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Esodo dalla Russia, aziende cedono le partecipazioni e vanno via

Esodo dalla Russia, aziende cedono le partecipazioni azionarie e vanno via

L’esodo di massa dalle aziende dalla Russia: non solo Ikea ma anche Assicurazioni Generali, Eni, Banca intesa, Msc, Apple e Netflix.

Le aziende italiane, le multinazionali e il mondo degli affari vedono l’invasione dell’Ucraina come un atto di guerra, al punto di sconvolgere i piani aziendali. Questa situazione ha convinto i marchi più noti al mondo a ritirarsi dal mercato russo.

Molti quotidiani economici sostengono che il mercato russo sta diventando addirittura dannoso a causa delle innumerevoli sanzioni e restrizioni alle esportazioni ed importazioni. Le fabbriche e le banche stanno diventando inattive, le compagnie energetiche hanno interrotto le distribuzioni attraverso i loro condotti e stanno abbandonando il loro operato in Russia.

L’economia globale sta assistendo ad un vero e proprio esodo da Mosca. Quali note aziende italiane sono coinvolte?

La compagnia assicurativa Generali il 3 marzo ha pubblicato un comunicato per annunciare il termine delle sue attività finanziarie in Russia. Nello specifico, chiuderà l’ufficio di rappresentanza a Mosca, lascerà gli incarichi ricoperti nel board della compagnia assicurativa russa Ingosstrakh, di cui detiene una quota di minoranza del 38,5% e chiuderà l’attività di Europ Assistance, che opera nel Paese.
Il gruppo assicurativo  ha deciso, inoltre, di donare 3 milioni di euro a Unhcr a supporto dei rifugiati in arrivo dall’Ucraina, oltre ad aver avviato una campagna di raccolta fondi tra i dipendenti il cui ricavato sarà devoluto a Unicef.
Msc chiude le spedizioni. Fine delle spedizioni da e per la Russia per il colosso del cargo Msc Mediterranean Shipping Company. Il gruppo ha deciso di sospendere temporaneamente le prenotazioni per i carichi verso la Russia. La sospensione, come ha spiegato con sede a Ginevra, entrerà in vigore con «effetto immediato».
Banca Intesa Sanpaolo controlla Pravex Bank, un piccolo istituto bancario in Ucraina. E’ un istituto bancario con 45 sportelli sparsi nel Paese e 780 dipendenti e si trova ora a operare in uno scenario di guerra. «Siamo rimasti colpiti dalla capacità di reazione dei colleghi   ̶    si legge in una nota della Banca   ̶   vogliono che la banca resti aperta anche per dimostrare che la vita mantiene una parvenza dì normalità, ma lo facciamo solo dove abbiamo garanzie assolute di sicurezza». Spiega nella nota Marco Elio Rottigni, responsabile divisione International Subsidiary Banks di Intesa.

ENI ha comunicato   ̶   si legge in una nota   ̶   di voler procedere con la cessione della propria quota del 50%, congiunta e paritaria, con Gazprom in Blue Stream Pipeline Bv, il gasdotto che trasporta gas dalla Russia alla Turchia, lungo 774 chilometri con una capacità di trasporto di 16 miliardi di metri cubi all’anno. Il costo totale dell’opera è stato di 3,2 miliardi di dollari. 
L’ultima, in ordine di tempo è Ikea. Il colosso svedese del mobile ha annunciato la sospensione delle sue attività in Russia e in Bielorussia; una decisione che colpisce 15mila dipendenti, 17 magazzini e tre siti produttivi.
Nell’esodo dal paese di Puttin ci sono innumerevoli società, banche e colossi dell’auto del mondo industriale e finanziario mondiale compreso il vasto complesso dell’energia come il petrolio e il gas . ABov