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Becchi: bene il no di Berlusconi su invio armi. Draghi fa dell’Italia colonia Usa

Battaglione Azov, reparto militare filonazista ucraino impiegato per contrastare i separatisti filorussi (foto d'archivio)

“Silvio Berlusconi si è detto contrario all’invio di altre armi all’Ucraina.

Oltre a dimostrare visione politica, è coerente con la sua storia personale e politica. Non dimentichiamo che lui è stato il leader europeo che si è battuto di più per avvicinare la Russia all’Occidente e soprattutto all’Europa, e anche per questo ha subìto delle ritorsioni politiche a livello internazionale.

Quindi è più che normale che oggi ragioni in questo modo e non possa essere d’accordo con la politica di Mario Draghi che ci sta di fatto trasformando in una colonia degli Usa“.

Lo ha dichiarato oggi all’agenzia all’AdnKronos il prof. genovese Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Genova, tornando sulle parole del fondatore di FI Silvio Berlusconi a Treviglio.

Il lucido pensiero controcorrente sull’operazione militare russa in Ucraina del prof. Becchi, che sin dall’inizio del conflitto aveva dichiarato “Vogliamo che cessi la guerra e inviamo armi in Ucraina?” e ha sempre spinto per una più concreta e decisa azione diplomatica per la pace, è stato “censurato” da diversi quotidiani e televisioni ma continua a circolare sul web.

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“Dirò di più – ha aggiunto oggi il prof. Becchi – sono certo che Berlusconi ha tenuto contatti con il presidente Vladimir Putin anche quando è scoppiata la guerra per tentare una mediazione, anche se poi si è dovuto allineare alle posizioni occidentali.

Ha capito che non è Putin a volere la guerra a tutti i costi, ma sono gli americani per i loro interessi.

E che noi, inviando armi all’Ucraina, stiamo facendo il loro gioco sulla nostra stessa pelle, visto che pagheremo pesantemente le conseguenze a livello economico.

Non credo francamente alla precisazione di Forza Italia e sono convinto che Berlusconi pensi veramente ciò che ha detto.

Indipentemente dal giudizio politico che si può avere di lui, resta comunque un grande leader e lo sta dimostrando, prendendo le distanze dalla fallimentare politica del Governo Draghi”.