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Legge 194, Salvatore e De Ferrari: accolto emendamento su autodeterminazione donne

Melis, De Ferrari e Salvatore: consiglieri regionali M5S

“La legge 194 ha compiuto 40 anni. Eppure, sentendo le argomentazioni della maggioranza a difesa della mozione di Rosso, sembra di non aver fatto alcun passo in avanti”.

Lo hanno affermato oggi i consiglieri regionali del M5S, ribadendo quanto dichiarato durante il consiglio regionale a commento della mozione 216 del consigliere Matteo Rosso (FdI).

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“Dopo un’accesa discussione – hanno aggiunto i pentastellati – la maggioranza ha poi accolto l’emendamento del M5S che riguardava la salvaguardia del principio dell’autodeterminazione della donna. Così facendo, la mozione si è aperta almeno in parte al principio che tutela i diritti della donna.

Il testo di questa mozione era deficitario e incompleto. Senza dubbio andavano aggiunti elementi per garantire l’autodeterminazione della donna in tutte le sedi, come è del resto esplicitato dalla 194/78.

“Abbiamo chiesto dunque che fosse esplicitata, anche all’interno della mozione di Rosso – ha aggiunto la capogruppo Alice Salvatore – la piena attuazione di tutte le azioni previste dalla legge. Ovvero che fossero previste adeguate risorse economiche da parte della Regione per potenziare la rete consultoriale, dotando al contempo tutti i presidi ospedalieri di sufficiente personale medico non obiettore di coscienza. Sono queste le competenze di Regione Liguria in materia di tutela della maternità, della donna e rispetto della 194/78″.

“La legge – ha sottolineato il consigliere Marco De Ferrari – del 20 maggio 1978 ha tra i suoi cardini e pilastri fondamentali l’autodeterminazione della donna.

Oltre 40 anni dopo, però, le donne incontrano ancora molti ostacoli e il loro diritto di scegliere è tutt’altro che garantito, al punto che in molte Regioni è di fatto negato: vuoi per il dilagare dei consultori religiosi, vuoi per il numero abnorme di obiettori di coscienza, vuoi per la scarsa informazione laica e la cronica sottovalutazione della questione psicologica della donna.

Donne che raccontano di essersi spesso sentite giudicate, trattate con scarsa umanità e, soprattutto, non informate a sufficienza, in particolare sulle tempistiche che dovrebbero avere bene in mente qualora decidessero per un’interruzione di gravidanza.

Donne che spesso si sono trovate un muro di fronte e non di rado la porta chiusa in faccia o dirottate verso strutture private, lasciate sovente sole in quelle aride stanze, che dovrebbero invece essere di accoglienza e dove dovrebbero ricevere, appunto, la corretta informazione. Gli ostacoli si susseguono e, anche volendo far valere i propri diritti, ecco gli eterni tempi di attesa”.

“Il testo della mozione – hanno spiegato i consiglieri del M5S – era incompleto e soprattutto anche nell’idea del proponente Matteo Rosso di adottare tutte le iniziative di salvaguardia della vita come nell’impegnativa mancava la parte pratica di competenza della Regione.

In altre parole, il potenziamento della rete dei consultori, che è uno degli emendamenti proposti dal M5S e bocciato dalla maggioranza. Così come hanno respinto l’emendamento sulla garanzia di presenza, nei presidi ospedalieri, di medici non obiettori di coscienza.

Fortunatamente è stato accolto il principio cardine della 194, quello dell’autodeterminazione della donna, che per questo ci ha spinto a votare con l’astensione il provvedimento, perché era difficile per noi votare contro un provvedimento che in effetti propone la salvaguardia della vita.

Tuttavia, bisogna essere anche concreti e, poiché è Regione ad avere il compito dell’organizzazione sanitaria anche in ambito sociale, era possibile farlo mettendo qualche elemento pratico. Abbiamo raggiunto l’equilibrio con l’autodeterminazione”.