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Scarpetta Rossa replica la smentita di Wall of Dolls

Scarpetta Rossa replica la smentita di Wall of Dolls in relazione ad un evento di raccolta fondi organizzato di recente a Recco.

Scarpetta Rossa replica la smentita di Wall of Dolls, di seguito i dettagli.

In merito al nostro articolo “Wall of Dolls smentisce una raccolta fondi non autorizzata” pubblicata il 5/08/2022, siamo stati contattati dall’Associazione “chiamata in causa”, con una richiesta di diritto di replica (contraddittorio).

Facciamo presente che quanto già scritto nell’articolo ci è stato detto e confermato dalle responsabili nazionali e locali di Wall of Dolls, nonché dalle responsabili del Centro Per Non Subire Violenza.

Certamente c’è da dire che le velate minacce di querele o azioni legali nei nostri confronti o dell’Associazione, non fanno certo piacere e non fanno bene al settore in questione, la violenza di genere.

In ogni caso com’è nostra consuetudine ecco la replica al nostro articolo con il testo che “Scarpetta Rossa Aps – associazionescarpettarossa@gmail.com” ci ha inviato.

“L’associazione Scarpetta Rossa aps, nata nel maggio del 2014 ha da sempre scelto di perpetrare i propri scopi esclusivamente tramite l’opera di volontariato.
L’associazione si è sempre finanziata grazie alle donazioni da privati e alle iniziative in collaborazione con grandi Brand di fama nazionale.
L’associazione ha scelto di non richiedere sovvenzioni statali o regionali e di non stipendiare nessuno, ( lo stato nel 2020, ha stanziato 28 milioni di euro a favore dei 246 CAV che ne hanno fatto richiesta).
Pertanto siamo autorizzati ad organizzare manifestazioni di varia natura ed aiutare persone ubicate su tutto il territorio nazionale.

TRASPARENZA NELLA COMUNICAZIONE

Durante le campagne informative L’associazione fornisce ai propri volontari:
-Un tesserino di riconoscimento
-Uno striscione informativo
-Del materiale informativo
-una pettorina
-un apparecchio POS e un blocchetto di ricevute .
Il tutto recante UNICAMENTE ,i dati di Scarpetta rossa aps e di nessun altra organizzazione o persona.
La nostra volontaria, nel narrare le iniziative.  dell’Associazione,, per quanto ci ha riferito,  ha fatto riferimento alla collaborazione con altre associazioni. E questo è tutto. Ha descritto attività reali.

I RAPPORTI CON WALL OF DOLLSl

Le 2 associazioni si “conoscono” da molti anni, più volte hanno partecipato insieme alle iniziative organizzate dall’una e dall’altra a puro titolo di solidarietà e partecipazione ad una manifestazione organizzata da chi combatte la tua stessa lotta.
Nell’ultimo anno abbiamo iniziato a collaborare in maniera più diretta, organizzando ( insieme ad una terza associazione) incontri tra donne vittime di violenza , con la presenza di psicologi ,avvocati, e volontari.
Abbiamo inoltre aperto insieme dei centri di primo ascolto, abbiamo gestito insieme richieste d’aiuto. Noi abbiamo fornito loro il ns numero di rete fissa per le emergenze e loro hanno più volte messo a  disposizione i loro locali, di via de Amicis 2 a Milano, per le iniziative comuni.

Precisiamo di non aver mai organizzato nessuna manifestazione di raccolta fondi in collaborazione con walls of Dolls ma solo iniziative di carattere sociale e che non abbiamo mai avuto nessuna collaborazione o contatto col wall di Genova.

CONSIDERAZIONI SUI FATTI DI RECCO

Abbiamo già proposto al wall un tavolo di confronto che speriamo avvenga quanto prima (e che avremmo preferito precedesse il coinvolgimento mediatico).
La signora in questione è una ns volontaria da molti anni e non ha mai dato problemi di alcuna natura (come nessuno dei ns volontari o delle numerose persone affidateci dall’UEPE).
In passato ci è già successo che, a causa di un “principio di territorialità delle vittime” che noi non condividiamo ma che è alla base dell’operato di altre associazioni, venissimo infangati per avere osato “invadere” la riserva di caccia altrui. A queste finalità riconduciamo la più eclatante “l associazione non esiste perché al numero di rete fissa risponde una Signora di Tivoli”, limitandoci a far presente che il nostro numero è rimasto invariato dall’apertura dell’associazione ed avendo il prefisso 02 è inconfutabilmente di Milano). Un’incauta giornalista , abilmente imbeccata, ha pure scritto un articolo denigratorio sulla nostra associazione, senza verificare l’attendibilità della fonte e ricavandone un’inevitabile querela.
Auspichiamo che il caso specifico di Recco non rientri in questa strategia denigratoria e che tutto si possa ridurre ad un eventuale malinteso tra la nostra volontaria e le due persone con cui ha parlato.
In attesa del dirimersi della vicenda, ci riserviamo azioni legali a tutela della nostra, altrettanto onorabile, immagine.
Concludiamo con una considerazione: se i fatti narrati nel Vostro articolo risultassero veritieri, la parte lesa sarebbe in primis Scarpetta rossa aps, in quanto l’operato degli oltre 100 volontari che si sono alternati negli anni (si avete letto bene oltre 100, non 7/8 persone di cui 4/5 stipendiate con le sovvenzioni statali) e che hanno costruito una solida realtà sociale, basata sui fatti e sui risultati ottenuti, verrebbe vanificata se una persona avesse necessità di millantare l’appartenenza ad altri enti per convincere un donatore a fare un offerta.
Il consiglio direttivo Scarpetta rossa”

Qui di seguito il link all’articolo in questione pubblicato lo scorso 5 agosto:

Wall of Dolls smentisce una raccolta fondi non autorizzata