“Voglio un figlio a tutti i costi”. E a 63 anni è diventata mamma. Il suo ginecologo aveva cercato di dissuaderla, ma non si è arresa e non ha prestato ascolto a nessuno. Né ai consigli dei medici né alla legge italiana.
La mamma-nonna l’anno scorso si è rivolta a un centro per la fecondazione assistita in Ucraina, nonostante il conflitto in corso in quel Paese. Dopo un primo fallimento, nei giorni scorsi è nato un bambino di 2 chili con parto cesareo.
Il figlio della donna toscana è frutto di un embrione concepito dai gameti di due giovani, un bagnino e una maestra di nuoto.
Il ginecologo ha riferito che l’impianto era stato di due gemelli, ma uno dei due si è “spento” dopo poche settimane di gestazione.
Per molti anni bibliotecaria a Viareggio, la 63enne non ha trovato un compagno e non ha parenti stretti. Pertanto sarà lei, da sola, ad accudire il bambino nato lunedì scorso con un taglio cesareo alla 31esima settimana di gestazione.
La mamma-nonna si è affidata a una clinica specializzata di Kiev perché in quel Paese sussistono normative più blande e ben più disinvolte di quelle italiane per le quali vige il limite dei 50 anni per accedere alla Pma (Procreazione medicalmente assistita).
In Ucraina, in sostanza, i soldi e la carta di credito valgono più di ogni limite. Un libero e lucrativo mercato al di fuori della legge italiana.
Tanto che la signora Flavia è stata accolta a braccia aperte dalla Biotex, diventata famosa in tutto il mondo all’inizio del 2022, allo scoppio del conflitto con la Russia, per avere “stoccato” decine di bambini nati da utero in affitto in un albergo in attesa dell’arrivo delle famiglie straniere che li avevano commissionati.
La bibliotecaria di Viareggio ora è la donna italiana più anziana ad avere mai partorito un bambino. Un record controverso, che in precedenza era stato di una donna di 62 anni, quando nel 1994 diventò mamma dopo la morte in un incidente del figlio adolescente.
