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Recovery Fund, ecco i progetti per Genova. Testo integrale intervento di Bucci a Tursi

Sindaco di Genova Marco Bucci (foto di repertorio fb)

Programma “Next generation EU” ossia il cosiddetto Recovery Fund. Ieri durante il consiglio comunale è intervenuto il sindaco Marco Bucci, che ha illustrato i 4 progetti prioritari per la nostra città.

Ecco il testo ufficiale del suo intervento.

“Parliamo oggi dei progetti presentati come Comune di Genova. Voglio però fare una premessa generale: i canali usati per mandare a Bruxelles i progetti sono vari e complessi.

A oggi vi sono almeno quattro strutture: la prima è quella diretta fra il Comune di Genova e i ministri o il presidente del consiglio, la seconda quella del  Comune di Genova che attraverso Regione Liguria invia le proposte al ministro Amendola, la terza è quella di Anci che raccoglie tutto il materiale dei Comuni e si interfaccia con i ministri competenti e la quarta sono le 14 Città Metropolitane che  riuniscono il materiale e lo inoltrano a Roma.

Parliamo di idee progettuali, altre sono fattibilità tecniche economiche, di progetti definitivi noi ne abbiamo uno e credo che ce ne siano pochissimi altri a livello italiano. Non è chiaro nemmeno quali sono le tempistiche, quando arriveranno i soldi, la cosa è complessa.

Non vorrei sembrare negativo, anzi, ritengo che questa si una grande occasione per la città e come tale l’abbiamo trattata.

Vi dico quali sono i progetti che abbiamo presentato noi come città di Genova e che sono in discussione sia al Mef sia al Governo.

La diga di Genova, per la nuova diga sono stati chiesti 600 milioni. Al momento, però,  ci sono due progetti in discussione, nel giro di un mese, a gennaio, partirà il dibattito pubblico sulla diga, ci sarà la possibilità per tutta la città di vedere e discutere i due progetti, uno da circa 600 milioni e l’altro da un miliardo e mezzo.

Ufficialmente è andata avanti la richiesta del progetto di 600 milioni, io penso che in realtà ce ne vorranno di più, perchè l’ultima occasione per fare la diga l’ha avuta l’ingegnere De Ferrari 120 anni fa e adesso non possiamo perdere un’occasione così e farne solo un pezzo, bisogna farla tutta e completa.

Sono per il progetto più costoso, ma questo lo vedremo nel dibattito pubblico.

Secondo progetto è l’elettrificazione di tutta la parte commerciale del porto vecchio, per  20 milioni di euro.

Il terzo progetto è a livello nazionale, la digitalizzazione, il cavo del blu med, la struttura di information e comunication tecnology con i vari database che sarà attorno al bluemed;  si parla di 1 miliardo e 200 milioni.

Il quarto riguarda il trasporto di massa Genova Aeroporto/stazione di Erzelli e parco tecnologico: sono 230 milioni di euro ed esiste già sotto forma di progetto definitivo ma vanno fatte delle correzioni. Lo presenteremo alla call del bando del Mit il 15 gennaio.

Poi abbiamo lo skytram della Valbisagno, intera completa, il cui costo complessivo è di  500 milioni, abbiamo già definito il progetto  e  anche questo sarà presentato alla call del Mit del 15 gennaio.

Tralascio il tunnel della Valfontanabuona che abbiamo presentato come Genova Città metropolitana e parlo, invece,  del retroporto di Alessandria e delle aree della provincia che è destinato ad essere il retroporto del porto di Genova: su questo ci sono 200 milioni di euro.

Abbiamo già inviato tutta l’idea progettuale, corroborata da Rfi perchè sono aree di Ferrovie, messe a disposizione per il retroporto con collegamento rapido dal porto di Genova attraverso la linea ferroviaria. Questo è un progetto importantissimo e  insieme con la  diga fa parte dell’infrastrutturazione necessaria per la portualità.

Ancora: abbiamo presentato il progetto per il Cerchio Rosso, sotto il nuovo Ponte Genova San Giorgio e sono 140 milioni di euro per la rigenerazione urbana di 1 milione e 200 mila metri quadri della Valpolcevera.

Poi c’è il progetto del Centro storico, per il quale abbiamo previsto 60 milioni di euro in aggiunta ai 140 già previsti e che abbiamo anche presentato alla stampa con una apposita conferenza stampa perché è sotto forma di idea progettuale completa e in alcune aree siamo già alla fattibilità tecnica–economica. Quindi questa è una ulteriore implementazione, perché vorremmo fare ancora di più.

In entrambi questi due ultimi progetti – Cerchio Rosso e Centro storico –  c’è una consistente cifra che riguarda il sociale, quindi nel Recovery Fund abbiamo previsto interventi nel sociale all’interno della rigenerazione urbana.

In ultimo il progetto legato ai rifiuti e sono circa 590 milioni in 10 anni da destinare all’impiantistica e la gestione delle discariche necessarie per il Comune di Genova: noi abbiamo circa 300mila  tonnellate all’anno di rifiuti e dobbiamo arrivare alla gestione completa per chiudere il ciclo.

Questo si può fare con il termovalorizzatore o senza, dipende dal tipo di investimento tecnologico: noi abbiamo voluto mettere nel Recovery Fund l’obiettivo della chiusura del ciclo e fare questo in maniera tecnologica.

Il giorno in cui chiuderemo il ciclo abbiamo bisogno di Scarpino. Per quanto riguarda la Volpara sottolineo che i cittadini non lamentano quasi più la presenza di miasmi. Certamente una struttura come Volpara va eleminata dalla città e lo faremo non appena troveremo la soluzione. In quel sito faremo altre attività che non prevedono la movimentazione dei rifiuti da un camion piccolo a uno più grande.

Ultima cosa: in aggiunta a questi piani vi è quello che il ministro Franceschini ci ha presentato e che impegna 70 milioni di euro per il completo recupero dei Forti e delle mura, compresa la costruzione della cabinovia che dalla Stazione Marittima porti le persone al Lagaccio e a Begato. Abbiamo costruito con il ministro il piano completo e ora è nelle mani del Mibact.

La canalizzazione dei progetti non è cosa semplice ma lavoriamo per riuscire a ottenere il maggior numero di finanziamenti per la nostra città ed entro il 23 dicembre bisogna aver impegnato le risorse sui progetti: siamo pronti, non appena avremo il finanziamento saremo in grado di impegnare i fondi.

Per quanto riguarda la richiesta di progetti definitivi voglio precisare che non possiamo spendere soldi sui progetti se questi non sono finanziati, ma solo quando giungono i finanziamenti.

Sarebbe importante poter approvare subito i progetti e poi fare tutto l’iter burocratico dopo, in modo da poter lavorare in parallelo senza perdere tempo. Per la costruzione del ponte di Genova San Giorgio, poiché sapevamo che i finanziamenti sarebbero arrivati, abbiamo fatto così e non abbiamo perso tempo”.