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Melis: chiudere discoteche in Liguria è giusto politicamente e scientificamente

Luigi Di Maio e vicecapogruppo regionale Andrea Melis (M5S)

“La premessa d’obbligo è che tutti vorremmo non esistesse né pandemia né misure di contenimento varie.

Sorvolo sui cosiddetti negazionisti che, al pari di chi nega lo sbarco sulla luna e altre amenità, sono fortunatamente un’esigua minoranza, sostenuta a volte da qualche politico a caccia di voti e in grado di cambiare versione dei fatti nel giro di poche ore.

Siamo in un contesto dove è evidente che si cerca a fatica di tenere in equilibrio le esigenze economiche di un Paese e la necessità di tutelare la salute pubblica, come previsto dalla stessa Costituzione”.

Lo ha dichiarato oggi il vicecapogruppo regionale Andrea Melis (M5S) commentando la decisione del Governo Pd-M5S di chiudere le discoteche a causa del Covid-19.

“Io credo – ha aggiunto Melis – ci siano alcuni elementi di riflessione, tra cui:

– vero è che attualmente i nostri sistemi sanitari non sono in crisi e che i casi complessi di Covid-19 sono estremamente ridotti, ma questo scenario è stato reso possibile anche grazie agli sforzi fatti nei mesi addietro;

– il giusto allentamento di molte misure di contenimento, che ricordo a me stesso in primis hanno lo scopo di ridurre la possibilità di contagio, è stato attuato visto il deciso calo del numero di casi e soprattutto vista la riduzione dello stress cui era sottoposto il sistema sanitario;

– la tesi secondo cui, come ho letto da dichiarazioni del presidente Giovanni Toti, in Liguria non vi è emergenza perché i sistemi sanitari non sono presi d’assalto, è politicamente e scientificamente sbagliata.

Politicamente perché la politica dovrebbe traguardare risultati a medio-lungo termine e prevenire impatti che a emergenza in corso, ad esempio nel campo economico e dell’occupazione, non è possibile fare.

Scientificamente sbagliata perché il coronavirus è ancora molto presente a livello globale: in paesi a noi vicini come Spagna e Francia i contagi sono ancora in forte aumento e hanno molte difficoltà.

Forse l’Italia ha fatto uno sforzo importante anticipando altri paesi europei: credo che il nostro Paese, proprio grazie ai sacrifici compiuti, abbia potuto riprendere molte se non quasi tutte le attività, anche quelle di carattere ludico e ricreativo, che hanno certamente un importante riflesso economico.

La politica deve, su questo, mantenere equilibrio, ascoltando le indicazioni della comunità scientifica e mediandole con le esigenze economiche.

Le discoteche non sono certo l’unico luogo di possibile assembramento e contagio, e la categoria è giustamente preoccupata per una riduzione importante della propria attività, ma credo che se ora l’approccio più idoneo è quello di ricostruire gli eventuali focolai in maniera mirata, dobbiamo essere sicuri che in tutti i luoghi o nei locali sia possibile farlo, riducendo la possibilità di assembramenti, per intervenire puntualmente qualora fosse necessario.

Condivido che, come per tanti altri settori in difficoltà, ci debba essere un sostegno delle istituzioni per questa delicata fase”.