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Facevano falsi contratti di lavoro per i permessi di soggiorno

Facevano falsi contratti di lavoro per i permessi di soggiorno
Il Comando dlela Guardia di Finanza alla Spezia

Documenti falsi anche per il reddito di cittadinanza. L’organizzazione sgominata dalla Guardia di finanza di La Spezia

Falsi contratti di lavoro. La Guardia di finanza di La Spezia, coordinata dalla procura, ha sgominato un’organizzazione ed eseguito cinque misure cautelari: due agli arresti domiciliari e tre obblighi di firma.

L’organizzazione creava finti contratti di lavoro per ottenere permessi di soggiorno o il loro rinnovo.

In alcuni casi, creava anche i documenti per ottenere il reddito di cittadinanza o l’assegno di disoccupazione.

L’accusa per i componenti dell’organizzazione è di “essere promotori, organizzatori e membri di un’associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina”.
L’indagine era partita nel 2019 da un controllo ad un’azienda di cantieristica navale di Sesta Godano.

Dagli approfondimenti, coordinati dal procuratore capo Antonio Patrono, è emersa “una vera e propria organizzazione criminosa, strutturata, collaudata e con una precisa ripartizione di compiti finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, reati tributari e contro la fede pubblica.”

Il modus operandi prevedeva che l’amministratore ddell’azienda rilasciavano la falsa documentazione di assunzione o le buste paghe finte a stranieri che venivano “agganciati” da altri tre extracomunitari che per ottenere la documentazione pagano un vero e proprio tariffario.

Dai 320 euro per un falso contratto di assunzione ai 50 euro per ogni singola busta paga finta.

Una volta ottenuti i documenti andavano in questura per il disbrigo delle pratiche.

L’organizzazione era riuscita ad avere ramificazioni anche in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Al momento sono 252 gli stranieri che avrebbero usufruito dei “servizi” dei cinque indagati.

I finanzieri hanno anche scoperto che 143 di questi avevano anche ottenuto il reddito di cittadinanza o l’assegno di disoccupazione, dopo essere stati licenziati per finta, per un danno erariale di circa 600 mila euro.