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Canottaggio, la neo presidente ligure Carola Maccà parla dei suoi programmi

Carola Daccà

La Federazione italiana canottaggio della Liguria ha un nuovo presidente. Si tratta di Carola Maccà, 45 anni, avvocato civilista.

Maccà è genovese, ma originaria di Moneglia: dove mantiene saldamente le sue radici. Ad eleggerla sono stati i presidenti delle varie società di canottaggio
liguri, e la sua elezione è già di per sé un evento: è la prima volta che la FederCanottaggio ligure ha un presidente donna. Con lei sono entrati nel nuovo Comitato Regionale i consiglieri Stefania Crespi (Canottieri Sanremo), Luca Marasi (Elpis Genova), Federica Minarelli (Sportiva Murcarolo), Luca Raffo (Rowing Club Genovese), Riccardo Rangone (Dario Schenone Foce) e Stefano Sitia (Sportiva Murcarolo).
Carola Maccà ha all’attivo, in particolare, numerose regate di Coastal Rowing (e cioè il canottaggio in mare) ed è tesserata oggi per la Canottieri Sanremo, oltre a essere socia della Elpis Genova e aver militato e sviluppato la passione remiera anche nella LNI Sestri Levante.
“E dire che prima di dedicarmi al canottaggio ho studiato arpa per otto anni al conservatorio di La Spezia – racconta Maccà – In effetti si tratta di due attività che sembrano piuttosto agli antipodi. Ma questo dipende dal fatto che mi sono avvicinata al canottaggio e all’agonismo non da ragazzina, come quasi tutti, ma da adulta: avevo 25 anni”.
-Come mai c’è stato questo avvicinamento al mondo del canottaggio?
“In realtà remavo anche prima, come molti giovani che abitano nei centri rivieraschi della Liguria. Alla lega navale di Sestri Levante facevo la voga tradizionale con il sedile fisso: ho sempre partecipato alle varie edizioni di Palio del Tigullio, e quindi conoscevo le varie società. C’era una collaborazione con la Canottieri Argus di Santa Margherita. All’epoca il presidente Ferretto voleva portare un otto a una gara che si tiene a Londra: e così siamo venute all’Argus. L’allenatore era Filippo Dato, che ci ha insegnato a remare con il sedile mobile. Era il 2008. L’Argus ci ha fatto fare alcune gare di coastal rowing, all’inizio abbiamo partecipato con un 4. Sono stata due anni alla Argus, in accordo con la LNI, poi sono tornata a Sestri Levante”.
-Come mai si è candidata alla guida della Federcanottaggio ligure?
“Finora non avevo esperienze a livello federale: come gestione, ero stata solo per un paio di anni nel consiglio direttivo dell’Elpis. Poi, quando è emerso che il presidente uscente Ferretto non si sarebbe ricandidato, le società di canottaggio della Liguria mi hanno fatto questa proposta.
Stavano cercando una figura nuova. All’interno della federazione ligure c’erano alcuni contrasti, ormai fossilizzati, che stavano ostacolando anche la normale attività: una cosa che purtroppo avviene in tutte le federazioni sportive. Avevano bisogno di una persona fuori dai giochi, nuova dell’ambiente, che potesse mettere le mani in questi problemi e risolverli”.

-E adesso?

“Per prima cosa dobbiamo programmare la stagione 2022 e 2023. Con il nuovo consiglio stiamo cercando di individuare dei piani di azione che poi saranno sviluppati. Dovremo spartirci delle deleghe, che non sono certo dei privilegi ma dei campi di intervento assegnati a ciascuno, e quindi occuparci dei vari settori”.
– E questa non è una cosa normale?
“Diciamo che dovrebbe esserlo ma spesso non avviene. Troppo spesso nelle varie federazioni, non solo nel canottaggio, vediamo un presidente che lavora e decide, e gli altri che ratificano ed eseguono. Noi vogliamo costruire una squadra in grado di lavorare in modo collegiale”.
-Nel dettaglio? Cosa fate?
“C’è la questione dei finanziamenti: pubblici o di enti privati e associazioni. Esistono dei bandi, anche a livello europeo, che bisogna trovare e sfruttare: ma a volte le società non sono strutturate per questo lavoro, non sanno da che parte cominciare. Bisogna sapere cosa cercare e dove, come muoversi in un certo ambito burocratico. E’ un argomento che ci sta molto a cuore, viste le attuali difficoltà economiche in cui versano molte società. Noi dovremo cercare di aiutare le società in questo lavoro. Ci sono società che negli ultimi anni non hanno mai chiesto un contributo, che non hanno mai partecipato a un bando, anche se ne avrebbero avuto il diritto. Eppure le spese corrono comunque: affitti, utenze, magazzini, rinnovo e manutenzione delle attrezzature, emolumenti per l’eventuale personale”.
-Perché qualcuno, ente o persona fisica, dovrebbe finanziare le società di canottaggio?
“In primis perché facciamo un lavoro socialmente utile: basti pensare a ciò che facciamo per i giovani. Ma ci sono anche cose come il para-rowing, e cioè il canottaggio adattato a persone con disabilità. Tutte cose importantissime per l’inserimento e il reinserimento degli individui nella società”.
-Ammettere che lo sport non è solo quello delle grandi ribalte sportive e dei professionisti è già un buon punto di partenza.
“Nel nostro programma c’è anche la promozione nelle scuole. Ora come sappiamo le scuole sono ferme, ma prima o poi ripartiranno. Cercheremo di organizzare un calendario più fitto di gare. Vogliamo creare un circuito di gare locali per i giovani, organizzate dalle varie società. Lo scopo è quello di far provare anche ai più piccoli il fascino delle gare, affrontare la competizione senza aspettare il Festival dei Giovani”.
-E il mare?
“Insieme alle società vogliamo ripensare il coastal rowing. Durante l’anno abbiamo già una gara a Sanremo e una a Sestri Levante. Vorremmo aggiungere qualche data, compatibilmente con il calendario del canottaggio olimpico. Cercheremo di organizzare una sorta di campionato, se riusciamo a metterci d’accordo con la federazione nazionale. Abbiamo appena mandato a Roma una richiesta di integrazione del calendario remiero per due regate coastal rowing internazionali: una a Sestri Levante a metà ottobre e una a Sanremo per il campionato Euromed. Confidiamo nella decisione della federazione nazionale. Di solito ai primi di maggio organizziamo a Sestri Levante una gara coastal rowing promozionale. Quest’anno non si può fare, a causa del Covid. Abbiamo quindi pensato di organizzare una competizione a metà ottobre: potrebbe essere una gara normale sulla distanza, oppure nella versione beach”.
-Cos’è la versione beach?
“L’equipaggio taglia il traguardo solo dopo lo sbarco sulla spiaggia. A livello internazionale c’è già un campionato mondiale della specialità. Attualmente nel mondo sta prendendo piede questa versione del canottaggio che prevede l’imbarco e lo sbarco da terra: la gara non finisce tra le due boe ma sulla spiaggia. Diventerà specialità olimpica a partire da Los Angeles 2028”.
-Sembra giustappunto un’americanata, una deformazione dello sport a scopo spettacolare, oppure “Giochi senza frontiere”.
“Si può anche essere d’accordo, ma la tendenza internazionale è questa. Abbiamo intenzione di portare un grande evento internazionale nel Tigullio, nei prossimi anni. L’importante è iniziare a muoversi e far vedere che si hanno le capacità di organizzare questi eventi. Vorrei che l’entusiasmo e la voglia di collaborazione di oggi segnassero l’attività dell’intero quadriennio. C’è bisogno dell’energia e delle competenze di tutti, anche di chi oggi non è stato eletto, per far crescere il Canottaggio in tutta la Liguria”.

PAOLO FIZZAROTTI