Home Hi-Tech Hi-Tech Italia

Il web e i ragazzi stanno soppiantando la tv (e il mercato tradizionale)

Il web e i ragazzi stanno soppiantando la tv (e il mercato tradizionale)
Il web e i ragazzi stanno soppiantando la tv (e il mercato tradizionale)

Che ormai la TV sia quasi per vecchi e abbia perso il suo appeal è un fatto acclarato. Tanto è vero che alcune scene passate dalla televisione vengono conosciute al grande pubblico solo se passano sui social. Altrimenti, nessuno se le filerebbe.

Anzi, molti giovanissimi nella propria cameretta non hanno nemmeno il televisore. Segno che, ormai, i tempi sono cambiati. Che piaccia o no, il mezzo che per decenni ha fatto da medium per eccellenza è stato soppiantato.

Certo, resiste nelle fasce più anziane, anche perché sono poco avvezze alla tecnologia. Ma quali sono le cause e gli effetti di tutto ciò?

Probabilmente, stiamo assistendo a un cambiamento epocale e, quindi, è giusto andare fino in fondo.

La televisione non attira più

Lo abbiamo detto fin dall’inizio: la televisione non attira più. Se non in casi sporadici quale potrebbe essere la finale di un torneo sportivo oppure un evento che ha fatto la storia ed è trasversale, come il Festival di Sanremo.

La causa di tutto questo, prima di tutto, è da ricercarsi nell’avvento del web. Da lì che, poi, è partita la discesa della tv fino a divenire quasi qualcosa di nicchia. Perfino coloro che la guardano, spesso lo fanno distrattamente, essendo impegnato allo smartphone.

Ed è proprio ‘grazie’ allo smartphone che sono nate diverse attività da poter fare in alternativa. O, comunque, diverse proposte al riguardo. A partire dai social, per poter mettersi in contatto con chi si vuole, alla realizzazione di video per poter aprire un canale YouTube o anche un canale Spotify, se si è un musicista.

Anche i grandi colossi si sono adeguati al cambiamento, anche in settori non per forza comunicativi, come i casino online aams che hanno affiancato quelli tradizionali offline, oppure anche i vari rivenditori che stanno limitando le proprie spese pubblicitarie in TV.

Uno dei limiti della TV generalista è quello che il palinsesto lo decidono a priori altri e non l’utente stesso. I giovani non è che non vogliono guardare nulla – il successo di Netflix dimostra esattamente il contrario – ma semplicemente vogliono essere loro a decidere cosa, come e quando guardare ciò che desiderano.

Questo ha tutta l’aria di essere un cambiamento strutturale e non momentaneo. In ogni caso, nel futuro avremo risposte più certe in tal senso.

Nessuno si è accorto del cambiamento sulle frequenze

Uno dei segnali del disinteresse dei giovani rispetto alla TV è quello che nessuno, praticamente, ci ha fatto caso al fatto che i segnali di frequenza della Rai e di alcuni altri canali si sono spostati da altre parti.

Magari qualche decennio fa sarebbe successo un finimondo, un po’ come quello che accadde con il digitale terrestre, che rivoluzionò non poco le abitudini degli italiani.

In questo caso, tutto è passato in cavalleria e nel disinteresse più totale. Molti giovani neppure sapevano di tutto questo e nemmeno se ne sono accorto.

Basti pensare, ad esempio, alle differenze ‘di notorietà’ rispetto al down di Facebook, Instagram e WhatsApp, quando le tre aziende principali di Zuckerberg andarono in down. Il mondo si fermò e tanti andarono nel panico.

Tanti addetti dalle tv si stanno spostando sul web

Le ospitate in TV non valgono un post sponsorizzato su Instagram. È questo quello che hanno capito diverse star del piccolo schermo le quali si stanno spostando sulle nuove frontiere di comunicazione.

E molti stanno perfino facendo il passaggio inverso. Diventate una star sul web, hanno fatto comparsate in televisione.

È finito, quindi, il periodo in cui gli addetti ai lavori giudicavano quasi di serie B coloro che venivano dai social. Anche perché, giusto per fare anche meramente un ragionamento economico, basti guardare l’esempio di Chiara Ferragni che da influncer sui social riesce a guadagnare molto di più rispetto a tante sue colleghe che lavorano in TV.

Oltre al fatto di ‘incidere’ molto di più sul dibattito pubblico.