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Il barbiere di Siviglia al Teatro Sociale di Camogli

Il barbiere di Siviglia al Teatro Sociale di Camogli

Fantasia in Re presenta “Il barbiere di Siviglia”. Libretto di Cesare Sterbini. Musica di Gioacchino Rossini.

Domenica 16 febbraio ore 17 al Teatro Sociale di Camogli.

In collaborazione con Gruppo di Promozione Musicale Golfo Paradiso. Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli. Regia Pierluigi Cassano.

Con Maurizio Leoni, Paola Cigna, Alejandro Escobar, Giacomo Almagià, Massimiliano Catellani, Lucas Moreira Cardoso, Silvia Fontanili. Coro dell’Opera di Parma. Orchestra sinfonica delle Terre Verdiane.

Scenografie Carlo Guidetti. Costumi Artemio Cabassi. Produzione Carlo Guidetti.

Un grande ritorno dell’opera al Teatro Sociale di Camogli, con il titolo più popolare di Rossini: Il Barbiere di Siviglia, capolavoro assoluto del musicista, simbolo stesso dell’opera buffa italiana e dello stile rossiniano. Il soggetto si ispira alla famosa commedia di Beaumarchais. Al centro del melodramma, le comiche trovate di Figaro per consentire a Rosina di sposare il Conte d’Almaviva a dispetto del suo tutore.

La prima dell’opera andò in scena il 20 febbraio, nel carnevale dell’anno 1816 al Teatro di Torre Argentina di Roma, con il titolo Almaviva, o sia L’inutile precauzione, in deferenza al Barbiere di Siviglia di Giovanni Paisiello del 1782. Ma la fama dell’opera di Rossini (allora ventitreenne) oscurò ben presto il predecessore, diventando non solo la più famosa del compositore pesarese, ma anche una delle opere ancora oggi più rappresentate nei teatri di tutto il mondo.

La Trama

Atto I – Il Conte d’Almaviva è innamorato della bellissima Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore Don Bartolo, a sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Il conte chiede a Figaro, barbiere nonché factotum (tuttofare) della città, di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza, alla quale ha ha fatto intendere d’essere il servo Lindoro. Figaro consiglia al conte (All’idea di quel metallo…) di fingersi un giovane ufficiale ubriaco e di presentarsi in casa di Don Bartolo con il foglio che ne attesta il temporaneo diritto di residenza nella dimora, così da poter parlare con Rosina. Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del Conte di Almaviva a Siviglia e suggerisce a Don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura, ma Don Bartolo vuole accelerare i tempi e, insieme a Don Basilio, si prepara a scrivere l’atto di nozze tra lui e Rosina. Figaro, che ha inteso tutto, lo comunica alla ragazza e la esorta a scrivere un biglietto a Lindoro (Un biglietto? …. Eccolo qua). Il Conte d’Almaviva irrompe nella casa di Don Bartolo travestito, ma crea una tale confusione da provocare l’intervento dei gendarmi; quando però si fa riconoscere di nascosto dall’ufficiale, i soldati si mettono sull’attenti, lasciando Don Bartolo esterrefatto (Guarda Don Bartolo sembra una statua…).

Atto II – Un seducente maestro di musica (Don Alonso, in realtà sempre il conte in un altro travestimento), si presenta a casa di Don Bartolo come sostituto di Don Basilio nella lezione di canto a Rosina. Nel frattempo giunge Figaro con il compito di fare la barba al padrone di casa. Arriva anche Don Basilio, generando la confusione più totale, che si conclude con la cacciata di Figaro e del conte. Don Bartolo fa credere a Rosina che Lindoro non sia altro che un emissario del conte che vuole prendersi gioco di lei; la fanciulla, amareggiata, acconsente alle nozze con il suo tutore, che prontamente fa chiamare il notaio. In quel momento arriva anche Don Basilio, mentre con una scala Figaro e il conte entrano in casa dalla finestra e raggiungono Rosina. Finalmente il conte rivela la propria identità, per chiarire la situazione e convincere la fanciulla della sincerità del suo amore. Don Bartolo ha però fatto rimuovere la scala e i tre complici si trovano senza via di fuga. In quel momento sopraggiunge il notaio e, approfittando dell’assenza temporanea del tutore, il conte chiede a Figaro e a Don Basilio (previa congrua ricompensa) di fare da testimoni e inserire nel contratto il nome suo al posto di quello di Don Bartolo. Giunto troppo tardi, a quest’ultimo resta la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, che il Conte d’Almaviva rifiuta. E gli amanti coronano il loro sogno.