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Liguria, crisi carburante nei distributori Europam: Impianti fermi, gestori in ginocchio

Liguria, crisi carburante nei distributori Europam: Impianti fermi, gestori in ginocchio
Un distributore Europam in corso Europa a Genova

Fabio Bertagnini (Faib-Confesercenti): Da mesi senza rifornimenti, danni gravi e rischio chiusura per centinaia di impianti in tutta Italia

In Liguria circa settanta distributori di carburante a marchio Europam – circa un terzo del totale regionale – si trovano in una situazione di emergenza che dura ormai da mesi. I rifornimenti arrivano solo a singhiozzo, quando arrivano, e centinaia di migliaia di litri di carburante non sono stati consegnati né venduti. Il danno economico per i gestori è enorme, e a questo si aggiunge il silenzio da parte dell’azienda, che non ha dato seguito né alle segnalazioni dei singoli impianti né ai solleciti formali dei sindacati di categoria. Anche i tempi per un ritorno alla normalità, che inizialmente sembravano imminenti, continuano a slittare senza spiegazioni.

Molti impianti si vedono costretti a chiudere temporaneamente, non solo per l’impossibilità di vendere carburante, ma anche per evitare il malcontento della clientela. A preoccupare è anche l’assenza di alternative e di qualsiasi forma di sostegno da parte della società. «La situazione si sta trascinando da troppo tempo – denuncia Fabio Bertagnini, presidente di Faib-Confesercenti Liguria –. I danni per i gestori sono ormai gravissimi e si rischia una perdita definitiva della clientela. La sensazione è che Europam stia vivendo problemi strutturali, che mettono a rischio non solo la tenuta degli impianti, ma anche centinaia di posti di lavoro in tutta Italia, a partire dai 214 impianti del marchio presenti sul territorio nazionale».

L’allarme cresce in particolare in questi giorni di ponti festivi, quando la Liguria registra un aumento dei flussi turistici e il danno per i mancati incassi diventa ancora più evidente. «Come Faib – continua Bertagnini – confidiamo che Europam convochi al più presto un incontro chiarificatore. In caso contrario, non escludiamo di coinvolgere direttamente il Ministero per un intervento risolutivo. Stiamo anche valutando eventuali azioni legali a tutela dei gestori, perché qui si rischia il futuro di lavoratori, famiglie e dipendenti».

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