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Alluvione 2011, forse oggi la sentenza in appello per la Vincenzi

Genova, targa commemorativa tragica alluvione 2011

Potrebbe essere pronunciata oggi la sentenza in Appello per i tragici eventi dell’alluvione 2011 per cui sono indagati l’ex sindaca di Genova Marta Vincenzi, l’ex assessore comunale alla Protezione civile Francesco Scidone e funzionari del Comune.

Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio e disastro colposo e falso.

Furono sei le vittime che quel maledetto 4 novembre 2011 rimasero travolte dall’esondazione del Fereggiano. Shpresa Djala con le bimbe Gioia e Janissa di 8 anni e di 10 mesi, la 19enne Serena Costa che doveva recuperare a scuola il fratello minore, la 40enne Angela Chiaramonte che aveva appena sentito al telefono il figlio bloccato in classe, l’edicolante 50enne Evelina Pietranera.

L’accusa fondamentale per Marta Vincenzi è quella di non aver chiuso le scuole e la circolazione del traffico veicolare, nonostante le chiare previsioni meteorologiche.

In primo grado, l’ex sindaca era stata condannata a 5 anni, l’ex assessore comunale a 4 anni e 9 mesi e il responsabile per la sicurezza Gianfranco Delponte a 4 anni e 5 mesi.

Al dirigente comunale Delponte era stata attribuita anche la falsificazione a posteriori della ricostruzione dell’evento, poiché secondo l’accusa era stata retrodatata l’ora della piena in modo tale da farla sembrare “imprevedibile”.

Pene più miti erano state inflitte all’ex numero due della sicurezza comunale Pierpaolo Cha (1 anno e 4 mesi) e all’ex responsabile della Protezione civile del Comune Sandro Gambelli (1 anno). Per i giudici, in sostanza, parteciparono alla fabbricazione della versione fasulla, ma non ebbero responsabilità nel disastro.

La difesa dell’ex sindaca ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che la colpa di questa tragedia sia del volontario della Protezione civile che non era sul posto per controllare lo stato del torrente e del preside che aveva lasciato uscire i ragazzi da scuola.

La sentenza di secondo grado, a sorpresa, era già slittata il 3 febbraio scorso. La Corte d’Appello, infatti, aveva deciso di integrare l’istruttoria del dibattimento. Il presidente aveva ordinato l’acquisizione di alcuni documenti, tra cui il piano operativo delle scuole, e di risentire alcune persone tra cui l’ex assessore comunale Scidone.