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Giacomo Abbruzzese si racconta al Kustendorf Film And Music Festival

Il regista Giacomo Abbruzzese
Il regista Giacomo Abbruzzese al ristorante Visconti durante la 17^Edizione del Kustendorf Film And Music Festival.

Durante la 17^ Edizione del Kustendorf Film And Music Festival abbiamo avuto la preziosa opportunità d’intervistare il regista Giacomo Abbruzzese, salito ad un conclamato successo con il film “Disco Boy”(2023)che ha partecipato al Festival di Berlino del 2023, dove ha vinto il Premio Orso d’Argento per il miglior contributo artistico a Hélène Louvart, tra le migliori Direttrici della Fotografia al mondo. “Disco Boy” ha ricevuto anche una nomination ai Nastri d’Argento del 2023 nella Candidatura come miglior regista esordiente a Giacomo Abbruzzese.

Giacomo Abbruzzese è nato a Taranto il 3 giugno 1983 e che, oltre ad essere un cineasta talentuoso, è una una persona squisita, dai grandi ideali.

Noi ci siamo già incontrati dieci anni fa, nel 2014, quando ti eri presentato al Kustendorf Film And Music Festival con il Corto “Stella Maris” con cui poi hai vnto…

Allora, se ricordo bene la cronologia è nel 2012 che venni qui con “Fireworks”, nel 2014 con “Stella Maris”che vinse il premio Uovo d’Oro, poi nel 2015 tornai da dententore del premio; poi da allora non sono tornato, quindi sono 9 anni che non vengo.

Quindi é tanto che non vieni. Ma la tua partecipazione al Kustendorf festival come ha inciso sulla tua carriera artistica? Ti ha agevolato?

Il Kustendorf è un festival-come dire-quasi tra “Amici”, non ha un impatto sulla tua carriera. Si sono create delle amicizie con altri registi serbi che adesso sono importanti, con altri registi della mia età che adesso hanno realizzato l’opera prima, con alcuni dei quali siamo ancora in contatto.

La cosa bella di Kustendorf è che dato il clima, data la durata di 5/6 giorni, hai anche il tempo di costruire delle amicizie; ne parlavo proprio ieri con una regista americana, autrice di uno dei Corti in concorso quest’anno. Abbiamo scoperto che avevamo tutta una serie di amici in comune: questo è Kustendorf, un networking di amici.

Giacomo Abbruzzese
Il regista Giacomo Abbruzzese durante il workshop al Kustendorf Film And Music Festival, 2024.

Ma Emir Kusturica lo senti?

Più con la figlia. Mi sento con Dunja Kusturica, che al Kustendorf festival si occupa della selezione degli Short-Films. Dunja poi ha visto “Disco Boy” e mi ha mandato un messaggio splendido, scrivendomi che erano anni che non vedeva un film così, girato a Parigi. Il suo messaggio mi ha veramente toccato, al di là di tutto, perché è un film che o piace moltissimo o non piace. E’ un film che divide.

Workshop
Giacomo Abbruzzese insieme all’interprete Bojana Andjelković che conduce i workshop al Kustendorf festival.

Come mai l’hai intitolato “Disco Boy”?

Il titolo è la radice del progetto, ma in realtà anche una sorta di stella polare del film, nel senso che ti interroghi nel corso del film sul perché di questo titolo, poi al compimento lo capisci. Il titolo è qualcosa che mi ha accompagnato nella scrittura.

La musica di Vitalic ha un ruolo fondamentale?

Tre pilastri di questo film sono state tre prime scelte. Franz Rogowski, quando ancora non era particolarmente considerato, la cui presenza non é servita a finanziare il film. Infatti nella coproduzione non c’è neanche la Germania, quindi é una presenza puramente artistica; anzi ho dovuto proprio lottare per avere un artista protagonista tedesco, un attore sul quale “becchi” soldi ed adesso é completamente diverso, grazie a “Disco Boy” ed a “Passages” che é stata l’esplosione. Poi in Italia é famoso anche perché ha partecipato a “Freaks Out”.

Poi Hélène Louvart alla Fotografia. Era per me la più importante di tutti. E’una delle Top 10 del mondo per quanto concerne la fotografia ed anche una persona stupenda a livello umano.

Ascolta, abbiamo letto quali sono le tue influenze cinematografiche. Nello specifico sappiamo che ti piace Fassbinder che anche noi amiamo molto. E’ esatto?

Esatto, sì. “Lola” è uno dei miei films preferiti ed anche amo molto “Berlin Alexanderplatz”;la serie in particolare, soprattutto l’ultimo episodio, perché ho visto una cosa così solo in Lynch, forse, a livello di libertà assoluta, era così antivisionario. Poi minimamente non è mai naturalista.

Se tu vedi un frammento di 2 minuti, tu dici“Ma come recitano questi!”;è tutto esagerato, poi in realtà è quello il Grande Cinema, che ti fa entrare in un universo che ad un certo punto accetti, con codici diversi, ma questa diversità risuona nel tuo mondo ed è il Cinema che a me interessa di più.

Non amo il Cinema naturalistico, che non è il Cinema realistico, perché il Realismo è molto più ampio, perché il realismo prende anche l’invisbile, ma il Naturalismo è “la cosa per la cosa”, però io a quel punto preferisco farmi un giro; se io vado al cinema, voglio qualcosa che trasfigura la realtà, attraverso “astrazioni”; può essere come lo fa Godard, come lo fa Fassbinder, come lo fa Kubrick.

L’approccio può essere diversissimo, però c’è qualcosa dove c’è uno scarto tra la realtà come la si percepisce nella vita normale ed il Cinema e offro rispetto per la carriera e per i films molto belli dei Fratelli Dardenne, Ken Loach, però non è vero Cinema quello.

E dei registi della scena internazionale chi ti piace?

In Francia Carax, in Germania Herzog, il quale è un Monumento. In Italia Bellocchio che, per quanto abbia una certa età, è un Maestro. Se invece andiamo su un’altra epoca, sicuramente Fellini, Antonioni, Pasolini. Ho amato molto anche alcuni films di Rossellini, però non mi può dare quello mi danno appunto Antonioni, Pasolini, Fellini. Ad esempio di Fellini, “Amarcord” o “La Notte” di Antonioni; in Pasolini invece c’è una maniera di filmare i volti che ti rimane. Di più giovani negli Stati Uniti mi piace Sadfie Brothers; poi in Italia c’è Alice Rohrwacher, con la quale condiviamo il medesimo Direttore della Fotografia. 

Vogliamo adesso farti una domanda politica. Nel 2009 sei stato Direttore di una TV Palestinese. Come stai vivendo la situazione attuale in Palestina e se, sulla base di quella esperienza, hai una percezione differente rispetto a noi?

Sicuramente la sto vivendo malissimo, ma purtroppo era prevedibile, perché l’Europa non ha più la “legittimità morale”, perché-come dire-tutta l’empatia che si ha e si è avuta nei confronti dell’Ucraina é mancata nei confronti della Palestina.

Tutto un tipo di discorso che mi si fa in merito all’Ucraina io lo posso condividere in buona parte, ma comunque bisogna a tutti i costi cercare sempre d’evitare l’esplodere di un conflitto e noi in Italia siamo riusciti ad evitare conflitti creando ad esempio Regioni a Statuto Speciale.

L’Italia la posso criticare per un milione di cose, ma su questo punto l’Italia è stata un “Gigante”, nel fatto di saper concedere un’autonomia nella lingua, nell’educazione(ad esempio in Alto Adige), sicché non abbiamo avuto ad esempio il terrorismo che i Francesi hanno subito da parte dei Corsi. Quella “roba” noi siamo riusciti ad evitarla, risolvendola molto bene.

Avremmo dovuto aiutare a disinnescare i conflitti, invece di soffiarci sopra. Tu da fuori puoi intervenire per gestire situazioni di tensione.

Però in realtà è quello che è sempre successo-come dire-come con un bambino problematico e viziato, cui ad un certo punto dici “basta”, allo stesso modo è accaduto questo: il continuo appoggiare Israele in maniera acritica ha portato alla creazione di queste situazioni, mentre dal lato dei Palestinesi vige una frustrazione enorme.

La Grande Posizione Strategica dell’Europa, anche dal punto di vista geografico, sarebbe di poter fare da “Mediatore”.

Per quanto concerne il punto di vista cinematografico, in tutti i films di guerra l’altro è un essere umano; l’altro, che sia vittima o nemico, lo visioni per 30 secondi e non hai mai il tempo di ricostruire.

Questa ricostruzione drammaturgica ci abitua costantemente a questa percezione: da un lato i Giusti ed il problema è che ognuno pensa di stare dalla parte dei Giusti, quindi, se tu non sei capace di saper guardare il Mondo anche con gli occhi dell’altro, non riuscirai mai a trovare un terreno d’incontro e la Pace di fatto non si fa con gli Amici, la Pace si fa con i Nemici. Sicchè la fai con gente diversa da te, che non ha i tuoi stessi valori, ma devi arrivarci, non c’é altra via d’uscita, altrimenti vige una situazione di guerra permanente.

Giri il tuo prossimo film in Italia?

Sì, il prossimo film lo giro in Italia. Come “Disco Boy” è un film politico sulla Francia, il prossimo è politico sull’Italia. Mi interessa comminare Cinema, Poesia, Politica.

Noi a questo punto ringraziamo immensamente il regista Giacomo Abbruzzese per il ungo tempo, denso di idee che ci ha dedicato ed ha condiviso con noi, augurandogli il maggior successo possibile anche per la pellicola di prossima realizzazione. Segnaliamo link del workshop tenutosi al Kustendorf festival:

https://www.instagram.com/reel/C2rqpMICxZN/?igsh=dnYzZ2t5bmQ1MGFw

Cogliamo l’occasione per ringraziare formalmente l’Ufficio Stampa del Kustendorf Film And Music Festival e la struttura organizzativa, nello specifico Danijela Rakić, Nana Kusturica e l’interprete Bojana Andielković.

Ci vediamo il prossimo anno.

Romina De Simone e Damiano Gallinaro.