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Lanza del Vasto, la manifestazione e la proposta di Gianni Pastorino

Lanza del Vasto, la manifestazione e la proposta di Gianni Pastorino
La manifestazione davanti a Tursi

Pastorino (Linea Condivisa): Costituire un tavolo di coordinamento con le aziende del settore che possano subentrare nei contratti gestiti dalla cooperativa

Oggi le lavoratrici e i lavoratori di Lanza del Vasto hanno manifestato dapprima davanti al Consiglio Regionale della Liguria per poi giungere davanti a Tursi in via Garibaldi.

L’iniziativa di Cgil Funzione Pubblica e USB, per evidenziare la difficilissima situazione, diventata ormai drammatica, che sta attraversando la cooperativa.

Una situazione molto complessa che evidenzia il completo avvitamento di questa grande azienda che a fine del 2022 contava oltre 530 dipendenti ed oggi appena 230.

Regione Liguria incontrerà l’azienda giovedì, per domani è previsto invece l’incontro in tribunale, subito dopo l’incontro sartori su richiesta dei sindacati ha accettato di fissare un nuovo incontro

«Manca ormai da mesi il pagamento degli stipendi, la tredicesima è stata pagata solo al 40%. I servizi sono allo sfascio: non ci sono più pannolini e pannoloni, manca l’acqua, non c’è più cibo nelle residenze che l’azienda gestisce. Una situazione drammatica delle mancate pulizie anche nei centri per immigrati – dice Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale – Ho proposto che la Regione si faccia immediatamente promotrice di un tavolo di coordinamento con le aziende, cooperative liguri che possano subentrare immediatamente nei contratti gestiti da Lanza del Vasto. È una necessità assoluta e un bisogno sociale. Non c’è tempo da perdere.

Ci sono aziende sane in Liguria che sono in grado di intervenire subito, di entrare nei servizi educativi e nei servizi per gli anziani che sono servizi strategici per persone in difficoltà.

Mi auguro che questo tavolo di coordinamento sia convocato al più presto, nei primi giorni della prossima settimana a tutela dei lavoratori delle lavoratrici disperate e delle famiglie che hanno i propri figli e i propri anziani nelle strutture gestite ancora dalla cooperativa».