
Fascismo che a Genova non c’é e finta aggressione “di stampo fascista” a Sestri Ponente ai danni di un sindacalista, poi indagato per simulazione di reato. Nuovi dettagli del capitolo della “figuraccia” Cgi-Salis che ora si dichiarano vittime
Secondo quanto riportato stamane dal quotidiano Il Secolo XIX , ora si scopre che, di fronte al pm, giovedì 24 (la notizia è stata però diffusa soltanto ieri per la concomitanza del 25 aprile e delle tensioni in città) il sindacalista della Fillea-Cgil avrebbe riferito “senza se e senza ma che non è mai stato picchiato da nessuno”.
Di più. Avrebbe in sostanza ammesso: “Me lo sono immaginato perché ho dei problemi personali, anche di salute”.
Se da un lato gli investigatori della Digos avevano tempestivamente rilevato varie incongruenze nel suo racconto sulla presunta e, a questo punto, inesistente aggressione “di stampo fascista” di martedì 15 aprile, e avevano indicato di indagare proprio su “vicende personali”, c’è da chiedersi com’è possibile che i responsabili della Cgil non conoscessero il loro segretario Fillea abbastanza bene per non sapere che, per l’appunto, avrebbe “problemi personali, anche di salute”.
C’è da chiedersi come mai anche la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, che insieme alla Cgil ha chiamato i genovesi (i sestresi in particolare) in piazza agitando lo spauracchio del fascismo in città, non si sia doverosamente informata prima e non abbia verificato con i compagni della Cgil e con chi abita sul territorio se il presunto fatto denunciato fosse vero o se, come riferito da diverse voci di corridoio già nelle prime ore dello stesso martedì 15, c’erano dei dubbi su questa brutta storia e quindi sarebbe stato meglio usare cautela.
Uno stile e un modo di affrontare le situazioni che senz’altro non si confà a chi aspira a governare un grande Comune come quello di Genova, dove le insidie, grandi e piccole, sono sostanzialmente all’ordine del giorno.
In ogni caso ieri i responsabili della Cgil hanno sospeso il sindacalista, ma non hanno chiesto scusa ai genovesi lasciando intendere di essere eventualmente parte lesa e di valutare eventuali ulteriori azioni: “Se le notizie apparse oggi saranno confermate dagli organismi inquirenti, la Cgil si riserva di tutelarsi nelle forme che valuterà più opportune e in tutti i modi possibili”.
In sintesi, anche la candidata sinistra del centrosinistra non ha chiesto scusa ai genovesi e si è dichiarata “parte lesa” scaricando il sindacalista: “Ognuno si assume le responsabilità delle proprie dichiarazioni, dichiarare il falso è un reato e noi non rispondiamo dei reati di altri”.
Vittime di Chi? Delle allucinazioni?