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Il Nano Morgante | La paura fa novanta

Il Nano Morgante | La paura fa novanta
Il Nano Morgante | La paura fa novanta

In virtù della libertà che connota l’ esistenza quotidiana, si può azzardare senza timore il recupero narrativo della dissacrante definizione che Michel Houellebecq ha dato del Covid19: “un virus banale apparentato in modo poco prestigioso a oscuri virus influenzali, dalle possibilità di sopravvivenza poco note e caratteristiche confuse, a volte benigno a volte mortale, neanche trasmissibile per via sessuale: insomma, un virus senza qualità in cui la gente muore in solitudine nelle stanze di ospedale o delle case di riposo, seppellita o incenerita immediatamente in segreto”.

Accantonata la specificità del tema virologico, affrontato spesso in stile talk-show da uno schierato circo politico-mediatico, possiamo tradurre dal contesto l’assunto inesorabile che vede ogni ricerca individuale della verità determinata dalla pre-scelta della verità.

Detto fatto, è inesorabile che ogni scelta significativa contenga in sé una quota di angoscia, scomodando S. Kierkegaard (e rimandando inoltre all’immagine di Ercole dubbioso, nel dipinto di A. Carracci, “davanti al bivio tra vizi e virtù”).

Fatto sta che il baricentro del buon senso,  le ragioni dell’ agire  talvolta esorbitano dalla logica, dotandosi, a compensazione, di eleggere statistiche a favore e di creare maggioranze a convalidarne la qualità.

In fobocrazia  (lo stato in cui l’esercizio del potere è impostato sulla paura civica), similmente ad un qualunque stato di emergenza (sanitaria, in specie), gli esigenziali provvedimenti emanati  pre-dispongono  gli animi ad una tensione sociale che, in nome della verità, tendono a riproporre l’autorità come forma di Governo, talvolta importando la dinamica  buoni contro cattivi.

Nell’odierno contesto, certa colonizzazione mediocratica  elabora la condizione per cui “senza la mia paura mi fido poco” (citando  Fabrizio De André) e, basando su tale emotività la condizione  aggregatrice del consenso,  compie il miracolo di raggiungere un quorum di consenso  inarrivato in qualunque passata elezione politica (fase ad oggi accantonata a causa di altre precedenti emergenze).

Non vi è dubbio che, anche in tale frangente, la paura continua a fare novanta. Massimiliano Barbin Bertorelli