La requisitoria della Procura: Il viadotto Polcevera aveva problemi strutturali fin dall’inizio
Il Ponte Morandi di Genova, crollato tragicamente il 14 agosto 2018, era “malato” fin dal 1975. A sostenerlo è il pubblico ministero Marco Airoldi, nella sua requisitoria al processo in corso per il crollo del viadotto Polcevera. Secondo il pm, il ponte presentava criticità strutturali già pochi anni dopo l’inaugurazione e i segnali di allarme sono stati ignorati per decenni.
Airoldi: Aspi come un medico che ignora la malattia del paziente
Per spiegare la gravità della negligenza, la Procura di Genova ha usato una potente metafora sanitaria: se un cittadino può credere per ignoranza che “i ponti non crollano”, chi ha il dovere di vigilare, come Autostrade per l’Italia, non può fermarsi a questo pregiudizio. Il pm Airoldi ha accusato Aspi di aver ignorato le evidenze tecniche, scegliendo di non approfondire la reale condizione del ponte.
Ricavi in crescita e manutenzione trascurata dopo la privatizzazione
Nella sua requisitoria, il magistrato ha evidenziato come, dopo la privatizzazione del 2000, Autostrade abbia registrato un costante aumento di ricavi e profitti fino al 2018, senza investire in maniera proporzionale nella manutenzione. Un andamento che, secondo l’accusa, ha portato a sottovalutare i moniti dello stesso progettista del ponte, che già nel 1975, suggeriva controlli specifici su cavi e stralli.
Il pm: Il disastro non era imprevedibile: segnali trascurati per anni
Respingendo l’idea che si sia trattato di un evento imprevedibile, il pm ha ricordato come le avvisaglie del disastro fossero note da tempo. A confermarlo, la relazione dell’ingegnere Zanetti di Spea risalente al 1975. “Altro che senno del poi”, ha affermato Airoldi, puntando il dito contro anni di mancata vigilanza e scelte aziendali orientate al profitto, più che alla sicurezza.
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