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Assange, dalla britannica Patel il via libera all’estradizione negli Usa

Assange, dalla britannica Patel il via libera all’estradizione negli Usa
Julian Assange (immagine di repertorio)

Assange rischia fino a 175 anni di carcere negli Usa ed è rinchiuso da oltre 1100 giorni nel carcere londinese

Il ministro dell’Interno britannico, Priti Patel, ha ordinato l‘ estrazione negli Stati Uniti di Julian Assange.

Julian Assange arrestato a Londra in ambasciata Ecuador

La decisione della responsabile dell’Home Office, arriva dopo che nel Regno Unito era stata completata la procedura giudiziaria sulla vicenda dell’attivista australiano, fondatore di Wikileaks, che rischia di scontare in un carcere Usa una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere tramite la piattaforma online documenti riservati.

Il fondatore di Wikileaks è, infatti, accusato di spionaggio per aver diffuso insieme all’ex analista dell’intelligence militare Manning migliaia di documenti riservati sulle operazioni militari americane nel 2010 in Iraq e Afghanistan.

Assange ha, ora, 14 giorni per presentare ricorso.

“Oggi non è la fine della lotta. È solo l’inizio di una nuova battaglia legale  – ha detto la moglie di Assange, Stella. La decisione ha segnato “un giorno oscuro per la libertà di stampa e per la democrazia britannica”, ha aggiunto, “Julian non ha fatto nulla di male, non ha commesso alcun crimine e non è un criminale. È un giornalista e un editore, e viene punito per aver fatto il suo lavoro”.

Il fondatore di Wikileaks è rinchiuso da oltre 1100 giorni nel carcere londinese di Belmarsh dove nei mesi scorsi ha avuto anche un ictus. A nulla sono valse le battaglie di moltissime organizzazioni, tra cui Amnesty International, per il suo rilascio.

“Il governo americano – ha poi aggiunto Stella Assange  – vuole mettere a processo un editore australiano in una corte di sicurezza degli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere, in condizioni di tortura e isolamento, semplicemente perché ha ricevuto vere informazioni sulle vittime e i crimini delle operazioni americane a Guantanamo, in Afghanistan e Iraq da Chelsea Manning e le ha pubblicate”.