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Lega: acqua bene comune per tutti, bolletta non può avere costo eccessivo

Una bolletta Iren (foto di repertorio)

“L’acqua è un bene comune per tutti e non può avere un costo eccessivo. Tuttavia, sono sempre più numerose le famiglie che non riescono a pagare le bollette. Inoltre, sono in netto aumento i residenti del Levante ligure e del suo entroterra, che si lamentano per il costo dell’acqua e per il servizio erogato dalla società Iren Acqua Tigullio. In effetti, il costo sul nostro territorio, nonostante sia ricco di acqua, è indubitabilmente eccessivo e la società di gestione Iren non sempre risolve i problemi degli utenti”.

Lo ha dichiarato il consigliere leghista Vittorio Mazza, che sul caso delle “bollette salate” oggi ha depositato un’interrogazione in Regione e, da tempo, porta avanti la battaglia di buonsenso anche attraverso il Comitato dei cittadini “Acqua Trasparente”.

“Ho chiesto al Presidente Giovanni Toti e all’assessore competente di intervenire presso l’Ente gestore del servizio idrico affinché i diritti degli utenti siano maggiormente tutelati, eventualmente anche attraverso una specifica richiesta di intervento al Difensore Civico regionale.

Inoltre, ho chiesto se sia possibile richiedere a Iren Acqua Tigullio che si adoperi alla redazione di una nuovo modello di bolletta dell’acqua in modo che sia più semplice da consultare, più trasparente e più precisa nel riportare i costi del consumo effettivo.

Infatti, per gli utenti di alcune zone non esiste la ‘depurazione’ ma il cittadino trova tale ‘voce’ in bolletta lo stesso e, a volte, succede che vengano attribuiti dei ‘consumi preventivi’ particolarmente elevati, nonostante la delibera dell’Autorità per l’energia elettrica, l’acqua e il gas, preveda espressamente che gli addebiti debbano essere fatti esclusivamente sui ‘consumi effettivi’.

Nonostante esista la possibilità che il consumatore possa tutelarsi richiedendo il rimborso, tutto ciò non è sufficiente a garantirne i suoi riconosciuti diritti poiché oltre a subìre un danno economico, peraltro finanziando a tasso zero il gestore (senza avere alcuna intenzione di farlo), è praticamente quasi sempre costretto a sobbarcarsi l’onere di recarsi negli uffici per l’affermazione di quanto gli spetta.

Sarebbe auspicabile che, almeno sul nostro territorio, gli acquedotti tornassero di proprietà dei Comuni, anche per evitare costi elevati delle bollette e disservizi segnalati dagli utenti.

Siamo arrivati al punto che negli ultimi anni sono stati installati i contatori dell’acqua nei ‘trogoli’ e che i Comuni del Tigullio ora devono pagare una bolletta specifica per il consumo dell’acqua che esce dai ‘trogoli’. Con il rischio, ovviamente, che le antiche vasche pubbliche costruite dai nostri antenati (come l’acquedotto) vengano chiuse e si perda un’importante tradizione rurale del territorio”.