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Giù le maschere e le mani dai cinghiali, l’iniziativa popolare

Un disegno dei cinghiali fatto dai bambini

Si è svolta oggi con successo in tante parti d’Italia un’iniziativa particolare riguardante i cinghiali. Parliamo di quegli animali, “tanto pericolosi” che hanno invaso le città.

L’iniziativa è partita da singoli cittadini lontani da sfere politiche e da associazioni animaliste o ambientaliste.

Sono stati infatti appesi, affissi o, semplicemente mostrati, cartelloni, striscioni con scritte o disegni fatto da bambini, riguardanti, appunto, i cinghiali.

Questo, in segno di protesta e simultaneamente in diverse città italiane e allo stesso orario, per contrastare la guerra attuata contro gli ungulati e contro il loro abbattimento.

Cinghiali: alcuni studi effettuati in merito agli abbattimenti

Sono diversi gli studi scientifici fatti per esempio dalla Dott.ssa Giovanna Massei e dal Prof. Andrea Mazzatenta che dimostrano gli abbattimenti, oltre ad essere crudeli, non siano la soluzione ma la causa scatenante della proliferazione dei cinghiali.

“Si continua ad affidare la gestione della fauna selvatica alla pratica venatoria, ci spiega una mamma di Genova che ha esposto uno striscione.

Questa pratica si sta rivelando fallimentare sotto molti aspetti. Quello che fa rabbia è che politici, agricoltori e cacciatori stanno mettendo in atto un vero e proprio terrorismo mediatico atto unicamente a diffondere odio.

Descrivere i cinghiali come mostri e non raccontare tutta la verità che si cela nel mondo filo-venatorio, non può essere accettato.

Si incita agli Abbattimenti quando questi possono essere sostituiti da pratiche non cruente come l’immonucontraccezione, ma subdolamente si preferisce favorire una minoranza unicamente per l’enorme giro d’affari della filiera della carne. Se vogliamo essere davvero all’avanguardia, usiamo metodi innovativi e che si posino fucili.”

Cinghiali: la peste suina africana e la volontà di operare le uccisioni di massa

“Negli ultimi mesi – ci racconta Daniela – è comparso su tutti i giornali che sono stati scoperti casi di Peste suina africana in Liguria, Piemonte e nel Lazio. Le regioni vogliono agire con le uccisioni di massa, quando in realtà avrebbero dovuto arginare questa malattia anni orsono, avvalendosi di recinzioni, rispettando le norme igienico-sanitarie negli allevamenti di suidi, provvedendo ad una corretta gestione dei rifiuti urbani. Gli stessi cacciatori praticano l’eviscerazione del capo abbattuto sul posto, la caccia in braccata favorisce l’espandersi della PSA”.

In effetti in alcune zone la pratica venatoria è stata vietata proprio per evitare il diffondersi dell’epidemia.

“In tutti questi anni – ci dice Denise – non si è pensato minimamente di usare metodologie per arginare il vero problema. La colpa non deve ricadere sugli animali.

Le grandi città italiane sono letteralmente sommerse dalla spazzatura, inutili le continue segnalazioni inviate alle istituzioni, i rifiuti urbani hanno funzione attrattiva per gli animali selvatici, per primi i cinghiali.

Forse basterebbe utilizzare contenitori sigillati. O semplicemente per i comuni ‘virtuosi’ che fanno la differenziata mettere i contenitori dell’umido ad un’altezza tale fuori dalla portata dei cinghiali. Ecco, così sarebbe più semplice.

Dico forse perché molte volte sembra che i politici favoriscano esclusivamente certe lobby come quelle dei cacciatori che sono un bel bacino di voti.”

Cinghiali: la legge 157/92

E’ giusto ricordare che la legge 157/92 vieta l’immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate.

Alla violazione di tale divieto si applica la sanzione prevista dall’articolo 30, comma 1, lettera l), della legge 11 febbraio 1992, n. 157 che spiega come “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed e’ tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale.”

Inoltre è vietato, anche da strette ordinanze comunali che spesso non vengono rispettate dai cittadini, il foraggiamento di cinghiali, ad esclusione di quello finalizzato alle attività di controllo.

Alla violazione di tale divieto si applica la sanzione prevista dall’articolo 30, comma 1, lettera l), della citata legge n. 157 del 1992.

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