I pm della Procura di Genova oggi hanno chiesto complessivamente quasi 400 anni di reclusione per i 57 imputati del processo per il tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone.
La sentenza di primo grado è attesa nel corso del 2026, al termine di uno dei processi più complessi e significativi della recente storia giudiziaria italiana.
La pena più alta è stata chiesta per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia: 18 anni e 6 mesi di carcere. Nella sua requisitoria, uno dei pm genovesi ha paragonato la figura dell’ex ad di Aspi a quella di ”Lord Voldemort”.
Tra le altre richieste più severe figurano quelle per Michele Donferri Militelli, ex responsabile delle manutenzioni di Aspi (15 anni e 6 mesi), Gabriele Camomilla, direttore centrale delle manutenzioni (14 anni), Mauro Malgarini (13 anni e 6 mesi), Emanuele De Angelis, progettista (13 anni), e Maurizio Ceneri (13 anni).
Seguono Riccardo Mollo (12 anni e 8 mesi), Paolo Berti (12 anni e 6 mesi), Fulvio Di Taddeo e Marco Vezil (12 anni ciascuno), Mauro Coletta (10 anni), Carlo Casini, Massimo Meliani e Giampaolo Nebbia (tra 9 e 10 anni).
Chiesti inoltre 8 anni per Antonio Brencich, ingegnere e consulente del Cta del Mit, e 7 anni per Antonino Galatà, ex amministratore delegato di Spea.
Per i funzionari e tecnici con ruoli di minore responsabilità, le richieste oscillano tra 3 e 6 anni, fino ai 2 anni, 4 mesi e 20 giorni chiesti per Massimo Ruggeri, la più bassa tra le condanne proposte.
Conclusa la lunga requisitoria dei pubblici ministeri, le parti civili torneranno in aula lunedì 20 ottobre per presentare le loro conclusioni.
Le difese cominceranno a discutere dal 1° dicembre.
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