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Mascherine e non solo, ecco i dpi artigiani made in Liguria

Mascherine e non solo, ecco i dpi artigiani made in Liguria

Cellule igienizzanti, mascherine prodotte in Liguria e, talvolta, con un tocco fashion

L’artigianato ligure non sta a guardare e, anche in emergenza, sfrutta tutto il suo know how per diversificare la produzione o crearla ex novo

La capacità dell’artigianato ligure di innovare, sviluppare il proprio
know how e, in questi mesi, di trasformare necessità in virtù non si è mai
fermata, nemmeno in fase di emergenza. Sono tante le imprese del
territorio ligure che hanno sviluppato ingegno e competenze per realizzare
dispositivi utili, spesso indispensabili, per garantire la sicurezza delle
persone e contrastare la diffusione del coronavirus.
È il caso di VMetal, storica azienda metalmeccanica di Arma di Taggia che,
in collaborazione con Mc Edit Solutions, ditta edile francese, ha
sviluppato un’innovativa cellula igienizzante: «L’esigenza del nostro
cliente francese era quella di garantire un accesso sicuro ai suoi
dipendenti nei cantieri edili – spiega Donatella Vivaldi di VMetal –
Perciò abbiamo colto la palla al balzo per sviluppare una cabina
personalizzata che potesse sanificare in pochi secondi gli indumenti dei
lavoratori. Ci siamo occupati della parte metalmeccanica, realizzando una
struttura molto esistente, in ferro, zincata e rifinita in alluminio. Al
passaggio del lavoratore, segnalato con un semaforo, si attivano dei getti
che igienizzano gli abiti. All’interno è necessario indossare la
mascherina e, per il momento, anche la visiera». VMetal utilizza
l’innovativa cabina già per i suoi dipendenti e punta a produrla anche per
il settore industriale, in particolare, la cantieristica: «Abbiamo
ricevuto segnali di interesse, i contatti sono molti. Siamo anche riusciti
ad abbassare il costo che avevamo inizialmente ipotizzato». La cellula,
personalizzabile, è certificata e al 100% made in Italy.

Non possono poi mancare le mascherine: Genova Medical Service, società di
servizi medici, si è “lanciata” nella produzione di questi dispositivi,
aprendo una nuova fabbrica a Moconesi, in val Fontanabuona: «Abbiamo
acquisito un capannone per svincolarci dall’importazione di mascherine
dalla Cina e iniziare una produzione autonoma – spiega l’amministratore
unico Claudia Castello – Siamo un’azienda di servizi, da ora siamo
diventati una piccola impresa produttiva. Puntiamo ad arrivare a una
produzione di circa 3 milioni di pezzi a settimana già a luglio, per
essere poi completamente a regime ad agosto». Punti di forza dell’azienda,
i macchinari e i tessuti, tutti made in Italy. Ma anche la posizione
strategica della fabbrica, nel cuore della Liguria, nell’ottica di
velocizzare logistica, tempi di consegna e, di conseguenza, anche il
prezzo del prodotto finito.

Ad aggiungere un tocco fashion alle mascherine ci pensa invece la genovese
Liapull, che è riuscita a trasformare un dispositivo di protezione
personale in un accessorio alla moda: «Abbiamo realizzato un primo
prototipo nel periodo di maggiore emergenza sanitaria, poi abbiamo provato
a capire quanto fosse fattibile la sua produzione su più ampia scala,
facendo i conti con burocrazia e certificazioni – descrive Fiorella
Ghignone, titolare dell’impresa – Ai primi di aprile abbiamo ricevuto
l’autorizzazione a produrre la mascherina filtrante, detta anche
mascherina di comunità: si tratta di un dispositivo che si può usare
quotidianamente, per una passeggiata o per lavorare, basta mantenere la
distanza di sicurezza. È in poliuretano, ecologica e lavabile fino a 300
volte». E poi è arrivata l’idea di personalizzarla: «Perché realizzarle
solo bianche o nere? – racconta Ghignone – Visto che è obbligatorio
indossarle, tanto vale renderle più belle. Del resto, è nel nostro dna.
Abbiamo così iniziato a colorarle, realizzandole anche in fantasia, in
modo che siano abbinabili a ciò che si indossa. Insomma, le abbiamo rese
alla moda». La novità ha stimolato l’azienda stessa ad aprirsi a nuovi
canali di vendita: «Abbiamo aperto un nuovo sito di e-commerce per la
vendita online di questi prodotti, che si affianca così a quella in
negozio. Inoltre le mascherine sono diventate anche uno strumento per far
conoscere il nostro brand ai consumatori finali: in qualche modo questa
esperienza è stata anche uno stimolo per innovarci».