Home Consumatori Consumatori Genova

A rischio l’export delle eccellenze Liguri, olio e vino

A rischio l’export delle eccellenze Liguri, olio e vino

A pagare il braccio di ferro tra le due potenze, non deve essere l’export di grandi eccellenze Made in Liguria, quali olio e vino

Dopo l’accordo trovato dagli Stati Uniti con la Francia sul digital tax, adesso va cercata la pace con tutta l’Unione Europea, contro la quale Trump è pronto ad aumentare i dazi fino al 100% in valore, su una nuova lista di prodotti che comprendono capisaldi della dieta mediterranea, che si è classificata comemigliore dieta al mondo del 2020 secondo il best diets ranking 2020 elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s.

È quanto riporta Coldiretti Liguria specificando che, anche per favorire l’export ligure negli USA, è importante evitare l’entrata in vigore dei nuovi dazi dai quali, questa volta,  non verrebbero risparmiati  il vino e l’olio Made in Liguria, eccellenze sempre più apprezzate fuori dai confini europei. L’export ligure negli Stati Uniti, che nei primi nove mesi del 2019 ha registrato, per il comparto agricolo, silvicoltura e pesca, un valore economico di circa 10milioni di euro, va sostenuto per evitare sia un danno diretto per le imprese sia per gli stessi consumatori americani, per i quali sarebbe più costoso garantirsi cibi di alta qualità importanti per la salute.

 

“L’eventualità dell’entrata in vigore dei nuovi dazi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa-   rischia di far precipitare le nostre esportazioni per gli alti costi a cui verrebbero venduti i prodotti agroalimentari simbolo dei nostri territori. Il vino e l’olio Made in Liguria grazie agli alti standard qualitativi, sono prodotti sempre più apprezzati all’estero, mercato sul quale le nostre imprese stanno investendo per accrescere la notorietà delle produzioni e della nostra terra. Il braccio di ferro USA-Unione europea si riferisce alla disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, dopo che il Wto ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue. Per l’Italia al danno si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese si ritrova ad essere nel mirino dai dazi Usa nonostante l’Airbus sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna. Purtroppo questa non è la prima volta che gli agricoltori subiscono penalizzazioni da dispute geopolitiche che non sono direttamente connesse con la loro attività e non dobbiamo permettere che alla fine dei conti siano di nuovo loro a pagare.”