e aspettiamo, come sempre, i tre gradi di giudizio per poter commentare quanto accaduto”.

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