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Maxi operazione contro le truffe agli anziani: 82 gli indagati

Ennesima truffa ad anziana con finto incidente del figlio
Anziana in casa (foto di repertorio)

La base operativa era a Napoli e a Pistoia

Nelle prime ore di oggi, nelle province di Napoli e Pistoia, la polizia genovese, con l’ausilio delle locali Questure, ha dato esecuzione a 8 ordinanze di misure cautelari, di cui 4 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia.

I soggetti colpiti dai provvedimenti, tutti originari del capoluogo partenopeo, sono ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di truffe aggravate nei confronti di anziani.

L’attività investigativa si inserisce nel più ampio quadro dell’operazione “Condor” condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, anche in collaborazione con i Nuclei Investigativi dei Carabinieri di Milano e Bergamo, che ha riguardato complessivamente 82 indagati, 51 dei quali sottoposti a misura cautelare, ricostruendo altresì alcuni legami con il noto clan di camorra dei Contini di Vasto e Arenaccia.

Più specificamente, le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Genova hanno consentito di ricostruire ed attribuire agli 8 predetti soggetti numerosi episodi avvenuti a Genova, Sanremo e Savona, tra il novembre 2015 e l’aprile 2016.

La tecnica adoperata per le truffe, commesse prevalentemente in danno di anziani, consisteva in una preliminare telefonata, effettuata da una persona che si trovava quasi sempre a Napoli, alla potenziale vittima. Nella conversazione il “telefonista” si fingeva un avvocato o un appartenente alle forze di Polizia.

Il malvivente, nel corso della chiamata, riferiva all’anziano che il figlio o parente prossimo era stato arrestato o comunque privato temporaneamente della sua libertà a causa di un incidente stradale di cui era responsabile, chiedendo al contempo una somma di denaro, o l’equivalente in preziosi come “cauzione” necessaria al pagamento immediato di una multa per far liberare il congiunto.

A tal fine, rappresentava che un suo incaricato si stava recando presso l’abitazione del raggirato per ricevere la somma o i beni.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti alcuni arresti in flagranza, finalizzati al riscontro delle ipotesi investigative ed al recupero della refurtiva.