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Agente ci rimette la milza, tunisino scarcerato e riarrestato per furto

Agente ci rimette la milza, tunisino scarcerato e riarrestato per furto
Agente ci rimette la milza, tunisino scarcerato e riarrestato per furto

IMPERIA. “Poliziotto ci rimette la milza a Sanremo. Il malvivente nordafricano, gravato di pregiudizi di polizia e coinvolto in un’altra aggressione nell’imperiese, viene arrestato dai colleghi, rimesso in libertà da un magistrato e torna tranquillamente a delinquere.

Tutto nel giro di alcuni giorni, come da copione. Il tunisino del branco fermato dalla polizia lo scorso agosto nei pressi di un supermercato a Bussana, venerdì scorso è stato nuovamente arrestato dai carabinieri per furto aggravato a Gavorrano, in Toscana.

Vedremo se anche in questo caso il giudice concederà solo l’obbligo di firma, sarà previsto il rimpatrio o lo lascerà in galera”.

Lo ha riferito oggi il capogruppo regionale della Lega Nord Liguria, Alessandro Piana.

“Chi delinque abitualmente – ha aggiunto Piana – in genere è pronto a qualsiasi tipo di reazione in danno del malcapitato cittadino che si difende o delle Forze dell’ordine che intervengono per assicurarlo alla Giustizia.

In altre parole, tutte queste persone risultano potenzialmente violente e senz’altro pericolose perché spesso propense a reiterare i reati, senza avere alcun rispetto della proprietà, dei cittadini e delle nostre leggi.

Infatti oggi alla maggioranza delle persone appaiono incomprensibili certi provvedimenti di alcuni giudici, forse improntati più a vecchi schemi ideologici che al buonsenso rispetto alla necessaria applicazione delle norme.

Certe posizioni della politica di sinistra e di taluna magistratura, che sembra pronta a difendere più i delinquenti e meno i cittadini onesti e le Forze dell’ordine che li difendono,  ormai sono sotto gli occhi di tutti.

Noi non vogliamo che poliziotti e carabinieri vedano vanificato il loro costante e prezioso lavoro.

Pertanto, quando andremo a governare, faremo anche la necessaria riforma della Giustizia nell’esclusivo interesse dei cittadini onesti e perbene”.

Tragico incidente a Brignole con bus: muore donna 40enne

Sestri Levante, uomo spara alla moglie e la uccide
L'interno di un'ambulanza (immagine di repertorio)

GENOVA. 11 SET. Tragico incidente, poco dopo le 8 di oggi, nei pressi della rotonda di piazza delle Americhe a Genova Brignole. Un bus Amt della linea 37 è entrato in contatto con uno scooter nero facendolo finire a terra.

Ancora poco chiara la dinamica del sinistro, anche se l’impatto, secondo alcuni testimoni, è stato piuttosto violento. A tal punto che il bus è rimasto senza il pannello che copre il radiatore.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e i sanitari del 118.

AGGIORNAMENTO.

Secondo i primi accertamenti, alla guida dello scooter che è finito sotto il bus c’era Chiara Costa, 43 anni, di professione assistente sociale, che è deceduta.

Lo scooter procedeva dalla Foce alla Valbisagno, mentre il bus della linea 37 era partito da Brignole ed era diretto verso via Tomaso Invrea. La vittima è rimasta sotto il mezzo.

Il bus avrebbe colpito lo scooter della donna frontalmente e l’avrebbe trascinato per almeno 30 metri, sino all’aiuola spartitraffico. Sull’asfalto non risultano segni di frenata. Per estrarre il corpo da sotto il bus sono dovuti intervenire i vigili del fuoco con una gru, che ha sollevato il mezzo pubblico.

Le condizioni della donna sono apparse subito disperate. Immediati i soccorsi da parte dei sanitari del 118, che però non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

L’autista dell’autobus ha invece riportato lievissime ferite ed è stato trasferito al pronto soccorso in stato di choc. Nessuna conseguenza per le persone che erano a bordo del bus Amt.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri, che insieme ai vigili urbani sono impegnati nell’effettuare i rilievi per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente mortale.

Il mezzo pubblico è stato posto sotto sequestro. L’autista di Amt è risultato negativo ai test che individuano eventuali assunzioni di sostanze stupefacenti e di alcol. Tuttavia, è stato indagato per omicidio stradale.

Albaro, incidente stradale in via Righetti: muore il 20enne Niccolò Gattorno

Sestri Levante, uomo spara alla moglie e la uccide
L'interno di un'ambulanza (immagine di repertorio)

GENOVA. 5 SET. Incidente mortale stasera in via Righetti, ad Albaro. Un motociclista di 20 anni, Niccolò Gattorno, figlio dell’imprenditore genovese Sebastiano Gattorno, si è schiantato contro un’auto.

Il tragico scontro è avvenuto all’altezza dell’incrocio nei pressi di un distributore di benzina.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la vettura stava entrando al distributore facendo una inversione vietata e la moto non è riuscita ad evitarla.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, gli agenti della polizia municipale ed i sanitari del 118, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare. I rilievi sono stati compiuti dagli agenti della sezione infortunistica dei vigili urbani.

Giustizia a Bolzaneto, Enel stacca energia elettrica a campo nomadi e Bucci non gli paga le bollette

Giustizia a Bolzaneto, Enel stacca energia elettrica a campo nomadi e Bucci non gli paga le bollette
Campo nomadi a Genova Bolzaneto (foto di repertorio)

GENOVA. Operazione “Giustizia” a Bolzaneto. Finita la pacchia. Oggi i tecnici di Enel sono intervenuti presso il campo nomadi di Bolzaneto per staccare gli allacci dell’energia elettrica.

Il blitz è andato a buon fine, anche grazie all’ausilio ed alla protezione delle forze dell’ordine. All’operazione hanno partecipato agenti della Digos, poliziotti, carabinieri e vigili urbani.

Per anni le giunte di centrosinistra avevano pagato le bollette ai nomadi. Circa un anno e mezzo fa a Tursi era scoppiato lo scandalo perché era venuto fuori il conto da 800mila euro.

Successivamente, a giugno dell’anno scorso, la giunta Doria aveva deliberato che il pagamento delle bollette passasse ai residenti del campo nomadi con l’installazione di contatori a loro uso e non intestati al Comune.

Tuttavia, il sistema non ha funzionato, anche perché i rappresentanti dei nomadi avevano sostanzialmente chiesto un grosso sconto attraverso l’applicazione di un sistema forfettario per cui Enel è sempre stata contraria: “Utenti stanziali. Devono pagare come tutti gli altri, è possibile solamente il classico contratto di fornitura a consumo per residenti”.

Ora, con la giunta di centrodestra, il Comune non si schiera più a spada tratta dalla parte dei nomadi e ha definitivamente deciso di non pagare le bollette: “Non ci pensiamo proprio, ci sono tanti genovesi in gravi difficoltà”.

Fino a quando non verseranno quanto dovuto “come tutti gli altri” i nomadi “stanziali” di Bolzaneto rimarranno quindi al buio.

“Vent’anni di bollette pagate dal Comune e quindi dai cittadini. Avevo già denunciato questa situazione cinque anni fa. Ora si cambia registro” ha commentato il segretario della Lega Nord Liguria Edoardo Rixi.

Falsi Modigliani al Ducale, visitatori beffati e figuraccia di Genova? Tre indagati

Falsi Modigliani, Sgarbi a giunta Bucci: riaprite mostra. Ma Serafini non sa che fare

GENOVA – Decine di migliaia di visitatori del Ducale, che sarebbero stati beffati. Staremo a vedere come andrà a finire, ma al momento è purtroppo da registrare una figuraccia di Genova a livello nazionale ed internazionale.

Eppure i massimi esperti di Modigliani (Pepi e Restellini) lo avevano detto già da tempo: nel capoluogo ligure sono stati esposti falsi Modigliani.

Sono tre le persone indagate e 21 le opere sequestrate nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova sui presunti falsi esposti alla mostra su Modigliani a Palazzo Ducale (chiusa in anticipo solo a seguito del sequestro).

Le accuse, a vario titolo, sono falso di opere d’arte, ricettazione (perché le opere sono arrivate dall’estero) e truffa (anche nei confronti dei visitatori perché la mostra era a pagamento).

Tra gli indagati, risulta anche Rudy Chiappini, curatore della mostra, che era stato difeso (forse incautamente) a spada tratta dall’ex presidente Luca Borzani (Pd) prima che si dimettesse dall’incarico a Palazzo Ducale per il cambio di rotta a Tursi. Chappini si è difeso ancora una volta dichiarando che “in tutta questa vicenda io comunque mi sento parte lesa”.

Le altre due persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sui presunti quadri di Modigliani esposti a palazzo Ducale a Genova sono un curatore di MondoMostre Skira, la società che ha curato l’evento, e un collezionista di fama internazionale proprietario di alcuni dipinti.

Il sequestro delle 21 opere, la metà di quelle che facevano parte della mostra, è anche finalizzato ad una serie di rilievi scientifici che saranno eseguiti la prossima settimana. Verranno tra l’altro prelevati campioni delle opere di cui poi saranno analizzati i pigmenti per risalire alla datazione corretta dell’opera.

Secondo alcune indiscrezioni, anche l’esperta Isabella Quattrocchi, nominata dai pm come perito della procura, avrebbe sollevato forti dubbi circa la veridicità delle opere di Modigliani esposte al Ducale. Eppure per gli organizzatori e i vertici della struttura pubblica genovese sembrava che fossero tutte opere originali.

Tra l’altro, in precedenza, un’altra esperta incaricata dai carabinieri, Mariastella Margozzi, aveva confermato la tesi di Carlo Pepi e Marc Restellini.

“Nella mostra su Modigliani a Genova – ha spiegato più volte Pepi – c’erano opere false in modo talmente palese, che anche un bambino avrebbe potuto accorgersene”.

“Oggi – ha aggiunto Pepi – non mi meraviglia affatto scoprire che non sarebbero soltanto 13, ma addirittura 21 i dipinti sono finiti nel mirino dell’inchiesta perché probabilmente non sono originali.

Quando ho avuto modo di vedere la mostra al Ducale sono rimasto sbigottito. Attaccati alle pareti c’erano lavori platealmente, drammaticamente, prepotentemente falsi. E nemmeno pochi, tra l’altro.

Ho iniziato a dirlo in giro, a denunciarlo, ma per mesi hanno fatto tutti i pesci in barile. Intorno a me restava solo un totale, imbarazzante silenzio”.

Tra quelle che ha definito “croste manifeste” lo studioso e collezionista di Modì ha incluso “le nature, morte, a lui cointestate insieme a Kisling. Hanno un tratto talmente rozzo che non avrebbero mai potuto esser state vergate da Modì, nemmeno a metà. Per non parlare del cosiddetto ‘Nudo rosso’. Una tela del tutto del tutto priva dell’intensità vibrante, volumetrica, emotiva, così tipica di Modigliani”.

Berio Cafè, finisce un’epoca: l’annuncio di Paolo Vanni

Berio Cafè, finisce un’epoca: l’annuncio di Paolo Vanni
Paolo Vanni

GENOVA. 12 LUG. Con un semplice, laconico post, Paolo Vanni, gestore e ‘deus ex machina’ del Berio Cafè, annuncia la fine ultradecennale della propria gestione del noto locale annesso alla Biblioteca civica Berio.

“Oggi, 11 luglio 2017, si conclude la storia ultradecennale della attività di somministrazione chiamata BerioCafè. Per l’amministrazione pubblica non hanno avuto alcuna importanza, come è giusto che sia, i dodici anni di lavoro. L’unica cosa che ha determinato la scelta finale è stata l’offerta al rialzo del 121,43 % sulla base d’asta… A noi, e forse a qualcun altro, piace questa cartolina ricordo. Buona estate e soprattutto buona vita. Certamente ci rincontreremo in un altra “spiaggia“.

La gestione alla proprietà comunale era scaduta e per il conferimento in concessione del servizio di bar e ristorazione della Biblioteca Berio era stato indetto un bando per offerte tecniche ed economiche. Erano state tre le aziende che avevano partecipato alla gara di appalto.

Purtroppo un’azienda, non quella di Paolo Vanni, ha fatto un rialzo del 121,43 % sulla base d’asta e ha vinto l’appalto.

Immediata la reazione su Facebook con tantissimi commenti di solidarietà degli avventori e degli amici di Vanni.

Insomma sembra finire davvero un’epoca, fatta di simpatia, tolleranza e prezzi calmierati per tutte le tasche senza contare il legame di affetto e rispetto tra il ‘vecchio coi baffi’ e la popolazione che frequenta la biblioteca. Ed ora i dipendenti che fine faranno dopo il 31 luglio?

Davvero dispiaciuti, siamo certi che l’istrionico Vanni troverà una soluzione per il futuro, un luogo dove mettere i suoi adorati ombrelloni. L.B.

Genoa-Chievo e lancio fumogeni, la polizia individua i responsabili

Genoa-Chievo e lancio fumogeni, la polizia individua i responsabili
Tifosi del Genoa (immagine di repertorio)

GENOVA – La polizia ha eseguito questa mattina 7 perquisizioni concludendo un’indagine avviata subito dopo il termine della partita di calcio Genoa – Chievo, che si era disputata lo scorso 30 aprile allo stadio Marassi, dopo che con ripetuti e mirati lanci di fumogeni un gruppo di ultras aveva disturbato il regolare svolgimento dell’incontro di calcio.

In particolare a partita iniziata, un gruppo di giovani tifosi, con i volti travisati da passamontagna e sciarpe, hanno acceso numerosi fumogeni, mentre era in corso una contestazione verbale nei confronti del Presidente del Genoa, costringendo l’arbitro a sospendere la partita per alcuni minuti.

La Squadra Mobile, coordinata dalla procura nella persona del pm Emilio Gatti, ha ricostruito in modo certosino la successione degli eventi, individuando diversi ultras che avevano fattivamente contribuito a provocare i disordini, contestando loro la detenzione e lancio di artifizi esplosivi e di oggetti contundenti in occasione di manifestazioni sportive.

Alcuni oggetti atti ad offendere, tra cui mazze da baseball, bastoni e tirapugni e gli indumenti utilizzati per il travisamento sono stati sequestrati dagli agenti della Squadra Mobile.

A carico delle persone oggi perquisite, di età compresa tra i venti ed i venticinque anni, e comunque nei confronti di tutti i denunciati e di coloro che sono in via di identificazione, il Questore Bracco disporrà l’avvio del Daspo per impedire in futuro il loro accesso negli stadi in occasione di manifestazioni sportive.

Se ne vanno i migliori: sub genovese dei VVF muore durante immersione

Se ne vanno i migliori: sub genovese dei VVF muore durante immersione
Sommozzatori dell'Arma dei Carabinieri (foto di repertorio)

GENOVA. 8 GIU. Se ne vanno i migliori. Un sub genovese di 34 anni, Valerio D’Avino, è morto oggi pomeriggio durante un’immersione nello specchio acqueo tra Deiva Marina e Framura. Secondo una prima ricostruzione del tragico episodio, il giovane si sarebbe tuffato in mare per pescare in apnea.

Il 34enne prestava servizio presso il Nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Genova ed aveva raggiunto la provincia spezzina in mattinata.

A fare scattare i soccorsi sono stati i famigliari, che avevano tentato inutilmente di contattarlo. Sono stati quindi i carabinieri di Deiva Marina a trovare il corpo senza vita del sub, intorno alle 17, a circa cinquanta metri dalla riva.

Il vigile del fuoco sarebbe stato colto da un malore durante l’immersione.

Il pubblico ministero di turno ha aperto un’inchiesta e disposto l’esame autoptico per chiarire le cause della morte.

Tragedia al San Martino, giovanissimo si uccide

Tragedia al San Martino, giovanissimo si uccide
Il Monoblocco dell'Ospedale San Martino

GENOVA. 5 GIU. Tragedia all’Ospedale San Martino di Genova. Dalle prime notizie frammentarie che arrivano sembra che, questa notte, intorno alle 00.30, un giovanissimo si sia ucciso gettandosi dal 12° piano del Monoblocco.

Sembra si tratti di un 18enne, volontario della Pubblica Assistenza Croce Gialla Pianderlino di Genova. La causa del gesto non è stata ancora definitivamente accertata, ma il ragazzo potrebbe essersi ucciso in seguito ad una delusione sentimentale.

Da LN le condoglianze alla famiglia.

Elezioni Amministrative 2017 | Disclaimer

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Elezioni Amministrative 2017

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