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Centro Anidra a Borzonasca, omicidio e violenza sessuale: santone e medico arrestati

Morte Roberta Repetto, Bendinelli torna ai domiciliari
Centro Anidra di Borzonasca, Il "santone" Vincenzo Paolo Bendinelli (foto di repertorio fb)

All’alba di oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Genova hanno arrestato il chirurgo Paolo Oneda, dirigente medico di chirurgia generale l’ospedale di Manerbio (Brescia) e di Vincenzo Paolo Bendinelli, presidente e “guida spirituale” del Centro di diffusione delle scienze olistiche “Anidra” di Borzonasca.

I due sono accusati dalla procura di Genova di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci.

Nell’ambito dell’indagine, inoltre, stamane è stato notificato anche un avviso di garanzia a una psicologa, coindagata per i reati di circonvenzione e violenza sessuale.

L’inchiesta fa seguito a un’altra attività investigativa svolta nel 2019 a fronte di una denuncia sporta dai parenti di una giovane ospite del Centro “Anidra” tuttora in corso.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, lo scorso ottobre un’altra donna, la 40enne Roberta Repetto (figlia dell’ex sindaco di Chiavari Renzo Repetto), anche lei frequentatrice del Centro nell’entroterra chiavarese sostanzialmente gestito dal presunto “santone”, era deceduta all’ospedale San Martino di Genova, dove era stata ricoverata per un melanoma plurimetastatico.

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La vittima si era avvicinata al Centro “Anidra” e alle scienze olistiche già da molti anni. In quel luogo aveva celebrato il proprio matrimonio e insegnava Yoga e Thai chi chuan.

Come spiegato dai numerosi conoscenti sentiti a verbale dai carabinieri, prima di avvicinarsi al Centro di Borzonasca la vittima aveva avuto una regolare vita sociale, venendo poi “gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi dagli affetti ed abbracciando totalmente gli insegnamenti del Maestro”.

I famigliari avevano quindi denunciato che la congiunta, nell’ottobre del 2018, aveva subìto presso il centro “Anidra” l’asportazione di un neo verrucoso sanguinante e che l’intervento era stato effettuato dal chirurgo Oneda alla presenza di Bendinelli in locali non idonei a livello sanitario e senza sottoporre il tessuto ai previsti esami istologici.

Dalle testimonianze, era poi emerso che l’operazione sarebbe stata effettuata su un tavolo da cucina e senza alcuna anestesia, inserendo l’evento in un presunto patologico processo di “purificazione spirituale”.

Nel corso dei mesi successivi, la giovane, in preda a dolori lancinanti, sarebbe stata continuamente rassicurata dagli indagati circa la sua sicura guarigione e privata di qualsiasi adeguato trattamento medico che invece sarebbe stato necessario.

Gli approfondimenti investigativi medico-legali hanno quindi accertato che l’intervento chirurgico effettuato e le successive conseguenti omissioni sono state “in rapporto causale diretto con il decesso della giovane”.

Le indagini hanno consentito ai carabinieri del Nucleo Investigativo genovese di “rilevare gravissimi indizi di colpevolezza a carico dei due arrestati che erano pienamente coscienti della superficialità con cui era stato effettuato il primo intervento e consapevoli del grave e progressivo aggravamento del quadro clinico della donna, la quale nei mesi successivi aveva subìto le palesi e pesanti conseguenze della diffusione del tumore, ma si era affidata totalmente alle indicazioni del medico e del santone, che l’avevano rassicurata in merito alla sua guarigione ed al ritorno allo stato di salute, anche grazie a non meglio precisate pratiche olistiche e di protezione energetica, senza svolgere alcuna iniziativa volta ad arrestare il diffondersi della patologia”.

I carabinieri hanno perquisito i centri “Anidra” a Borzonasca, Brescia e Milano, le abitazioni/sedi lavorative dei due destinatari della misura cautelare e della psicologa, che nel tempo, in ragione della professione svolta, ha garantito un’attività di cooptazione verso la struttura “Anidra” di diverse ragazze fragili, al centro dell’indagine.

Le perquisizioni sono state estese a tutti gli aspetti funzionali del centro, con il supporto anche del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e del NAS di Genova per le competenze di specifica competenza e della Guardia di Finanza di Chiavari per gli aspetti fiscali.