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Ornella Vanoni è morta a 91 anni: addio a un’icona senza confini

Ornella Vanoni
Ornella Vanoni (PH. Stefano Guindani -SGP)

La cantante milanese si è spenta per un arresto cardiocircolatorio nella sua abitazione: un vuoto enorme nel panorama della musica italiana

Si è spenta nella serata del 21 novembre 2025, nella sua abitazione di Milano, Ornella Vanoni, a causa di un arresto cardiocircolatorio. Aveva 91 anni, essendo nata il 22 settembre 1934. La notizia, riportata da importanti testate nazionali, ha colpito il mondo della musica e dello spettacolo: la grande voce italiana ci lascia con un’eredità artistica che attraversa quasi sette decenni.

Le parole di cordoglio e il tributo del mondo culturale

Alla notizia della sua scomparsa, molti esponenti dello spettacolo e della cultura hanno espresso il proprio dolore. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha dichiarato che con Ornella Vanoni l’Italia perde una delle artiste “più originali e raffinate”, capace di scrivere “pagine importanti nella storia del teatro, della canzone e dello spettacolo”. Fabio Fazio, suo compagno televisivo, ha confessato di essere “senza parole”, sottolineando quanto fosse difficile accettare la realtà. Anche personalità come Simona Ventura e Loredana Bertè hanno ricordato Vanoni come una figura immensa, dal talento senza fine.

Dalle origini teatrali alla consacrazione musicale

Ornella Vanoni nasce a Milano in una famiglia benestante, e sin da giovane entra in contatto con il teatro: si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, con cui stringerà anche un legame affettivo. Il suo debutto sul palcoscenico risale agli anni ’50, con l’opera teatrale di Pirandello “Sei personaggi in cerca d’autore”, ma ben presto la sua carriera si trasforma: da attrice diventa cantante, seguendo una strada non convenzionale.

Negli anni successivi, la sua cifra artistica si definisce in modo originale: Vanoni è interprete delle cosiddette “Canzoni della mala”, ballate ispirate alla vita popolare di Milano, che ne rivelano un lato intellettuale ma molto sentito. Parallelamente, collabora con grandi nomi della musica leggera, come Gino Paoli, con cui avrà anche una storia romantica, dando vita a brani memorabili come Senza fine.

Una voce internazionale: bossa nova, jazz e collaborazioni prestigiose

Uno degli snodi più importanti della carriera di Vanoni è il progetto del 1976 con Vinícius de Moraes e Toquinho, intitolato La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria. Con questo album, la cantante porta in Italia la bossa nova, contribuendo a far conoscere quel mondo musicale al pubblico italiano. Ma la sua sperimentazione non si ferma lì: tra gli anni ’80 e ’90 collabora con musicisti jazz come Herbie Hancock, George Benson e i fratelli Brecker. In quegli anni registra anche Ornella &, progetto nato a New York che testimonia la sua apertura al jazz internazionale.

Nel corso della sua vita artistica, Vanoni non ha mai rinunciato al dialogo con giovani autori e con la canzone d’autore italiana: duetti con Lucio Dalla, Fabrizio De André e molti altri scandiscono una carriera intensa e trasversale.

Riconoscimenti, popolarità e longevità

La carriera di Ornella Vanoni è lunga quasi settant’anni: attiva dal 1956, ha pubblicato più di cento lavori tra album, EP e raccolte, con vendite che superano i 55 milioni di copie stimate. Nel 1981 è stata la prima donna a ricevere il Premio Tenco per il miglior cantautore, segno della sua maturità creativa e della sua capacità compositiva.

Negli anni, ha partecipato numerose volte al Festival di Sanremo: otto edizioni, con piazzamenti di rilievo come il secondo posto del 1968 con Casa Bianca. Anche in età avanzata, Vanoni ha mantenuto una forte presenza nel panorama mediatico: era ospite fissa a “Che tempo che fa”, dove mostrava il suo spirito irriverente, l’intelligenza e l’autoironia che l’avevano sempre contraddistinta.

Vita privata: amore, impegno e riflessioni sulla vecchiaia

La vita di Ornella Vanoni intreccia arte e sentimenti profondi. Ha avuto una relazione significativa con Giorgio Strehler, regista del Piccolo Teatro, e una storia d’amore tormentata con Gino Paoli, con cui ha condiviso anche momenti creativi straordinari. È madre di un figlio, Cristiano, e nel tempo ha spesso parlato delle sue paure, delle sue fragilità, della solitudine e dell’ironia con cui affrontava la vecchiaia. In un’intervista, aveva confessato di non temere la morte, ma di desiderare di restare fino a quando avrebbe potuto dare e ricevere qualcosa dalla vita.

Negli ultimi anni aveva ricevuto un riconoscimento accademico molto caro: una laurea honoris causa in «Music, Culture, Media and Performance» dall’Università di Milano, che sottolineava il valore culturale della sua esperienza artistica.

Ornella Vanoni non è stata solo una cantante: è stata un simbolo di eleganza, ironia e profondità, capace di reinventarsi senza mai tradire la sua anima. Il suo addio lascia un vuoto nel panorama culturale italiano, ma il suo lascito musicale continuerà a vibrare negli ascoltatori di oggi e di domani.