Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli (area FdI) con le sue dichiarazioni ha di fatto costretto la direzione della Reggia di Caserta ad annullare l’invito fatto al direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, considerato filo-putiniano.
Le pressioni del Pd, da sole, in Campania non sarebbero bastate per censurare il grande Maestro russo.
Sappiamo tutti che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è, purtroppo, una grande sostenitrice del presidente ucraino Volodymyr Zelenski. Qui però non si trattava di propaganda russa, ma di musica, di arte e di cultura.
C’è la politica e ci sono le guerre che sono la continuazione della politica. Ci si schiera da una parte o dall’altra, ma gli uomini non vivono solo di questo.
E a volte proprio l’arte e la cultura possono essere un momento di incontro, al di là del conflitto. Una sorta di tregua. La musica è l’ideale per questo.
Ecco, abbiamo perso proprio questa occasione (l’ennesima) e la cosa che più dispiace è che il primo responsabile di ciò sia proprio il ministro della Cultura del nostro Governo, che con le sue pressioni prima e poi con la soddisfazione dimostrata per la cancellazione dell’evento, non ha fatto Cultura, ma mera propaganda.
Non è un buon segno e si può solo sperare che qualche altro ministro della Repubblica prenda le distanze da questa a dir poco illogica e incomprensibile posizione.
Prego chi è favorevole a quello che ho scritto di diffondere questo messaggio. Prof. Paolo Becchi
Becchi: chi vuole impedire a Gergiev di dirigere in Italia è un infame