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Genoa, oggi l’anniversario del primo scudetto

Genoa (foto d'archivio)

C’era una volta. Suona così l’inizio delle favole. Anche quelle che stampano verità, navigano i secoli e brillano come una stella polare. Il sogno di una vita per gli innamorati del vecchio Grifone. La storia del primo titolo assegnato in Italia, ramo football, veste come un guanto la storia del Genoa Cricket (Athletic) and Football Club, fondato nel 1893 in via Palestro. Primo a vincere il campionato, l’8 maggio del 1898 è la data del manifesto, dopo timidi passi di carattere amichevole. “Quando il Genoa già praticava il football, gli altri si accorgevano di avere i piedi solo quando gli dolevano” scrisse il vate Gianni Brera.

Che giorno, quel giorno. E cosi al Velodromo Umberto 1° prese vita la leggenda, tra gli ignari protagonisti della portata dell’impresa, importatori di una passione che da oltre Manica gonfierà le onde. Tre team di Torino, la città in cui dirigenti del Genoa contribuirono alla costituzione della Federazione Italiana del Football, progenitrice F.I.G.C., contesero a Spensley e compagni la Coppa Challenge, cadeau del Duca degli Abruzzi. I pionieri in casacca bianca, il rossoblù era ancora da venire, s’imposero sulla Ginnastica Torino (2-0) e, in finale, sull’Internazionale Torino (2-1). Un’autentica maratona nei supplementari, decisa da Leaver dopo l’1-1 su cui era inchiodato il punteggio.

I primi vagiti di una competizione ufficiale portano là, a quella culla. Portano nomi inglesi e italiani le formazioni nelle scarne cronache dei giornali. Tra gli esordi di una tattica di matrice didattica (2 difensori, 3 lanciatori, 5 attaccanti), regole passate sotto i colpi della tagliola e in mezzo a un pubblico, oltre un centinaio i presenti, attirato da una novità a forma di pallone. 0,25, 0,50 e 1 lira, per i palchi, i prezzi per dire io c’ero nella finale del pomeriggio. E per vedere le medaglie, in oro e argento, cadere nelle tasche dei trionfatori guidati dal medico, capitano, portiere, allenatore e filantropo. Il mitico James Spensley. Il benefattore di nidiate di giovani, e non, nel centro storico di Zena.

C’era un volta, già. E c’è ancora, è così. La favola resiste e, rispetto a competitor di allora triturati dal destino, il Genoa, la più longeva società, decorata per il ruolo che esercitò nella promozione e diffusione del football, è rimasto in piedi. Vivo e vegeto. Con il dna originario. Con quel patrimonio di sport, cultura, valori che, come un raggio della lanterna, tra gli alti e bassi in cui sale e scende il mondo, indica la rotta da seguire. Primi a vincere e nascere. Chissà se ultimi a morire e se, quel famoso detto, offrirà una finestra sull’eternità o nell’al di là. Altre partite, altre pagine, altre emozioni. La storia continua.