La Costituzione prevede per i referendum, quando sono più di uno, 6 possibilità: votare SI’ all’abrogazione; votare NO; esprimere un voto non valido (scheda bianca o nulla); non partecipare alla votazione; andare a votare ma rifiutarsi di ritirare al seggio tutte le schede dei referendum (opzione indicata oggi dalla premier Giorgia Meloni); andare a votare e ritirare al seggio soltanto una o alcune delle schede del referendum rifiutandosi così di partecipare alla votazione degli altri (per esempio io ne ritirerò 4 e ne rifiuterò una).
Questa sesta possibilità, di cui nessuno parla, significa che se io scelgo di non partecipare al voto in uno dei referendum con il mio rifiuto di ritirare quella scheda al seggio non faccio aumentare il quorum di quel singolo referendum, che com’è noto sarà valido se raggiungerà il 50%+1 degli aventi diritto al voto (art. 75, secondo comma).
Questo però non mi impedisce, se voglio, di votare gli altri referendum e quindi di ritirare al seggio le altre schede.
Pertanto, dire “non andate a votare per non far raggiungere il quorum” non è corretto.
Perché un elettore, come me ad esempio, potrebbe rifiutare la scheda che riguarda la riduzione del periodo d’attesa per ottenere la cittadinanza italiana (da 10 anni a soli 5 anni) in modo da far saltare quel referendum, ma votare tutti gli altri che riguardano le condizioni dei lavoratori.
Quei referendum saranno anche poca cosa, ma sarebbero meglio di niente per i lavoratori se si raggiungesse il quorum.
Una probabilità che appare lontana perché il quorum probabilmente non sarà raggiunto, ma pazienza io a votare ci andrò lo stesso con quattro SI’ per le condizioni dei lavoratori e il rifiuto di una scheda, quella sulla cittadinanza italiana agli stranieri.
Non credo, infatti, che facilitare la cittadinanza italiana oggi dia un buon segno a favore della nostra società e non mi sembra che si possa risolvere il problema in questo modo.
Tuttavia, coloro che non andranno a votare ai seggi “tout court” per far saltare questo referendum sulla cittadinanza italiana non andando a votare credo che danneggeranno i lavoratori.
In ogni caso, i referendum fatti così servono a poco. È solo su grossi temi tipo divorzio che possono funzionare.
Una soluzione, però, ci sarebbe. Nella crisi attuale della democrazia parlamentare i referendum sarebbero un’ottimo strumento di democrazia diretta, ma come una volta diceva Gianroberto Casaleggio (e il sottoscritto) “alla Svizzera senza quorum”.
Allora sì che la cosa, senza quorum come in Svizzera, diventerebbe interessante e allora voterebbero (quasi) tutti.
Ve lo immaginate un Parlamento “deteriorato” o di presunti “corrotti” che fa le leggi che vuole, ma poi il popolo gliele blocca con i referendum? Solo Rousseau, che era svizzero, ci salverà. Prof. Paolo Becchi