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Capra ad Alice Salvatore, Sgarbi condannato per diffamazione pure in appello

Vittorio Sgarbi (foto di repertorio)

Dare pubblicamente della “capra” a qualcuno non si deve e può costare caro.

Stamane i giudici della III Sezione penale della Corte d’Appello di Genova hanno confermato la condanna per diffamazione del politico e critico d’arte Vittorio Sgarbi, che lo scorso 12 ottobre in primo grado era stato condannato a una multa di 10.000 euro da versare allo Stato, oltre alle spese processuali, e al pagamento di un risarcimento immediatamente esecutivo in favore della parte civile (l’ex consigliera regionale del M5S  Alice Salvatore difesa dall’avvocato genovese Daniele Pomata) di 10.000 euro più le spese legali quantificate in 3.592 euro.

Anche per l’appello, presentato da Sgarbi, il politico e critico d’arte dovrà pagare le spese processuali, oltre alle spese legali della parte civile quantificate in 947 euro.

La diffamazione in questione, per i giudici, era avvenuta nel corso di un’intervista andata in onda sull’emittente televisiva Telenord (il 4 maggio 2017) e della trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio24 (il 28 maggio 2017), quando a Sgarbi era stato chiesto conto di uno scontro verbale avvenuto nel 2015 con la consigliera regionale del M5S sull’emittente televisiva La7.

Secondo i capi d’imputazione, il 4 maggio 2017 su Telenord Sgarbi aveva offeso la reputazione di Savatore così: “Ignorante come una capra è una definizione piuttosto pertinente, invece di studiare questa signorina perde tempo a fare querele”.

E il 28 maggio 2017 a La Zanzara Sgarbi aveva rincarato la dose: “E’ ignorante come una capra, vadano a fare in culo, ma come fa ad essere deputata, ma restituisca lo stipendio, una deputata che non fa un cazzo tutto il giorno come questa perché noi la paghiamo, devono essere sospesi dallo stipendio, lo ruba, non fa niente tutto il giorno ed è pagata per quindicimila euro al mese”.

Alice Salvatore, nello scontro su La7 del 2015, aveva ricordato a Vittorio Sgarbi una condanna per truffa ai danni dello Stato, oltre a sottolineare che lo stesso percepiva un vitalizio.

Sgarbi, per tutta risposta, aveva cominciato ad apostrofare Salvatore con una serie di insulti, dal classico “capra”, ai meno estrosi “povera ragazza ignorante”, “stai zitta cretina, studia” e altre espressioni ingiuriose che chiamavano in causa anche la madre dell’ex consigliera regionale del M5S.

Una prima denuncia da parte di Salvatore a Sgarbi sullo scontro in televisione del 2015 si era risolta con l’assoluzione di quest’ultimo. Tuttavia, Sgarbi aveva reagito citando in giudizio Salvatore per danno di immagine e chiedendo lui un risarcimento di 25mila euro.

Tuttavia, in sede civile, nel marzo 2023, il Tribunale di Genova aveva condannato lo stesso Sgarbi a un risarcimento di 8mila euro.

Poi il secondo atto della vicenda con la nuova denuncia di Salvatore per gli insulti a Telenord e a La Zanzara del 2017 con la prima condanna arrivata nell’ottobre 2023, fino alla sentenza di oggi in appello.