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Lettera aperta alle Istituzioni presenti alla festa di sabato in Prefettura

Sabato 8 alle 15 manifestazione sotto la Prefettura contro il Green pass e lo stato d'emergenza
La Prefettura di Genova (foto d'archivio)

Si tratta di una lettera aperta alle Istituzioni genovesi del Comitato “I cittadini di Libera Scelta Liguria”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta alle Istituzioni ma anche a tutti i cittadini a firma del Comitato “I cittadini di Libera Scelta Liguria”.

Tale lettera è giunta in redazione da diversi mittenti, fra cui cittadini e dipendenti di enti pubblici sospesi dalle mansioni che si dicono indignati e delusi per i fatti avvenuti in Prefettura dove sabato scorso si è svolta una festa con 120 invitati in occasione delle festività natalizie.

“Distinti Sindaci, Consiglieri regionali, Presidente Toti, Generali, Questore, Prefetto, Professori, Dottori, Onorevoli, Eminenza, Comandanti delle forze dell’ordine, Direttori e gli altri,
Scriviamo a ognuno di voi che sabato sera, 18 dicembre, ad una manciata di ore dall’ingresso della Liguria in zona gialla e a brevissima distanza dalla firma dell’appello di alcuni Sindaci, fra i quali alcuni dei presenti (il Sindaco Ghio di Sestri Levante, il Sindaco Pastorino di Bogliasco) per imporre l’obbligo di greenpass nelle scuole a partire dalle elementari, partecipavano ai festeggiamenti natalizi organizzati dal Prefetto di Genova nel Palazzo della Prefettura.

Festeggiamenti in pompa magna, con tanto di picchetto d’onore all’ingresso.
103 presenti (invitati 120, più eventuali accompagnatori) fra le più alte cariche politiche (compreso il presidente Toti), amministrative (presenti anche esponenti dell’Avvocatura dello Stato), religiose, esponenti di spicco del mondo dell’industria e bancario, nonché alcuni fra i più alti rappresentanti delle forze dell’ordine e forze armate dei vari corpi della nostra regione, più altre personalità.
Banchetto, musica, eleganza e sorrisi.
Tutto molto poetico se non si udisse, sopra la dolce melodia dei violini, il rumore dello schianto violento che tale immagine produce nei confronti del rigore morale e del richiamo colpevolistico rivolto al senso civico di responsabilità e necessità di sacrificio che queste stesse persone, nelle loro cariche istituzionali, esigono dai cittadini che quest’anno a Natale per la molta parte non staranno più di 6 a tavola.
I bambini non dovranno baciare i nonni e probabilmente dovranno produrre un lasciapassare verde per ritornare fra i compagni, sempre distanziati di un metro e con la mascherina al viso per 4, 6 o 8 ore, senza che se ne conoscano gli effetti a lungo termine.
I servitori dello stato sospesi se non vaccinati con un vaccino che non dà immunità ed è sperimentale, medici, infermieri, oss, insegnanti, militari, poliziotti, carabinieri e tutte le persone che hanno sempre accettato stipendi minimi per dare il meglio di sé a tutti noi, lasciati a casa nella pubblica vergogna perché “non si vogliono sacrificare per la comunità”.
Però in Prefettura, palazzo del Governo si festeggia, 103 onesti membri della pubblica morale ci insegnano chi può e chi non può scegliere di vivere, gioire e festeggiare, chi a spese dei cittadini banchetta in questo Natale delle incongruenze, delle mistificazioni, chi riesce a girarsi dall’altra parte e calpestare la dignità dei cittadini sotto ai picchetti d’onore.
E possiamo essere certi, signori, che tanto ci avete deluso, poiché il nostro dolore e disagio per quanto stiamo vivendo in questo momento storico ve lo abbiamo portato, che, se nelle feste ci sarà un aumento nella curva dei contagi, sarà a causa di quegli irresponsabili che non hanno lasciato la nonna a casa sola e l’hanno portata a osservare il sorriso del nipotino nell’aprire i doni che Babbo Natale ha potuto portare quest’anno, perché a una certa età una giornata di Natale coi propri cari è un bene irrinunciabile, ci si chiede se sarà l’ultimo.
Sarà colpa di chi si interroga sull’assurdità di tutto quanto accade e sulla dissonanza tra i messaggi ai cittadini e i comportamenti delle istituzioni, sulla incoerenza delle regole e sulla mancanza di serietà e concretezza camuffata dietro a faldoni di normative e imposizioni che con cadenza settimanale giungono a stravolgere le nostre vite.
Fu così che iniziò anche in altre dittature.
In passato la nostra storia ha già conosciuto discriminazioni di stampo etnico o religioso, per poi riconoscerne la totale infondatezza sul piano scientifico. La burocrazia che emargina alcuni cittadini, mentre nei palazzi si tengono grandi feste. Un caro augurio di buon Natale a tutti voi.” I cittadini di Libera Scelta Liguria